Antonello Zappadu è il fotoreporter sardo diventato famoso nel 2009 per gli scatti “rubati” a Villa Certosa, la residenza estiva di Silvio Berlusconi.
Zappadu, in un centinaio di foto poi pubblicate anche da molti siti e giornali stranieri, aveva ritratto il Cavaliere in compagnia di giovani donne e aveva “catturato” anche ospiti illustri transitati per la residenza, come ad esempio Mirek Topolanek, ex primo ministro della Repubblica Ceca, fotografato in tenuta adamitica.
Zappadu si trova in queste ore a Olbia, sua città natale. Da qualche anno, per motivi familiari e di lavoro, si divide tra la Colombia e, più in generale, il Sud America e la Sardegna. Ieri, quando Cleopatra ha travolto il nord dell'isola lasciando una scia terribile di morte e distruzione, si trovava proprio nell'occhio del ciclone. NewsTown lo ha raggiunto telefonicamente.
Antonello, dove ti trovi adesso? Puoi raccontarci cosa è successo e come lo hai vissuto?
In questo momento mi trovo proprio a Olbia. E' la mia città, vi risiedo abitualmente quando rientro dalla Colombia. Ieri pomeriggio, quando è arrivato il ciclone, ero qui insieme a degli amici. Per fortuna ci trovavamo nella parte alta della città, nel centro storico di origini romane, dove non c'è stato nessun tipo di allagamento. Ma tutto intorno è un disastro. Non avevo mai visto una cosa del genere, un ciclone di tale violenza, nemmeno in Sud America. L'acqua veniva giù a secchiate. C'erano dei momenti di tranquillità subito seguiti da scariche violente, spaventose. Olbia in questo momento è una città in ginocchio. E' stato un evento tragico, fuori dal comune. Si è creato anche un fenomeno per cui il mare respingeva l'acqua. Fiumi d'acqua arrivavano al mare e non trovavano sbocco. Tant'è che tutto il golfo di Olbia è pieno di fanghiglia e detriti.
Siete isolati? La popolazione ha acqua e luce?
Qui dove sono io l'energia c'è e anche l'acqua ma non la stiamo bevendo. Quella che usiamo per cucinare la facciamo bollire a lungo. Il problema, ora, è capire esattamente quanti danni ha subito la città. Facendo un giro con la macchina ci siamo resi conto di quanto disperata sia la situazione.
Quanti sfollati ci sono? E dove hanno trovato ricovero?
Al momento ci sono più di 2 mila sfollati. Le persone sono state evacuate già a partire da ieri pomeriggio, quando tutto ha avuto inizio. Sono stati evacuate decine di abitazioni e di edifici, compresi molti alberghi di lusso. La maggior parte degli sfollati è stata portata in strutture pubbliche agibili, come scuole e palestre.
A che ora si è scatenato il nubifragio?
Come ho detto, tutto è accaduto ieri pomeriggio dopo le 17. Venivamo da una settimana di piogge, la terra si era impregnata d'acqua, per questo non è più riuscita a assorbirla. Anche se, va detto, di fronte a una quantità d'acqua così grande, abbattutasi per giunta così velocemente, si poteva fare ben poco.
Il capo della Protezione civile, Gabrielli, ha detto che l'allarme è stato lanciato in tempo ma molti cittadini sardi lamentano di essere stati abbandonati.
Confermo, l'allarme è stato dato in tempo, molta gente, me compreso, è rimasta in casa proprio perché il Comune ci aveva avvisati di non uscire. Si vedeva che gli abitanti avevano capito l'importanza di questo ciclone, i commercianti, già nel primo pomeriggio, avevano chiuso tutto. Ma molti altri, evidentemente, non hanno capito la gravità della situazione e sono usciti in macchina, finendo per essere travolti dall'acqua. Quasi tutte le vittime, tranne una signora anziana, sono morte perché erano uscite in macchina.
Quali sono le zone più colpite e dove ci sono state più vittime?
La maggioranza delle vittime è concentrata tra Olbia e Arzachena. Solo a Olbia ci sono 11 morti. Un paese situato a una trentina di km da noi, Torpè, è totalmente distrutto. Le zone più colpite sono sicuramente la Baronia e la Gallura.
I soccorsi sono stati tempestivi?
Sì, anche se quando ti arriva un fiume d'acqua come quello che si è abbattuto qui ieri non ci sono soccorsi che tengano. Comunque, sia i soccorsi che la prevenzione secondo me ci sono stati. Forse, in termini di prevenzione, potevano essere sfruttati di più i social network. Questa mattina sono arrivati i militari, con gru, ruspe e altri mezzi pesanti. Ma ho visto anche tanti cittadini, compresi assessori e consiglieri comunali, armarsi di pala per spalare via fango e altri detriti.
Alcuni, come Michela Murgia, hanno detto che quello che è successo è stato anche una conseguenza di una scarsa cura del territorio, di una crescita urbanistica eccessiva e disordinata che si è verificata negli ultimi anni.
Quando una città piccola come Olbia cresce nella maniera e ai ritmi degli ultimi anni, sicuramente vengono commessi degli errori. Ma fare polemiche o cercare i colpevoli, adesso, non serve a niente.