"All'Aquila, dal primo giorno del post-sisma, sono stati spesi 14 miliardi di euro e abbiamo assistito a tentativi di infiltrazione molto seri da parte della criminalità organizzata e di corruttori di ogni genere".
A dirlo Giovanni Legnini, vice presidente del Consiglio superiore della magistratura, già sottosegretario all'economia con delega alla ricostruzione del cratere, ospite, questo pomeriggio a Pescara, della kermesse "La Repubblica delle idee - Il prezzo della corruzione".
"Questi tentativi in parte hanno attecchito - ha aggiunto Legnini - ma sono stati anche notevolmente arginati dall'azione preventiva e repressiva svolta dalla magistratura aquilana e dalle forze dell'ordine, che peraltro non hanno a disposizione gli strumenti più efficaci".
Il vice presidente del Csm ha invitato a non abbassare la guardia, sottolineando come la ricostruzione non sia affatto conclusa: "siamo anzi solo agli inizi - ha concluso - visto che per completare questo processo occorreranno ancora almeno 8, 9, forse anche 10 anni".
Un 'allarme' condiviso dalla Direzione investigativa antimafia (Dia), nella relazione semestrale pubblicata nel settembre scorso. La Dia ha inteso ribadire come in Abruzzo siano all'opera "personaggi legati a sodalizi criminali interessati alla ricostruzione post-terremoto".