Domenica, 22 Giugno 2014 20:47

'Energia senza petrolio' e biomasse a Bazzano: cosa intende fare il Comune?

di 

Energia senza petrolio, un nuovo modello per lo sviluppo del territorio.

Appuntamento alle ore 10, all'Auditorium del Parco: l'amministrazione comunale, ha invitato la città ad una giornata di studi e approfondimento "su un tema di forte attualità e foriero di diverse opinioni. Intendiamo dare voce a tutte le idee, spazio a tutti i pareri, aperture ad ogni tipo di teoria", si legge sul sito istituzionale.

"Difficile non tornare con la mente alla spinosa vicenda della centrale a biomasse di Bazzano - sottolinea in una nota il gruppo civico di Appello per L'Aquila - che ha visto, in prima battuta, il Sindaco e l'Assessore Moroni entusiasti del progetto salvo poi rinnegare il tutto, quando malumori e proteste di residenti, comitati e associazioni hanno evidenziato criticità in ordine alla sostenibilità del progetto stesso e con le elezioni regionali alla porte".

In effetti, non si può che pensare alla controversa vicenda della centrale voluta dalla Futuris Spa. Anche perché, la città è in attesa della sentenza del Tar che, lo scorso 21 maggio, non ha chiesto supplementi istruttori nel merito del ricorso presentato dalla onlus "I figli della terra" contro la realizzazione della centrale, scegliendo di pronunciarsi entro 30 giorni.

Che l'amministrazione attiva abbia qualche difficoltà nel declinare il concetto di partecipazione, l'abbiamo sottolineato spesso. Stavolta però, la volontà di dar voce a tutte le idee pare davvero fuori tempo massimo. Piuttosto, si dovrebbe fare finalmente chiarezza sulle intenzioni rispetto alla Centrale di Bazzano. In questi anni, infatti, ha mantenuto una posizione tutt'altro che coerente.

Basta ripercorrere - seppur velocemente - le tappe della vicenda. Nel maggio 2009, ad un mese dal terremoto, la Futuris presenta al Comune dell'Aquila la richiesta di autorizzazione alla istallazione di una centrale a biomasse. Seguono due conferenze di servizi, nell'ottobre del 2009 e nel maggio 2010: il Comune fornisce tre pareri positivi, del settore pianificazione, del settore ambiente, e del sindaco Cialente come massima autorità cittadina sulle problematiche igienico-sanitari.

Il 22 settembre 2010, dunque, la Futuris Spa organizza un incontro pubblico, nell'auditorium di Confindustria, alla presenza del presidente della Provincia Antonio Del Corvo, dello stesso sindaco Cialente e dell'assessore Moroni che, nel comunicato stampa diffuso dalla società e mai smentito, si dice entusiasta del progetto.

Successivamente, la Futuris chiede una modifica per ridurre la potenza dell'impianto, così da ottenere maggiori incentivi. A quel punto, era necessario un nuovo parere del Comune dell'Aquila che, nonostante le forti proteste dei cittadini, nel luglio dell'anno passato ha confermato di non avere nulla in contrario alla realizzazione della centrale.

Poi, l'improvviso passo indietro. A qualche mese dalle elezioni regionali, sull'onda dell'indignazione dei comitati cittadini.

L'amministrazione attiva si accorge che a Bazzano - dove la Futuris intende costruire la centrale a biomasse - si sono insediate in totale e colpevole deregolamentazione attività commerciali, sedi istituzionali e persino nuove comunità di abitanti. Nel corso di un Consiglio comunale surreale, l'assessore Moroni si dice profondamente contrario alla realizzazione della Centrale. "Non nego una certa disattenzione politica dovuta, non vuole essere però una giustificazione, al drammatico periodo seguito al sisma del 6 aprile", dichiara Moroni in aula. "Il Consiglio comunale, però, già nel 2010, votò all'unanimità un ordine del giorno che impegnava la Giunta a ripercorrere l'iter autorizzativo per capire se c'erano delle possibilità di intervento politico per bloccare la realizzazione della centrale". In altre parole, il settore urbanistica e il settore ambientale avevano espresso parere tecnico favorevole senza condividere la decisione con l'indirizzo politico.

Incalzato dalle opposizioni, poi, il sindaco Cialente richiama il regolamente del Tuel, il testo unico degli enti locali, sottolineando che le scelte tecniche sono in capo ai dirigenti e che molti atti, compresa l'autorizzazione igienico sanitaria da lui stesso firmata, vengono approvate senza troppi controlli. Il parere spetta alla Asl, al Sindaco niente di più che prenderne atto. Insomma: ignaro lui, ignaro Moroni.

Qualche settimana dopo - siamo a metà novembre 2013 - il consiglio comunale, di nuovo riunito, recepisce all'unanimità l'ordine del giorno, già approvato dalla II commissione "Gestione del territorio", che esprime contrarietà alla localizzazione prescelta. Così, l'assise consiliare impegna il Sindaco e la Giunta a richiedere alla Regione di convocare una conferenza interistituzionale con Provincia, Parco Nazionale del Gran Sasso e Parco regionale del Sirente Velino, Nucleo per lo sviluppo industriale, Amministrazioni dei beni separati, Asl, Arta e Corpo forestale dello stato, al fine di analizzare tutti gli aspetti emersi in quadro di insieme e di arrivare ad una decisione approfondita e ponderata.

Non solo. L'intenzione è di impegnare la Giunta Regionale a richiedere agli uffici competenti l'immediata rivisitazione della procedura che ha portato all'autorizzazione unica, previa sospensione dei suoi effetti, anche alla luce della mutata potenza dell'impianto. Azione analoga dovrebbe compiere la Provincia, avviando una verifica sull'eventuale contrasto della centrale con il Piano Qualità dell'Aria e con il Piano energetico che impongono il recupero dell'80% del calore generato e, parallelamente, rivedendo la legittimità della deroga dell'Arta sui gas rilasciati. Quindi, l'invito al sindaco Cialente: ritiri il parere igienico sanitario favorevole, viste le mutate condizioni ambientali e alla luce di quello che sarà l'esito della conferenza interistituzionale.

La Futuris Spa, ovviamente, non la prende affatto bene: "Il nostro progetto è assolutamente legittimo, normato da leggi europee e italiane che incentivano la produzione di energia rinnovabile", sottolinea Antonio Nidoli. "Abbiamo ottenuto le autorizzazioni, legittimamente, seguendo scrupolosamente le leggi italiane. La regione ha indetto una conferenza di servizi con 23 enti, tra gli altri il Comune dell'Aquila, che hanno espresso parere favorevole alla centrale senza alcuna preclusione. Il progetto nasce nel 2007, con l'allora presidente della Provincia Stefania Pezzopane che ci commissionò uno studio per verificare l'esistenza di biomasse a fini energetici. Abbiamo speso anni di lavoro per realizzare la centrale, seguendo iter autorizzativi molto severi". Poi, la stoccata ai comitati: "C'è stata una criminalizzazione della nostra attività. Non è questa la sede per discutere della legittimità del progetto: c'è un ricorso al Tar che attendiamo molto fiduciosi. Siamo sicuri di aver rispettato tutte le regole. Anzi, sono i comitati con le impugnative ad adiuvadum a sostegno del ricorso presentato da alcuni cittadini di Monticchio che stanno tentando di rimandare il verdetto per prendere tempo".

Insomma, a suggerire il progetto c'è stata una forte volontà politica. Che viene all'improvviso negata. E la Futuris Spa è pronta a chiedere i danni all'amministrazione.

Da allora, e fino al convegno convocato per questa mattina, soltanto silenzio. Alla vicenda, ha prestato assai poca attenzione anche il Consiglio Regionale. Anzi. "La Legge Regionale n° 23/2014 - adottata ad un mese dalle elezioni - tratta delle 'Misure urgenti per le energie rinnovabili e per la tutela dell’avifauna'", spiega il gruppo civico di Appello per L'Aquila. "Il comma 1, in particolare, stabilisce che la Giunta regionale predisponesse entro 180 giorni il Piano Regionale per le Energie Alternative e che, fino ad allora vigesse una moratoria per gli impianti fotovoltaici in zona agricola, per gli eolici e per le centrali a biomasse di potenza superiore ad 1 MW".

Insomma, se ci si fosse pensato prima, l’autorizzazione per un impianto come la centrale a biomasse di Bazzano, sarebbe stata posposta e vincolata a una pianificazione che tenesse conto, per esempio, "della capacità del territorio di produrre colture, residui agricoli e boschivi in grado di sostenere i piani di approvvigionamento dei vari impianti regionali, che di tali impianti prevedesse un’anagrafe costantemente aggiornata, o che ne vincolasse la realizzazione a un alto rendimento con la possibilità di cogenerare ed utilizzare energia elettrica e calore, che promuovesse la produzione di biometano dalla raffinazione del biogas piuttosto che la combustione in loco, o ancora che individuasse criteri preferenziali o penalizzanti per la localizzazione, in un'ottica di filiera corta e di salvaguardia della salute e dell'ambiente". Paradossale, però, che il Consiglio ormai uscente impegnasse la Giunta, prossima a decadere - il mese dopo - a una pianificazione da attuarsi nei 180 giorni successivi. "Fatto sta che l’articolo citato è stato successivamente abrogato con la L.R. n° 33 del 21/05/2014, a 4 giorni dal voto per il rinnovo del Consiglio Regionale. Quindi, niente più moratoria. E niente più Piano Regionale per le Energie Alternative, almeno fino a nuovo ordine. D’altro canto - incalza Appello per L'Aquila - il vigente Piano Energetico Regionale contempla scenari di intervento fino al 2015 e auspichiamo la Regione ne vorrà aggiornare le linee di azione che, attualmente, per quanto riguarda gli impianti a biomassa, non prevedono particolari criteri localizzativi né tecnici o di rendimento. Dovrà essere l’occasione per un confronto partecipato su un tema che troppo spesso ha visto interventi scoordinati e poco rispettosi dei territori e di chi ci vive e opera, in nome di una politica incentivante caotica e disarmonica che ha finito per innescare più operazioni “mordi e fuggi” che comportamenti virtuosi".

Nel frattempo, come detto, per quanto riguarda la centrale di Bazzano sono intercorse variazioni in ordine alla potenza e soprattutto al piano di approvvigionamento della centrale. "Si tratta di modifiche su cui gli Enti, e il Comune tra questi, sono chiamati a rinnovare, o meno, il proprio favore. Speriamo che lunedì si faccia chiarezza: il Comune quale posizione assumerà alla richiesta di un nuovo parere?", si domanda il gruppo civico d'opposizione. A domandarselo è la città: speriamo che l'incontro convocato per questa mattina, serva a chiarire - una volta per tutte - le reali  intenzioni dell'amministrazione comunale. Al di là di quel che deciderà il Tribunale Amministrativo Regionale. Sperando davvero non sia troppo tardi.

Ultima modifica il Lunedì, 23 Giugno 2014 19:34

Articoli correlati (da tag)

Chiudi