Una diffida al Sindaco del Comune dell'Aquila, ai dirigenti competenti di Comune e Provincia, al responsabile della Asl, al dirigente dell'Araen, all'Ispettorato ripartimentale per le foreste e al Presidente della Regione Abruzzo. Inviato per conoscenza alla Procura della Repubblica dell'Aquila, di Pescara, Chieti e Teramo. Oltre che alla Procura generale della Corte dei Conti.
L'assemblea di tutte le associazioni regionali 'No Biomasse' - che si riunirà ad Onna il 27 giugno - in attesa del pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, intende continuare la battaglia contro la centrale che la Futuris Aquilana, società partecipata all'86% da Futuris Spa e al 14% da MA&D Power Engineering, vorrebbe istallare a Bazzano.
Dunque, ha deciso di diffidare i dirigenti competenti che hanno espresso precedenti pareri favorevoli a revocarli, così che vengano attualizzati alla situazione che si è venuta a creare con le 14 autorizzazioni per l'istallazione di centrali a biomasse concesse dalla Regione Abruzzo. Inoltre, chiede a tutte le autorità istituzionali di sospendere l'efficacia delle autorizzazioni concesse e di convocare una Conferenza di Servizi programmatica con Anci, Enti Parco, Amministrazioni separate e l'Ispettorato regionale foreste "per recuperare indirizzi e criteri organici al riesame delle istanze". Non solo. L'assemblea delle associazioni 'No Biomasse' diffida, in particolare, il dirigente competente del Comune dell'Aquila e il responsabile Asl a revocare, in autotutela, il Parere tecnico espresso e di riesaminare l'intervento. Così come il direttore dell'Araen a revocare - per una sorta di "falso in atto pubblico sulle disponibilità di biomasse e per mutato contesto ambientale" - le autorizzazioni concesse e a sottoporre l'insieme degli interventi a Valutazione di Incidenza o VIA. Infine, invita la Direzione territorio a richiamare alle sue competenze una Valutazione organica delle Centrali con particolare attenzione a possibili interferenze con le Aree protette e con il Piano paesistico.
Come non bastasse, comitati e movimenti chiedono alle Procure abruzzesi di verificare la veridicità delle considerazioni espresse e di vigilare su eventuali conseguenti adempimenti degli Enti competenti.
Un vero e proprio affondo. Una notizia che arriva a qualche ora dal convegno 'Energia senza petrolio: un nuovo modello per lo sviluppo del territorio', organizzato dall'amministrazione attiva nella cornice dell'Auditorium del Parco. Un incontro assai poco partecipato, in realtà. "Su tematiche di assoluta novità come quelle delle energie rinnovabili credo che l’ultima parola, democraticamente, spetti ai cittadini e alle comunità interessate. Tuttavia, per poter scegliere, occorre essere informati ed è esattamente questa la ragione per la quale abbiamo promosso, come Amministrazione comunale, questa giornata di studio e di confronto". Così il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, a margine dell'appuntamento. "Questa iniziativa – ha spiegato – costituisce un'occasione importante ai fini di capire realmente, dati scientifici alla mano, se questo territorio può essere adatto a produrre energia in maniera sostenibile. Sappiamo bene che il trend, in tutta Europa, è ormai orientato in questa direzione. Produrre reddito e occupazione promuovendo investimenti basati sulla produzione di energia pulita è possibile, come dimostrano autorevoli esperienze. La nostra è una città che, grazie al grande progetto legato alla “Smart City”, si propone di diventare, anche e soprattutto nella fase di ricostruzione, una città intelligente e, dunque, tecnologica, connessa, ecocompatibile. Per questa ragione c’è attenzione nei confronti di queste tematiche. Si tratta dunque di calare nella specificità del territorio aquilano gli studi di settore e le conoscenze acquisite e cercare di capire se questo tipo di dinamiche sono attuabili anche da noi. Il convegno che abbiamo promosso – ha proseguito Cialente – ha proprio questa finalità. Vogliamo avere risposte in grado di fare chiarezza a beneficio, essenzialmente, dei cittadini. Fotovoltaico, energie rinnovabili, eolico sono temi nuovi, rispetto ai quali credo che, democraticamente, debbano decidere le comunità. Per poterlo fare, tuttavia, hanno bisogno di informazioni complete, scientifiche e attendibili su tutti gli aspetti collaterali, da eventuali rischi per la salute all’impatto ambientale, dai risvolti economici a quelli etici".
Se non fosse che l'incontro è stato 'sponsorizzato' proprio dalla Futuris Aquilana. Infatti, un esponente della società - che si è spesso visto in città accanto ad Antonio Nidoli, amministratore e presidente di MA&D Spa e consigliere di Amministrazione di Futuris Aquilana - si è mostrato assai partecipe, nel corso del convegno, gestendo persino la proiezione delle slides. Discutibile. Almeno, se l'intenzione dell'amministrazione comunale era invitare la città ad una giornata di studi e approfondimento "su un tema di forte attualità e foriero di diverse opinioni". Se si intendava, davvero, "dare voce a tutte le idee, spazio a tutti i pareri, aperture ad ogni tipo di teoria", come da invito istituzionale.
Al contrario, la giornata è stata pensata per spiegare le ragioni - legittime, per carità - della Futuris Aquilana. Peccato che alcuni degli esponenti politici invitati, non si siano neppure presentati. Parliamo del sottosegretario all'Economia con delega alla ricostruzione, Giovanni Legnini, impegnato in mattinata a Fossa in un incontro con i sindaci del cratere, e della senatrice Stefania Pezzopane. Presenti, invece, Giovanni Lolli e Pierpaolo Pietrucci. Il vicepresidente vicario della Giunta Regionale è parso molto cauto, sottolineando l'importanza di una pianificazione regionale che tenga conto della capacità del territorio di produrre colture, residui agricoli e boschivi, e in grado di individuare criteri preferenziali o penalizzanti per la localizzazione delle centrali. Pianificazione che, negli anni passati, è assolutamente mancata. Il consigliere regionale, invece, è andato giù durissimo, ribadendo le ragioni della sua contrarietà alla centrale a biomasse. Già espresse, in realtà, in campagna elettorale e, prima delle elezioni, in vari incontri con associazioni e movimenti.
Insomma, è soltanto il Comune dell'Aquila che mostra ancora un atteggiamento ambiguo rispetto alla realizzazione della centrale. Che ha sostenuto, prima dell'improvviso passo indietro sull'onda dell'indignazione popolare.
Al contrario, l'assemblea delle associazioni 'No Biomasse' va avanti dritta per la sua strada. Comitati e movimenti sottolineano come la 'corsia preferenziale' riservata a impianti al di sotto dei 999kWh, che non devono essere sottoposti a VIA, insieme agli incentivi previsti per impianti 'agricoli', abbia creato una proliferazione di richieste sull'intero territorio provinciale. Soltanto nel nostro Comune, sono pervenute già tre richieste. Interventi che - per la gran parte - sarebbero interferenti e sovrapposti sui bacini di attingimento delle biomasse e sulle aree di rilascio degli inquinanti.
D'altra parte, denunciano le associazioni, le Valutazioni dei referenti tecnici ai vari livelli e dei referenti dell'Araen, in particolare, sono state espresse sui singoli interventi "e, magari, senza i rappresentanti dell'Ispettorato forestale, dell'Ente Parco e delle Amministrazioni separate competenti. Così, non hanno potuto verificare la veridicità dei dati relativi alle biomasse realmente disponibili e agli effetti cumulo possibili, a valle, della procedura di produzione dell'energia". In effetti, ricerche attendibili della Regione oltre al Piano specifico - sottolineano le associazioni - delineano una capacità regionale di produzione di biomasse forestali di circa 100mila tonnellate l'anno. Per i 14 interventi approvati però, che dovrebbero produrre 70MW, sarebbero necessarie 1milione di tonnellate.
In particolare, l'impianto di Bazzano - con la necessità di 60mila tonnellate - interferirebbe con i bacini di attingimento della biomassa di Collarmene, Ortucchio ed Avezzano. Comitati e associazioni 'No Biomasse', e così molti cittadini, temono che in conseguenza della carenza di biomasse, gli impianti potrebbero iniziare ad utilizzare altre fonti di energia, compresi i Rsu, che avrebbero maggiori effetti inquinanti e che, per questo, necessiterebbero di procedure di approvazione ben più complesse.
Non solo. L'azione così intensiva di sottrazione di biomasse forestali, andrebbe ad interferire con le aree Parco: dunque, sarebbe necessaria anche l'acquisizione del parere preventivo di tutti gli Enti Parco limitrofi. E bisognerebbe coinvolgere anche le Amministrazioni separate - sono 9, nel nostro Comune - che praticano ordinariamente l'uso civico di legnatico proprio sulle pendici interessate dagli attingimenti per la centrale di Bazzano.
A preoccupare comitati e associazioni, inoltre, è anche l'evoluzione del quadro fisico-ambientale, dall'aprile del 2009 ad oggi. A Bazzano infatti, si sono insediate in totale e colpevole deregolamentazione attività commerciali, sedi istituzionali e persino nuove comunità di abitanti. Non può dirsi in più, in altre parole, una zona industriale. Per questo, il Consiglio comunale - a metà novembre 2013 - ha votato, all'unanimità, un ordine del giorno, già approvato dalla II commissione "Gestione del territorio", che esprimeva contrarietà alla localizzazione prescelta. Insomma, l'intervento ricadrebbe in una zona fortemente antropizzata e, a leggere il Piano Difesa Alluvioni, a pericolosità elevata almeno per l'impianto di teleriscaldamento e delle altre reti così come previste nel progetto presentato dalla Futuris Aquilana. Dunque, sarebbe stato necessario - incalzano comitati e associazioni - anche il parere del Genio civile e dell'Autorità di Bacino.
E' per questi e altri motivi che - stando alla diffida che verrà discussa il 27 giugno a Onna - le Valutazioni fatte in Conferenza dei servizi non sono più pertinenti, quindi illegittime, e vanno necessariamente attualizzate. L'assemblea 'No Biomasse' è convinta che la Futuris Aquilana non possa accampare diritti oggettivi all'esecuzione della centrale e debba, così, riproporre le integrazioni attualizzate e acquisire di nuovo il permesso a costruire, l'autorizzazione igienico-sanitaria e la verifica di compatibilità ambientale con i dovuti aggiornamenti.
Evidentemente, vorrebbe dire stralciare il lavoro fatto fino ad ora. La Futuris Aquilana ha già annunciato possibili richieste di risarcimento danni al Comune dell'Aquila, qualora non riuscisse a realizzare la centrale che - giusto ricordarlo - stando al progetto iniziale, doveva entrare in funzione alla metà del 2014. In questi giorni, insomma.