Della vicenda Intecs ci siamo occupati lungamente; 68 lavoratori di alta professionalità sono a rischio licenziamento. Anzi, attendono oramai soltanto la lettera dell'azienda, e senza la certezza di un paracadute.
Alla metà di settembre, l'amministratore delegato e direttore generale di Intecs Solutions con delega in Intecs, Marco Casucci, ha comunicato all'assessore regionale alle attività produttive, Giovanni Lolli, la volontà di dismettere il laboratorio dell'Aquila, con l'avvio della procedura di licenziamento collettivo, sebbene l'azienda stia uscendo dalla crisi, come ha lasciato intendere lo stesso Casucci in una intervista a news-town [puoi leggerla qui].
I tempi stringono: la procedura di esame congiunto, finalizzata a consentire un vaglio delle eventuali possibilità alternative ai licenziamenti, può durare fino ad un massimo di 75 giorni; per questo, è stato fissato un appuntamento in sede sindacale per il 20 novembre prossimo: entro quella data, si spera di riuscire a trovare una soluzione che possa evitare la chiusura del laboratorio aquilano, sebbene la strada sia davvero 'stretta'.
Ai nostri microfoni, Casucci ha spiegato di aver tentato di veicolare su L'Aquila - potenzialmente - un investimento da più di 1 milione di euro, in ambiti già attivi in altre sedi Intecs. Ciò ha portato alla presentazione dei progetti di ricerca banditi a livello regionale.
Come noto, Intecs è coinvolta in associazione temporanea d'imprese su tre progetti, presentati in Regione nel febbraio scorso, e che attengono ai fondi Por Fesr 2014-2020; il primo, è stato presentato con Thales Alenia, LFoundry ed Elital per realizzare il progetto 'Sathernus'; il secondo con Xecurity srl e LabTeq per sviluppare il programma 'Urban, Home & Personal Security'; il terzo, con Leonardo spa e Reiss Romoli srl, Sintau e G&A Engineering srl per il progetto 'Cyber Trainer'. Ebbene, a margine di un'assemblea con i lavoratori dello stabilimento di Pisa [leggi qui], Casucci ha lasciato chiaramente intendere che se fossero finanziati lo stabilimento non verrebbe chiuso ma che, comunque, si procederebbe con una sforbiciata al personale attualmente impiegato, mantenendo al lavoro soltanto le unità professionali utili ai progetti, più o meno 15 persone, così si vocifera.
A news-town, l'amministratore ha tenuto a chiarire di non volere in alcun modo esercitare pressioni su Regione Abruzzo, ribadendo, tuttavia, che qualora i progetti fossero approvati se ne terrebbe ovviamente conto; ed aggiungendo, tra l'altro, che l'azienda - in questi mesi - ha garantito ai lavoratori dei corsi di formazione: "abbiamo investito in questo senso poiché c'erano e ci sono imprese che ci hanno detto espressamente che se avessimo formato personale su alcuni settori specifici non avrebbero avuto problemi a riassorbirlo. Crediamo che le opportunità per farlo ci siano ancora", le parole di Casucci.
Sul punto, si è tenuto ieri un incontro tra i lavoratori e il vice presidente della Giunta, Giovanni Lolli; sul tavolo, in effetti, c'è il tentativo di riassorbire i lavoratori in esubero col progetto 'Space Economy'.
Di che cosa si tratta? Lolli l'ha spiegato qualche settimana fa, in occasione dell'Abruzzo Industry Day [qui]: in sostanza, l'Abruzzo è tra le Regioni che hanno aderito alla Strategia nazionale di Specializzazione intelligente, impegnando 10 milioni di euro dei fondi FESR e sviluppando un investimento complessivo di 40 milioni: infatti, per ogni euro impegnato dall'Ente ne mette uno lo Stato, e la cifra raddoppia con l'intervento dei privati.
I primi progetti dovrebbero interessare Thales Alenia e Telespazio: "si tratta d'investimenti molto seri in ricerca e attività che svilupperanno tecnologie avanzatissime", ha sottolineato Lolli. Ebbene, proprio Thales Alenia - dovesse concretizzarsi appieno il percorso annunciato - potrebbe assorbire alcuni dei lavoratori Intecs.
E gli altri? Bisognerà capire se i progetti in fase di valutazione che vedono coinvolta l'azienda verranno finanziati oppure no; e comunque, non è affatto detto che Intecs farebbe davvero un passo indietro rispetto alla volontà annunciata di chiudere lo stabilimento, mantenendo al lavoro almeno una parte dei ricercatori.
Lolli ha preso l'impegno di convocare una riunione tra azienda e sindacati per il prossimo 17 novembre, tre giorni prima l'incontro fissato nelle procedure sindacali. Il tempo stringe, e i lavoratori attendono risposte.