Giovedì, 21 Novembre 2013 13:51

Centrale a biomasse, Nidoli: "Pronti a chiedere danni all'amministrazione"

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La lettera è dell'8 novembre 2013. In calce, la firma del consigliere di amministrazione di Futuris aquilana, Antonio Nidoli. E' indirizzata ai consiglieri del Comune dell'Aquila che, di lì a qualche giorno, saranno chiamati a recepire l'ordine del giorno già approvato in II Commissione 'Ambiente e Territorio' e che esprime contrarietà alla localizzazione della Centrale a Biomasse. "Ci sembra utile fornirLe alcune informazioni sul progetto che Futuris sta realizzando nella zona industriale di Bazzano", si legge nella missiva. "La nostra intenzione non è certo quella di influenzare la sua opinione, ma semplicemente di mettere a sua disposizione un quadro informativo completo, corretto e privo di approssimazioni".

Si spiega, nella lettera, che i lavori per la realizzazione della centrale sono già iniziati: "Il 13 giugno 2013, abbiamo consegnato la documentazione riguardante l'apertura del cantiere presso lo sportello Suap del Comune dell'Aquila e abbiamo ottenuto l'attestato di avvenuto deposito, da parte degli Uffici del Genio Civile della Provincia dell'Aquila in data 19 giugno 2013". Vengono fornite, poi, alcune precisazioni sulle emissioni della centrale, sull'impatto che avranno sulla salute dei cittadini, sulla effettiva disponibilità di biomasse in regione e sugli impianti già autorizzati.

Non è servito a nulla. Il 14 novembre, infatti, il Consiglio comunale ha recepito all'unanimità l'ordine del giorno. "Si tratta di un atto politico che non ha alcuna valenza amministrativa", sottolinea a NewsTown Antonio Nidoli. "A contare sono gli atti amministrativi e, ad oggi, nessuno dei 23 enti coinvolti nella Conferenza di servizi ha inteso retrocedere dal parere tecnico favorevole al nostro progetto. Ribadito, tra l'altro, anche dal Comune dell'Aquila nel luglio scorso. Ovviamente, non ci fa affatto piacere la decisione del Consiglio comunale. Senza dubbio, una indicazione tecnica deve essere supportata da un progetto politico e, dunque, non capiamo il passo indietro dell'amministrazione".

Non abbiamo mancato di sottolineare, in effetti, l'atteggiamento ambiguo della Giunta Cialente. La richiesta di autorizzazione della Futuris è stata presentata nel maggio 2009. Sono seguite due conferenze di servizi, nell'ottobre del 2009 e nel maggio 2010: il Comune ha fornito tre pareri positivi, del settore pianificazione, del settore ambiente, e del sindaco Cialente come massima autorità cittadina sulle problematiche igienico-sanitari. Il 22 settembre 2010, la Futuris ha organizzato un incontro pubblico, nell'auditorium di Confindustria, alla presenza del presidente della Provincia Antonio Del Corvo, del primo cittadino e dell'assessore Moroni che, nel comunicato diffuso dalla società e mai smentito, si diceva entusiasta del progetto. Successivamente, la società ha chiesto una modifica per ridurre la potenza dell'impianto. Era necessario un nuovo parere del Comune dell'Aquila che, nonostante le proteste dei cittadini, nel luglio scorso, ha confermato di non avere nulla in contrario alla realizzazione della centrale.

Poi, l'improvviso passo indietro: "Non nego una certa disattenzione politica dovuta, non vuole essere però una giustificazione, al drammatico periodo seguito al sisma del 6 aprile", ha dichiarato in aula l'assessore Moroni, il 3 di ottobre. "Il Consiglio comunale, però, già nel 2010, votò all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta a ripercorrere l'iter autorizzativo per capire se c'erano delle possibilità di intervento politico per bloccare la realizzazione della centrale". In altre parole, il settore urbanistica e il settore ambientale avrebbero espresso parere tecnico favorevole senza condividere la decisione con l'indirizzo politico: "Tutto legittimo, per carità", ha chiarito Moroni, "la competenza tecnica spetta, infatti, ai dirigenti". L'amministrazione, però, avrebbe provato ad intervenire politicamente, senza successo.

Un bel pasticcio, dunque. Anche perché l'amministrazione attiva ha più volte ripetuto di condividere la posizione dei comitati che si oppongono alle biomasse. C'è poco da fare, però. L'intervento politico è assolutamente tardivo. La Futuris, infatti, ha ottenuto tutti i pareri favoreli necessari. "Il nostro progetto è assolutamente legittimo, normato da leggi europee e italiane che incentivano la produzione di energia rinnovabile", sottolinea Nidoli. "Abbiamo ottenuto le autorizzazioni, legittimamente, seguendo scrupolosamente le leggi". Poi, l'affondo: "L'ordine del giorno approvato dal Consiglio comunale parte da premesse palesemente false. E presentare dei dati sbagliati, in un documento pubblico, inficia gravemente il nostro lavoro. Dico sbagliati per non dire falsi, perché spero sempre nella buona fede delle persone. Abbiamo affidato tutte le carte ai nostri avvocati: se ci sono gli estremi per chiedere i danni, non mancheremo di chiederli. Sulla base della normativa vigente, parlo della Legge 241, potrebbe configurarsi anche la responsabilità personale dei consiglieri - in concorso con l'amministrazione attiva - che hanno votato l'ordine del giorno".

Come può il Comune dell'Aquila, si chiede Nidoli, dichiarare nell'ordine del giorno che i lavori per la centrale non sono iniziati quando lo sportello Suap dello stesso Comune, in data 13 giugno, ha autorizzato l'apertura del cantiere? A sentire il consigliere d'amministrazione di Futuris, non sarebbe l'unica inesattezza nell'ordine del giorno approvato dal Consiglio: "Se il Comune predisporrà delle azioni coerenti con questo documento, se tenteranno di retrocedere da atti amministrativi, agiremo di conseguenza. E non è un danno il solo recedere dai pareri, ma innescare una dinamica di ritardi che configurano dissesti economici per la nostra società".

Quali sarebbero le inesattezze espresse nell'ordine del giorno? Innanzitutto, sottolinea Nidoli, gli impianti a biomassa vegetale solida autorizzati dalla regione Abruzzo sarebbero 6 e non 14. "In realtà - spiega - sono 5, dieci se consideriamo che un impianto della potenza di 5,976 MWe nel Comune di Colonnella è formato da 6 impianti gemelli in un unico lotto industriale. Si tratta però di micro impianti a pirolisi, da 1 MWe: il collegamento alla rete elettrica è uno solo". Dunque, gli impianti sono 5 più quello realizzato nel Comune di Ortona della potenza di 15MWe che utilizza, però, sanse e vinacce. "I megawatt autorizzati per la biomassa vegetale solida, dunque, sono 16 e non 70. E considerando un potere calorifico medio della biomassa pari a 2.583 Kcal/Kg non hanno la necessità di 1milione di tonnellatte l'anno, ma di 178mila tonnellate di biomasse per tutte e 5 le centrali autorizzate".

Altra bugia, incalza Nidoli, è sulla effettiva disponibilità di biomassa: "Nel nostro bacino di utenza di 70 km, solo parzialmente e non perfettamente sovrapposto ad altri impianti, esiste la disponibilità di 291mila tonnellate. L'impianto di Bazzano ne utilizza 55mila. Ci sarebbe la possibilità di fare altri 6 impianti, da 5 MWe per un totale di 30MWe". La Futuris aquilana sottolinea poi come il professor Curci abbia corretto le conclusioni dello studio - pubblicato nel 2012 - che sosteneva come le emissioni in atmosfera della centrale a biomassa avrebbero causato un peggioramento della qualità dell'aria: "Per gli ossidi di azoto, i superamenti verificati - oltre ai 19 che ricadono entro i confini dello stabilimento - diventano 5. Per l'OS2, 14 dei 15 superamenti calcolati si verificano nell'area di stabilimento dell'impianto. Per le polveri totali, infine, i superamenti dei limiti sono pari a 0".

Insomma, la Futuris è convinta di avere tutte le carte in regola per realizzare la Centrale a biomasse. E aspetta la sentenza del Tar che, il 6 novembre, ha rinviato sine die il pronunciamento con cui avrebbe dovuto decidere se accogliere o respingere il ricorso presentato dalla onlus 'I figli della terra' contro la realizzazione della centrale. "Siamo assolutamente tranquilli", sottolinea Nidoli. "Ci dispiace il rinvio sine die, ci dispiace che non sia stata indicata la data della prossima udienza. Non poter sapere quando si sarà giudicati non è molto democratico. Aspettiamo, con pazienza. Vorremmo semplicemente avere la possibilità di difenderci e di dimostrare che le azioni che abbiamo compiuto sono assolutamente corrette e rispondenti alla legge. E vorremmo fosse così anche per i comitati: non è affatto corretto presentare motivazioni aggiunte la sera prima della sentenza. E' una tattica dilatoria che non capiamo: se sono convinti delle loro ragioni, perché non accettano di essere giudicati?".

Nidoli non manca l'affondo anche sui movimenti cittadini: "Se dovesse emergere che le motivazioni non erano supportate da fondamenta solide, vuol dire che l'azienda ha avuto un danno e ne chiederà conto".

La sensazione è che l'amministrazione, di nuovo, si sia ficcata in un vicolo cieco. E' oramai davvero complicato per la classe politica cittadina bloccare il progetto. L'intervento è stato assolutamente tardivo e sull'onda dell'indignazione dei Comitati. Al contrario, era necessario agire al momento della richiesta di autorizzazione e riflettere - con una visione politica compiuta - sui pareri positivi espressi dagli uffici tecnici. Difficile credere, infatti, che l'amministrazione attiva non sapesse nulla di cosa stava accadendo nei suoi uffici. Anche perché, come detto, restano le immagini della conferenza stampa della Futuris, con Cialente e Moroni al tavolo dei relatori. Restano le parole, mai smentite, che plaudono all'iniziativa. Restano, inoltre, le contraddizioni già sottolineate. Tra le altre, i pareri positivi espressi in luglio e l'autorizzazione ad aprire il cantiere il mese prima.

Non solo. Se è vero che il contesto su cui dovrebbe insistere la centrale a biomasse non è più quello dell'aprile 2009, se è vero che non è più adatto ad un insediamento di questo tipo, come mai l'area è ancora classificata dal Pgt del Comune dell'Aquila come zona industriale? Al momento di insediare il progetto Case e gli uffici pubblici a Bazzano, non si poteva trovare il modo di intervenire? E poi come si spiega l'autorizzazione ad altri due impianti, già in funzione, nient'affatto adatti al contesto? Stiamo parlando dell'impianto di nano frantumazione con la prima macinatura delle macerie a cielo aperto e dell'impianto di conglomerato bituminoso che procuce catrame. Che andranno tenuti sotto controllo.

Contraddizioni evidenti. E l'amministrazione attiva non può non assumersi le sue responsabilità.

Ultima modifica il Venerdì, 22 Novembre 2013 16:55

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