E' un muro contro muro.
A poco è servita la conferenza stampa indetta dal sindaco Massimo Cialente e dall'assessore Pietro Di Stefano per presentare alla città il progetto di riscoperta di Porta Barete e riqualificazione dell'area, proposto ai cittadini proprietari delle abitazioni che affacciano sulle mura di via Vicentini e ai codomini del civico 207, via Roma.
Non c'è accordo. Anzi, alcuni dei residenti del civico 207 continuano a sollevare seri dubbi sull'azione dell'amministrazione.
"E' una proposta vecchia di un anno e mezzo", sottolineano. "Non c'è nulla di nuovo. E continuano a mancare risposte ai dubbi che abbiamo sollevato già un anno fa".
"Se avessero accettato allora la proposta, avremmo già potuto risolvere i dubbi dei cittadini, lavorando con maggiori certezze", la replica dell'assessore Di Stefano. Che si domanda: "I residenti del civico 207 sono interessati alla proposta, oppure no? Fosse anche per discuterne, sono disponibili a sedersi ad un tavolo con l'amministrazione? Se si parte da un no fermo, è inutile sollevino ancora dubbi sul progetto".
Muro contro muro, appunto. Da una parte, le legittime esigenze di cittadini che hanno visto approvare il progetto di ricostruzione delle loro abitazioni distrutte e che poi, d'un tratto, hanno assistito attoniti al prorompere del dibattito su un'antica porta dimenticata e, in realtà, non più esistente se non per l'antiporta, che ha di fatto precluso la possibilità di tornare a casa in tempi brevi. Dall'altra, l'interesse di una fetta importante di città che ha sposato l'idea di riaprire l'antica porta e di riqualificare l'intera area, in effetti degradata al 5 aprile 2009.
L'amministrazione intende sostenere il progetto, con un certo ritardo e modalità tutte ancora da chiarire, investendo fondi e tentando di venire incontro alle esigenze dei cittadini, sostenuta dalla Soprintendenza che prima ha posto un vincolo sulle mura medievali, sospeso dal Tar per vizi di forma, e poi - ritirando il vincolo in autotutela per formularne un altro - ha inviato una lettera ai condomini e alla ditta che si è aggiudicata i lavori avvisando che i beni rinvenuti sono di proprietà dello Stato e che eventuali colate di cemento che dovessero rovinare il sito potrebbero portare alla richiesta di rifondere i danni arrecati. Una bella grana, in particolare per l'impresa.
I cittadini residenti, invece, si sentono perseguitati dall'amministrazione, anche un pò a ragione se si riflette che pochi metri più in là è stato appena restituito un palazzo - ricordate la vecchia pizzeria dei fratelli Di Tommaso? - che insiste proprio sulle mura urbiche. Il loro non è un no a prescindere, ribadiscono. Non si fidano affatto, però.
E sollevano dubbi legittimi: il Comune dell'Aquila ha proceduto all'acquisizione dei terreni dove dovrebbe essere discolato il civico 207? Siamo sicuri che i residenti nei cinque condomini che affacciano su via Vicentini siano davvero convinti di accettare l'acquisto equivalente o, se proprietari di seconda casa, lo 'scambio' con altra abitazione già in disponibilità del Comune dell'Aquila, permettendo così di ricostruire tre palazzi dove erano cinque e liberando metri per il civico 207? E' davvero possibile offrire lo 'scambio' ai proprietari di seconda abitazione? E ancora: i 300 appartamenti che l'amministrazione sostiene di avere a patrimonio a seguito della decisione di alcune famiglie di usufruire dell'acquisto equivalente, sono stati già ricostruiti, oppure si stanno offrendo abitazioni ancora da restaurare? In ultimo: l'amministrazione, dove intende trovare le risorse per finanziare il progetto presentato?
Legittime sono anche le risposte dell'amministrazione, dell'assessore Pietro Di Stefano in particolare. "Se si dice che si può spostare il civico 207 di qualche metro, evidentemente si è nelle condizioni di farlo", ribadisce a NewsTown. "E' un onere che assume il Comune dell'Aquila, impegnando fondi certi: è evidente che tutto dovrà girare per il verso giusto". In altre parole, è necessario che i cittadini residenti nei cinque condomini su via Vicentini rispettino l'assenso dato a parole. "I residenti devono fidarsi nella misura in cui il Comune offre certezze". Anche sulla possibilità di offrire lo scambio d'abitazione ai proprietari di seconda casa, l'assessore è categorico: "Si può fare".
E sulla condizione degli alloggi acquisiti a patrimonio e offerti ai cittadini della zona, Di Stefano cita la favola di Bertoldo, condannato all'impiccagione, ma con il permesso di scegliere lui l'albero, che finì per trovare una pianta di fragole - poco adatta per appendere un condannato - tra altri arbusti certamente più adatti. "Ci sono abitazioni ancora da ricostruire, certamente. Altre però, sono praticamente pronte. Anzi, a qualche decina di metri da Porta Barete ci sono alloggi disponibili, in zona Villa Gioia".
Dunque, l'affondo: "Avremmo potuto lasciare soli i residenti del civico 207, alle prese con la Soprintendenza che ha fatto chiaramente intendere come i ritrovamenti del sito di Porta Barete siano beni dello Stato, e come tali da tutelare. Invece, stiamo tentando di venire incontro ai residenti: come detto in conferenza stampa, però, è necessario che anche loro vengano incontro alle proposte dell'amministrazione".
Un vero e proprio braccio di ferro.