Lunedì, 06 Aprile 2015 01:24

Sei anni dopo, Vittorini: "Non ho più fiducia nello Stato ma ci batteremo"

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"Quest'anno è una fiaccolata diversa: l'obiettivo non è solo ricordare chi non c'è più ma battersi per la verità e la giustizia. Quella notte c'è stato un 'evento morte', ve lo dico giuridicamente, perché giuridicamente bisogna affrontare e stiamo affrontando questa vicenda".

In piazza Duomo, Vincenzo Vittorini ha appena ascoltato rintoccare la campana delle Anime Sante per 309 volte, tante quante le vittime del terremoto di sei anni fa. "Lo Stato ha enormi responsabilità in quella che definisco la strage dell'Aquila: qui, sono state uccise 309 persone e, dopo un primo grado di giudizio, con le sue mille mani lo Stato sta tentando di ribaltare tutto per fornire, così, una verità diversa da quella che conosciamo, avendola vissuta e avendo studiato le carte nei minimi particolari". 

La sentenza d'appello del processo alla Commissione Grandi Rischi, con l'assoluzione di sei dei sette 'esperti' che si riunirono a L'Aquila il 31 marzo 2009, è ferita ancora fresca sulla carne della città. Assolti "perché il fatto non sussiste", ha stabilito il collegio giudicante. "Il fatto non sussite ma uccide", la risposta su di uno striscione di associazioni e comitati che hanno sfilato silenziosamente, rendendo però visibile ed esplicita l’indignazione di un’intera città. Con lo striscione, con le magliette che i giocatori dell'Aquila Rugby indossarono in campo all'indomani della sentenza, "6/4/2009, il fatto non sussiste", portando al collo dei cartelloni con alcune dichiarazioni dei componenti la Commissione Grandi rischi. 

"Qualcuno mi ha chiesto se ho ancora fiducia nello Stato", sottolinea Vittorini. "Penso di no, soprattutto dopo aver letto della nomina del nuovo capo della Protezione civile, nella persona di Fabrizio Curcio. Avvinghiata con l'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso: Curcio sa tutto di quanto è stato architettato su L'Aquila. Un premier, Matteo Renzi, che dice di voler cambiare l'Italia dovrebbe creare discontinuità rispetto al passato. Invece...".

Invece, Vincenzo Vittorini è convinto che con la scelta di Fabrizio Curcio si voglia stendere un velo di omertà su quanto accaduto a L'Aquila. "Vi spiego perché: nel momento in cui il procuratore generale della Corte d'Appello chiede il rinvio a giudizio per Guido Bertolaso, lo Stato risponde nominando un semplice funzionario al livello più alto, quel semplice funzionario che potrebbe essere chiamato sul banco dei testimoni e, ora, si presenterà da capo della Protezione civile". 

Così, "si crea una frattura enorme tra lo Stato e i cittadini, tra lo Stato e noi, che continueremo a batterci con tutte le nostre forze, in maniera civile, degna, come questa sera, per arrivare alla verità. E speriamo, sarà una delle pochissime volte in cui si arriverà alla verità, per una strage di Stato". 

Ultima modifica il Lunedì, 06 Aprile 2015 02:14

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