Lunedì, 28 Ottobre 2019 13:13

L'Aquila, piano di dimensionamento scolastico: formalizzata la richiesta di sospensione della delibera

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"Sospendere con effetto immediato la deliberazione di Giunta n. 404 del 17 settembre 2019 sul piano di dimensionamento scolastico e l’intero iter procedurale, per sostenerne uno efficace, ragionato e partecipato che coinvolga fattivamente tutto il personale scolastico nelle sedi decisionali tramite propri rappresentanti e che tenga conto delle esigenze delle famiglie, degli studenti, delle studentesse e delle varie parti sociali e culturali dei territori".

La richiesta è stata formalizzata a seguito dell'assemblea del 21 ottobre scorso [qui, l'approfondimento], indetta dalle parti sindacali e aperta alla cittadinanza, con una lettera inviata al sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, all'assessore alle Politiche educative e scolastiche Francesco Bignotti, oltre che al presidente della Repubbica Sergio Mattarella, al Ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, al presidente della provincia Angelo Caruso e al governatore Marco Marsilio.

A sostegno della richiesta sono state raccolte in pochissimi giorni già 512 firme che verranno presentate a campagna terminata.

La Giunta comunale ha approvato una proposta di dimensionamento della rete scolastica del Comune dell’Aquila che, in sostanza, porterà alla verticalizzazione di tutto il primo ciclo di istruzione attraverso l’aggregazione della scuola dell’infanzia, della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado in sei Istituti Comprensivi con la soppressione delle Direzioni didattiche e delle scuole secondarie di primo grado non aggregate [qui, l'approfondimento].

Il piano è stato subito contestato dalle forze politiche d’opposizione [qui, l'approfondimento], perché ritenuto troppo penalizzante nei confronti dell’istituto Rodari e, più in generale, delle scuole della zona sud-est della città. Le proteste sono poi montate fino a entrare dentro gli stessi istituti, in primis ovviamente il Rodari, che ha formalizzato la propria contrarietà in un’assemblea [qui, l'approfondimento]. L’incontro del 21 ottobre, però, ha certificato come il dissenso coinvolgesse l'intero mondo della scuola in città.

Dunque, la richiesta di ritirare la delibera. 

Il piano, è stato messo nero su bianco, "penalizza il territorio, già fortemente deprivato e disgregato a causa del sisma del 2009, la cui popolazione, dislocata ancora perifericamente, trova nei plessi scolastici più centrali il luogo privilegiato per tessere legami, per recuperare senso di appartenenza alla propria città e generare motivazione per tornare a viverla, offrendo anche i propri locali e spazi alle agenzie sociali presenti nei contesti di riferimento".

Non solo: "precorre un’azione che va eseguita al termine o quantomeno in uno stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione degli edifici scolastici, senza attenderne il loro fattivo ricollocamento e senza tener conto della mobilità demografica ancora in fieri, affidandosi a proiezioni che hanno un largo margine di errore; genera preoccupazione nelle famiglie perché scardina punti di riferimento ormai riconosciuti e consolidati nel tempo, come la continuità educativa, didattica e metodologica garantita da un organico stabile che invece sarà messo inevitabilmente in discussione; pregiudica la continuità relazionale e renderà obsoleti i documenti didattici pluriennali (PTOF; RAV; PDM; PON; OPCM; PAI; Piani di dipartimenti; Curricoli verticali e orizzontali) elaborati tenendo conto delle realtà, delle specificità e delle risorse dei vari territori, nell’ottica dell’unitarietà dei saperi e nel rispetto del processo formativo".

L'assemblea contesta, altresì, come il piano metta in discussione "le realtà territoriali dove la scuola ha svolto un ruolo fondamentale nella ricostruzione del tessuto sociale post sisma, diventando punto di riferimento per le famiglie che ne hanno apprezzato e riconosciuto le scelte didattiche, metodologiche e pedagogiche". Inoltre, "non tiene conto del necessario coinvolgimento dei 'portatori di interesse' che subiranno una decisione presa dall’alto e non partecipata: studenti e studentesse, famiglie, docenti, personale scolastico tutto, coloro che, a vario titolo, hanno contribuito a configurare le scuole dell’attuale assetto quale luogo privilegiato dell’aggregazione, dell’incontro, della costruzione dell’identità personale, della crescita individuale e collettiva, della maturazione del senso di appartenenza, concorrendo, ognuno con la propria specificità, a creare coesione, spirito di cooperazione e interazione, presupposti fondamentali per un progetto educativo basato sulla condivisione e la corresponsabilità".

Per questi motivi, il piano di dimensionamento approvato dalla Giunta "rischia di diventare ben presto 'precario', poiché innescherà un meccanismo di trasferimenti anomali, di docenti e di iscrizioni, e necessiterà a breve una rivisitazione con grande dispendio di energie e di risorse".

Ultima modifica il Giovedì, 07 Novembre 2019 13:38

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