A due anni dalla grande manifestazione di Pescara, con migliaia di persone in strada per dire 'no' al progetto Ombrina mare, l'Abruzzo torna a mobilitarsi "contro tutte le trivellazioni". Appuntamento fissato per sabato 23 maggio, a Lanciano. "Noi cittadini abruzzesi abbiamo già scelto molti anni fa. Non vogliamo Ombrina, ma il Parco Nazionale della Costa dei Trabocchi, il mare pulito, un’economia agroalimentare di qualità, la valorizzazione turistica e culturale del territorio, un modello di sviluppo compatibile con la natura".
Intanto, il Consiglio regionale prova a trovare delle soluzioni, muovendosì però in modo abbastanza confuso. Ieri, è stata approvata una risoluzione presentata dalla maggioranza di centrosinistra che impegna il Presidente della Giunta, Luciano D'Alfonso, ad attivarsi per favorire la rapida conclusione delle procedure di perimetrazione del Parco dei Trabocchi della costa teatina, dando piena attuazione alla L.R. n. 93/94, che tutela "i trabocchi e il loro intorno, compreso il tratto di mare che concorre a formare il quadro d'insieme". Impegna inoltre, il Presidente ad intervenire presso i Ministri dell'Ambiente e dei Beni Culturali affinché non firmino i Decreti di Compatibilità Ambientale riguardanti i progetti 'Ombrina Mare 2' ed 'Elsa 2' e nell'eventualità venissero firmati, a promuovere l'impugnativa presso il TAR del Lazio dando mandato alla competente Avvocatura Regionale.
La risoluzione, inoltre, prevede che il Presidente si adoperi presso il Ministro dello Sviluppo economico affinché non firmi i Decreti di Concessione inerenti i due progetti e chieda al Governo di emanare un decreto legge che modifichi l'art.6, comma 17, del Codice dell'Ambiente (nella versione introdotta dal Decreto Sviluppo 2012) come indicato da progetti di legge e risoluzioni presentate alla Camera dei Deputati e al Senato da diverse forze politiche e, più precisamente, al fine di impedire le attività di ricerca e prospezione di idrocarburi nei tratti di mare antistanti le aree protette e ripristinando il divieto di ricerca e coltivazione entro le 12 miglia dalla costa.
"Un passaggio importante che spero serva a far ritornare sui propri passi quei politici neofiti che troppo presto hanno cercato, in maniera infantile, di gettare discredito sulla linearità e correttezza dell'operato 'no triv' dell'Assessorato e dell'intera Giunta regionale", ha sottolineato l'assessore all'Ambiente, Mario Mazzocca (Sel).
"Oggi in Consiglio è stato svelato il grande inganno su Ombrina Mare. All’improvviso tutto il centrodestra è fuggito dall’aula per non partecipare alla votazione che diceva ‘no’ a Ombrina e ‘sì’ al Parco nazionale della Costa Teatina", la denuncia del consigliere regionale del Pd, Sottosegretario alla Giunta, Camillo D’Alessandro. "Ha votato a favore solo il M5S – ha spiegato D’Alessandro – mentre il centrodestra, con il suo atteggiamento, ha dimostrato di essere favorevole agli insediamenti petroliferi, lasciando i banchi per non esprimere il proprio dissenso. Noi lo sapevamo e li abbiamo scoperti, facendo crollare il muro delle menzogne che si sono susseguite in questa ‘giostra’. La maggioranza e il governo del Presidente Luciano D’Alfonso ha sempre detto ‘no’ alle piattaforme petrolifere, presentando anche due ricorsi alla Corte Costituzionale contro i provvedimenti che hanno dato il via libera a Ombrina".
Pronta la replica, piccata, del centrodestra in Consiglio regionale, affidata al forzista Mauro Febbo. "Il sottosegretario Camillo D'Alessandro prima di lasciarsi andare a delle dichiarazioni prive di significato e di qualsiasi fondamento politico, farebbe bene a guardarsi allo specchio e contare fino a dieci poiché la nostra non presenza in aula voleva sottolineare proprio la loro tardiva e insignificante risoluzione inerente il problema di Ombrina Mare, cioè aver messo una pezza a colori".
Febbo ha ricordato che "solo qualche giorno fa la stessa maggioranza aveva respinto la nostra risoluzione, depositata con ben sette giorni di anticipo, dove si impegnava in maniera concreta il Presidente della Giunta ad attivarsi presso la competenti sedi ministeriali al fine di scongiurare definitivamente una deriva petrolifera. Visto che anche lo stesso Ministro all'Ambiente Galletti ha dichiarato ufficialmente che l'installazione di Ombrina Mare e delle altre perforazioni continuano il loro iter e non verrà fermato neanche dalla costituzione e perimetrazione del Parco della Costa Teatina, ormai divenuto inutile. Inoltre D'Alessandro mente sapendo di mentire, poiché anche lui è consapevole dell'inutilità del ricorso presentato dalla Regione alla Corte Costituzionale, poiché riguarda le competenze che aveva la Regione sugli impianti a terra e che al 31 marzo scorso saranno definitivamente decadute anche sui progetti in itinere. Infatti – ha rimarcato Febbo - lo 'Sblocca Italia' esclude le Regioni dalle concessioni a terra per gli idrocarburi e rende il ricorso inefficace visto che il Governo Renzi ha avviato anche il percorso di modifica del Titolo V della Costituzione, togliendo alle stesse amministrazioni regionali anche le competenze in materia di trasporto delle energie, come il metanodotto Snam. Pertanto la nostra posizione – ha concluso il consigliere regionale forzista - rimane quella di sempre e coerente da 14 anni, ossia no al Petrolio e no al Parco, mentre il Partito Democratico è ondivago: a livello nazionale è a favore delle trivelle, mentre in Regione Abruzzo ha posizioni contradditorie e diverse, a seconda dell'esponente politico. E lo stesso vale per il Parco, visto e considerato che i Sindaci del PD che si dichiarano favorevoli, a oggi, ancora non approvano nessuna perimentrazione: neanche quella presentata dal Commissario De Dominicis".
Dove sta la verità? Difficile a dirsi. A far chiarezza, ha provato il professore di diritto costituzionale Enzo Di Salvatore. "Una risoluzione del Consiglio regionale su Ombrina non serve proprio a niente", ha spiegato. "Le risoluzioni sono atti di indirizzo politico che impegnano un organo ad agire a patto che l'organo in questione abbia la competenza. E su Ombrina la Regione non ce l'ha". Per lo stesso motivo, neppure una risoluzione sul Parco della Costa teatina servirà a niente, come sottolineato tra l'altro anche dal ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti. "In ogni caso - ribadisce Di Salvatore - non c'è alcuna relazione tra il Parco della Costa teatina e Ombrina. E non c'è alcuna relazione tra lo Sblocca Italia e il progetto di trivellazione, sbloccato dal decreto sviluppo del 2012 e non dal provvedimento del governo Renzi. La Regione Abruzzo - assieme ad altre sei Regioni - ha impugnato lo Sblocca Italia dinanzi alla Corte costituzionale. Anche se l'esito del giudizio sarà positivo (come si spera), la sentenza della Corte non avrà alcun effetto su Ombrina".
Dunque, cosa si può fare? "La risposta al problema Ombrina può venire dallo Stato, attraverso una modifica legislativa al decreto sviluppo del 2012 (prima che il procedimento di Ombrina si concluda), oppure dal giudice amministrativo qualora, concluso il procedimento, qualcuno impugni la concessione dinanzi al TAR Lazio".
Il Consiglio regionale, ieri, ha impegnato il presidente Luciano D'Alfonso a farlo, se necessario. "Il Presidente della Regione agisca ora in coerenza con il mandato ricevuto dal Consiglio: nel caso in cui il Governo dovesse rifiutarsi di adottare un decreto-legge di modifica del Decreto Sviluppo del 2012, non risolvendo, con ciò, il problema di Ombrina, stia dalla parte degli Abruzzesi e rassegni le dimissioni dalla carica istituzionale", si legge in un comunicato diffuso, stamane, dal Coordinamento No Triv. "Questa non é una questione politica tra le tante, questa é la questione primaria per agire in continuità e coerenza con i ricorsi alla Corte Costituzionale presentati su Sblocca Italia e Legge di Stabilità 2015; l'occasione per rendersi effettivo rappresentante degli interessi collettivi regionali, in reale contrapposizione con l'impostazione estrattivista del Governo nazionale, del suo partito, e delle multinazionali".