"Ringrazio il presidente del Consiglio Renzi, il ministro Padoan, il sindaco dell'Aquila Cialente e tutti i sindaci del Cratere, il presidente e il vicepresidente della Regione, D'Alfonso e Lolli, i parlamentari e tutti i responsabili delle istituzioni e delle associazioni di categoria e sindacali che mi hanno assicurato continuo sostegno e collaborazione".
Sembra quasi un congedo per Giovanni Legnini che - a meno di clamorose sorprese - vivrà a breve un'altra parentesi importante della sua vita politica, la vicepresidenza del Consiglio superiore della Magistratura, lasciando la poltrona di sottosegretario all'economia del governo Renzi e, soprattutto, la delega alla ricostruzione dei comuni sconvolti dal terremoto del 2009.
"E' stato fatto un lavoro importante, insieme ai sindaci e a tutti gli attori della ricostruzione - ha aggiunto - e sono state impostate decisioni che potranno consentire di guardare al futuro della ricostruzione con fiducia".
Legnini ha ringraziato annunciando lo stanziamento di altri 250milioni di euro per la ricostruzione - più o meno, 150 all'Aquila e il resto ai comuni del Cratere - trovati tra le pieghe del decreto 'Sblocca-Italia' su iniziativa del ministro all'Economia, Padoan. "La somma - ha spiegato - si aggiunge agli altri 270milioni circa ancora disponibili e impegnabili nel 2014. In tal modo, con un importo di oltre 500milioni, che si aggiunge ai 480milioni già assegnati dal Cipe lo scorso mese di agosto, si arriva ad una somma complessiva di 1miliardo di euro per l'anno in corso. Un importo che consentirà di completare le esigenze dell'anno".
Dunque, almeno per i prossimi mesi l'attività degli uffici per la ricostruzione non si fermerà. Si naviga a vista, però: i fondi stanziati, infatti, potranno soddisfare le esigenze fino alla fine dell'anno. Per il 2015, servirà l'ennesima battaglia sui tavoli romani. E ne è consapevole anche Legnini: "Si tratta di un ulteriore passo in avanti cui dovranno seguire le decisioni finanziarie per gli anni futuri e l'approvazione della legge organica sulla ricostruzione il cui testo definitivo è stato trasmesso alla Presidenza del Consiglio".
Chi assumerà la responsabilità delle importanti decisioni attese dal Cratere? Difficile a dirsi. Anche perché - e così torniamo alle possibili 'clamorose' sorprese - la nomina di Legnini a vicepresidente del Csm, in queste ultime ore, è messa in dubbio da più di un mal di pancia. Stando a quanto scrive 'Repubblica', i componenti togati del Consiglio superiore della Magistratura e, in particolare, la sinistra di Area e una parte di Unicost, non intendono affatto votarlo alla vicepresidenza di Palazzo dei Marescialli sebbene sia il laico che, finora, ha ottenuto più voti in Parlamento.
Legnini infatti viene considerato "un uomo del governo, un’anomalia e un’intrusione mai avvenuta prima e quindi inaccettabile". Dunque, il Partito Democratico starebbe pensando ad una possibile alternativa: Anna Rossomando, avvocato di Torino, deputata in commissione Giustizia e nella Giunta per le autorizzazioni.
Staremo a vedere. Quel che è certo è che difficilmente Legnini lascerà il Governo se dovesse restare un componente semplice del Csm. E a questo punto potrebbe essere lui stesso a proseguire il percorso avviato per la ricostruzione, mantenendo il posto da sottosegretario all'Economia e, così, la delega al cratere.
Altrimenti, visto che Giovanni Lolli - a margine dell'incontro sul destino dell'area di Collemaggio - ha ribadito che non lascerà la vicepresidenza della Giunta Regionale, resterebbe in piedi la 'candidatura' della senatrice Stefania Pezzopane: pare assai poco credibile, invece, che il governo Renzi raccolga le 'indicazioni' del sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che nelle scorse ore ha fatto i nomi dell'ex ministro Fabrizio Barca e dell''intramontabile' Gianni Letta.