A dieci anni dal terremoto, sulla ricostruzione delle scuole non c’è ancora una compiuta programmazione, una pianificazione che detti tempi e modi di un riassetto che dovrebbe correre di pari passo con lo sviluppo futuro della città.
Stamane, in Commissione territorio è stato approvato il progetto definitivo di ricostruzione dell’edificio che fino al 6 aprile 2009 ospitava la scuola secondaria di primo grado Mazzini, a Villa Gioia, con una modifica su alcuni standard, relativi in particolare ai parcheggi, così come richiesto dalla Provincia in fase di conferenza dei servizi.
Una buona notizia, sia chiaro.
Tuttavia, parliamo del terzo comparto di un progetto più ampio, il piano di recupero urbano relativo all’area di Santa Croce – Villa Gioia, lungi dall’essere avviato. Tra l’altro, il progetto di ricostruzione non prevede la palestra, laddove, al momento, è ospitato il Consiglio comunale e che, terminato il restauro di Palazzo Margherita, andrà riconvertita a servizio della scuola con fondi che dovranno essere garantiti dal Comune. Si è persa l’occasione, insomma, per progettare un edificio rinnovato, con una palestra adeguata agli standard di una scuola moderna e funzionale.
Il problema è più ampio, però: come interagirà la scuola col recupero urbano dell’intera area oggetto del piano, come sarà servita a livello di mobilità urbana, dentro quale piano di riassetto generale dell’edilizia scolastica verrà calata?
Ne abbiamo scritto diffusamente: alla fine del novembre scorso, la Giunta comunale ha riapprovato il programma di assetto della ricostruzione dell’edilizia scolastica [qui, l'approfondimento], che era stato già approvato una prima volta il 30 gennaio 2015 dalla Giunta Cialente, a valle di una ricognizione completa delle scuole di proprietà del Comune. Sia chiaro, però: si tratta ancora di un documento propedeutico alle verifiche di dettaglio d’effettiva fattibilità tecnica, a cui la reale attuazione degli interventi resta subordinata, e va inteso come un atto di indirizzo a partire dal quale sia consentito ai Settori competenti di avviare le verifiche in conformità con le indicazioni fornite. Tra l’altro, il piano deve ancora passare dall’approvazione del Consiglio comunale.
A dieci anni dal terremoto.
Ad oggi, sebbene in cassa siano disponibili - da anni - poco più di 42 milioni di euro, sono stati avviati i lavori di ricostruzione della primaria ‘Mariele Ventre’ di Pettino, col cantiere che dovrebbe chiudersi entro i primi mesi del 2020, giusto un mese fa è stato aperto il cantiere della primaria di Arischia, e sono in fase di progettazione i poli scolastici di Sassa e di Torretta-Gignano. Per il resto, siamo all’anno zero. E mancano 22 milioni e mezzo per completare le opere così come previste dal piano.
Insomma, l’intervento sulla Mazzini viene approvato sebbene non sia ancora passato dal Consiglio comunale il piano di riassetto che, come detto, è un atto d'indirizzo; d’altra parte, sul Piano regolatore generale atteso da oltre quarant’anni è calato il silenzio, e non è chiaro come si possa immaginare un riassetto urbanistico complessivo, che passa anche – soprattutto, verrebbe da dire – dalla localizzazione delle scuole senza che vi sia un rinnovato strumento di pianificazione che dovrebbe dialogare, tra l’altro, con il piano urbano della mobilità.
In Commissione, il capogruppo di Forza Italia Giorgio De Matteis è stato chiarissimo: “è l’ultima volta che ci prestiamo a votare un intervento non inserito in una pianificazione più ampia: le scelte che stiamo assumendo cambieranno per sempre il volto della città e, dunque, non si può procedere senza che vi sia un progetto organico”. Se così non fosse, “la prossima volta faremo le barricate” ha assicurato.
D’altra parte, De Matteis ha fatto approvare dal Consiglio un ordine del giorno che, di fatto, ha costituito una ‘cabina di regia’, coordinata dall’assessore con delega alla pianificazione del territorio Daniele Ferella che, da qualche settimana, si riunisce al lunedì: “dopo due anni di impasse, siamo riusciti a mettere intorno al tavolo i diversi assessori, quello alla ricostruzione privata, quello alle Opere pubbliche, quello alla mobilità e così via: non è possibile che ognuno vada per conto proprio, senza che vi sia un disegno complessivo di sviluppo della città, una pianificazione e una programmazione chiara”. Ciò che non ha fatto il sindaco – il messaggio, piuttosto esplicito – l’ha preteso il Consiglio comunale che, tra l’altro, ha imposto anche la costituzione di una Commissione speciale sulla gestione del patrimonio immobiliare e dei fondi del 4% per lo sviluppo economico.
Un messaggio piuttosto chiaro all’esecutivo.
E’ evidente come il piano di riassetto dell’edilizia scolastica dovrà dialogare col piano della mobilità, in un disegno urbanistico chiaro e definito. Si pensi che è di un mese fa l’appello del consigliere di maggioranza Leonardo Scimia che, in una nota, ha dichiarato che i tempi sono maturi “affinché il Comune decida dove saranno ubicate le nuove scuole superiori della città ed è necessario – ha aggiunto – che l’iter si avvii al più presto”: come si può pensare di ricollocare le scuole primarie se non c’è un progetto chiaro, coordinato, di ricostruzione delle scuole superiori? E viceversa, evidentemente.
Pianificazione, è questa la sfida che l’amministrazione non può permettersi di perdere: il tempo sta scadendo.