Lunedì, 06 Ottobre 2014 17:31

Ex Otefal, spiraglio per i 172 lavoratori. Cialente: "C'è un'offerta"

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"Oggi pomeriggio, un importante gruppo internazionale del settore, che si riserva di far conoscere pubblicamente il proprio nome dopo i necessari passaggi legali, mi ha illustrato l'importante offerta di acquisto dell'intero stabilimento ex Otefal, presentata questa mattina al Tribunale dell'Aquila ed al curatore fallimentare".

A darne notizia è il sindaco Massimo Cialente, con un post su Facebook. "E' una vicenda che con Lolli seguivamo da tempo, direi quotidianamente. L'offerta prevede l'acquisto dell'intero stabilimento, l'accollo dei leasing in essere, l'impegno a continuare la produzione nello stabilimento aquilano per i prossimi anni, collocando nuovamente e progressivamente 'il maggior numero delle professionalità maturate nell'ex Otefal, con lo scopo di dare continuità aziendale'".

Insomma, dopo un concordato preventivo, un affitto di ramo d'azienda ed infine tre aste giudiziarie andate deserte, un susseguirsi di vicende che hanno destato enorme preoccupazione fra i 172 lavoratori, nei sindacati e nelle istituzioni, finalmente sembrerebbe aprirsi uno spiraglio. "Nella nostra situazione economica, occupazionale e sociale, a fronte del disperato impegno per creare nuovi posti di lavoro, scongiurare la chiusura dell'ex Otefal sarebbe un risultato eccezionale", ha sottolineato Cialente. "Spero che la vicenda, a questo punto, abbia uno sbocco positivo, e che il nostro territorio non si faccia scappare questa occasione".

L'avevamo scritto qualche settimana fa: le speranze dei lavoratori dello stabilimento, specializzato nella produzione di laminati, che poco più di un anno fa era stato rilevato dai siriani della Madar, erano davvero appese ad un filo dopo che anche la terza asta per la vendita era andata deserta. Nei mesi scorsi, sono andate in fumo le manifestazioni di interesse arrivate da una cordata spagnola e da un gruppo industriale indiano. Lo spettro era la liquidazione.

Ed invece, una speranza c'è. Sperando l'offerta sia, stavolta, seria, concreta e soprattutto credibile. 

 

Come si è arrivati all'impasse di questi mesi? "La Madar" aveva spiegato già in agosto il segretario provinciale della Fim-Cisl Gino Mattuccilli "era subentrata poco più di un anno fa prendendo in affitto il capannone, che era in concordato preventivo dopo l’uscita di scena della vecchia proprietà, la Pozzoli di Bergamo. L’affitto del ramo d’azienda, secondo le intenzioni manifestate inizialmente dal gruppo, avrebbe dovuto rappresentare il primo passo verso l’acquisto definitivo dell’immobile". Cosa che, però, non è avvenuta.

Per spiegare le cause di questo fallimento non basta invocare la crisi economica e la diminuzione delle commesse. Secondo Mattuccilli, alla base di tutto ci sarebbe anche una serie di errori manageriali. L'ex Otefal produce infatti lastre di alluminio destinate prevalentemente alla produzione di tapparelle e avvolgibili. Il primo errore commesso dal gruppo siriano è stato quello di aver usato i macchinari presenti all'interno dello stabilimento, tarati per fabbricare lamine dello spessore di 3 millimetri, per produrre lastre dallo spessore ancor più sottile (0,3 millimetri). Obiettivo impossibile da raggiungere utilizzando le medesime apparecchiature.

Inoltre, l'azienda avrebbe scontato anche delle differenze culturali e dei gap in termini di conoscenza e di esperienza industriale. La Madar, infatti, ha stabilimenti diffusi soprattutto in Turchia, Asia Minore e Nord Africa. Paesi e contesti territoriali molto diversi dall'Italia e dall'Europa, nei quali vigono norme sulla sicurezza, sull'organizzazione del lavoro e sulla gestione aziendale molto distanti dalle nostre.

Come se tutto ciò non bastasse, infine, è arrivata, qualche mese fa, anche una sanzione da 4milioni di euro comminata in seguito ad alcuni accertamenti fatti della Guardia di Finanza, in seguito ai quali è emerso che l'azienda avrebbe evaso l'Iva per centinaia di migliaia di euro.

Fino ad oggi, non si vedevano soluzioni all'orizzonte. Eppure, il mercato dell'alluminio, in cui la Otefal è specializzata, è un settore assolutamente solido. Possibile non ci siano compratori interessati? Stando al sindacato, il fatto che siano andate deserte ben tre aste potrebbe nascondere - in realtà - la volontà di smantellare definitivamente il sito, smembrando e svendendo le apparecchiature e i macchinari.

 

 

 

Ultima modifica il Lunedì, 06 Ottobre 2014 18:59

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