Mercoledì, 18 Febbraio 2015 14:49

Progetto Case, proseguono le indagini sul crollo del balcone: erano semplici tavole inchiodate

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Lo scorso 11 febbraio sono iniziate, nell'ambito delle indagini aperte dalla Procura di L'Aquila che le ha disposte, le operazioni di smontaggio dei solai dei balconi della piastra numero 19 del Progetto case a Cese di Preturo, quella in cui il 2 settembre dello scorso anno è crollato il famoso balcone.

A svolgere il lavoro d'indagine ci sono gli uomini della forestale coordinati dall'agente Alberto Maurizi e i consulenti nominati dalla Procura.

E i primi risultati sono a dir poco sconcertati. Se nei primi giorni di lavoro si era ipotizzato infatti l'utilizzo nella costruzione di una tecnica poco diffusa in Italia detta "Xlam", consistente nell'accoppiare strati di tavole incrociate, oggi il giornalista Marcello Ianni sulle pagine regionali de Il Messaggero riprende alcune indiscrezioni secondo cui invece quelle erano "delle semplici tavole di legno inchiodate". Solai e balconi insomma non sarebbero stati costruiti con tavole pressate, uscite dalla fabbrica, ma realizzati in loco con semplici tavole.

Qualcosa insomma che, se fosse confermato, sarebbe più simile all'autocostruzione di una favelas piuttosto che ad una "grande opera".

L'inchiesta giudiziaria aperta sul caso affidata al sostituto procuratore della Repubblica Roberta D'Avolio, coinvolge finora 40 indagati e ipotizza i reati di crollo colposo e frode nelle forniture (reato a rischio di prescrizione dato che i fatti risalirebbero al 2009) oltre che la contravvenzione per il responsabile della manutenzione straordinaria (il Comune) secondo quanto stabilito dall'articolo 677 che prevede responsabilità nei casi di "minaccia a vista".

Dopo il crollo e l'apertura delle indagini gli uomini della forestale hanno proceduto al sequestro di 800 balconi entrando in 500 appartamenti dei Progetti Case di Cese di Preturo, Arischia, Coppito 2, Collebrincioni e Sassa la cui costruzione era stata aggiudicata tramite il bando pubblico della Protezione Civile al raggruppamento temporaneo d'impresa costituito dalle aziende Iter Gestione e appalti Spa, Sled Spa e Vitale Costruzioni Spa.

E le indagini continuano. Scrive sempre Ianni sul Messaggero di oggi:

"Nei giorni scorsi gli agenti del Nipaf, diretti da Antonio Rampini (con il coordinamento del comandante provinciale Nevio Savini), hanno acquisito nelle due sedi romane del dipartimento di Protezione civile, ulteriore documentazione tecnica e amministrativa sui progetti Case, realizzate all'Aquila dalle ditte finite sotto inchiesta insieme ad una quarantina di persone che a vario titolo hanno parteci- pato alle gare del post terremoto proprio per la realizzazione dei manufatti provvisori. Si tratta della seconda trasferta dopo quella effettuata a inizio inchiesta, seguita anche dal procuratore capo Fausto Cardella.

 

Sempre Il messaggero, dello scorso 12 febbraio, ha riportato inoltre uno stralcio di una prima relazione sullo stato del balcone incriminato e sulle possibili cause del crollo, redatta dall'ingegnere della Forestale dell'Aquila Maurizio Sista:

 

"Il collegamento tra gli elementi appare approssimativo. La marcescenza appare pià grave sul lato sinistro, la struttura del balcone appare in pendenza verso l'edificio, fatto che ha favorito l'immissione di acqua piovana verso la struttura portante interna". E ancora. "Non si rilevano materiali finalizzati alla sua impermeabilizzazione, inoltre realizzare un balcone nel modo in cui è stato realizzato, quello preso in esame – scrive Sista – non solo è in contrasto con le norme ma anche con le regole del costruire a regola d'arte". Ancora: «Non è da escludere - continua il consulente - poi che la modalità realizzativa abbia innescato un processo di deterioramento causato dal diverso grado di umidità esterna rispetto a quell'interna". 


I consulenti nominati da D'Avolio provvederanno nei prossimi giorni alle prove di carico nelle quali i solai e i balconi oggetto dell'indagine dovranno sopportare carichi di 450 chilogrammi per metro quadrato come previsto da legge. A breve poi, la relazione sarà completata e consegnata nelle mani del PM che deciderà se rinviare o meno a giudizio acuni o tutti gli indagati. (A.T.)

 

 

 

Ultima modifica il Mercoledì, 18 Febbraio 2015 17:24

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