Giovedì, 18 Maggio 2017 10:03

Intercettazioni, parla Cialente. Spiega i fatti, e attacca: "Io, vittima civile"

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Risponde, Massimo Cialente; al culmine delle polemiche per la pubblicazione di alcuni stralci delle intercettazioni telefoniche e ambientali raccolte nell’ambito del procedimento penale aperto a carico del primo cittadino per due vicende legate ad appalti post-sisma [Leggi l’approfondimento], risponde al Movimento 5 Stelle che, giusto lunedì, pur non entrando nel merito dell’inchiesta e “non mettendo in dubbio l’estraneità alle accuse del primo cittadino” prosciolto con formula piena dal Gip dell’Aquila, aveva denunciato “fatti che gettano ombre sull’operato della giunta di centrosinistra e del sindaco stesso, sui quali gli aquilani hanno diritto che venga fatta definitiva chiarezza”. Dunque, avevano avanzato alcune domande a Cialente [Leggi qui] che vertono, in particolare, su tre vicende: il trattamento di “assoluto favore” di cui avrebbe beneficiato il primo cittadino per lavori eseguiti a casa sua dalla società EdilFrair, per un totale di 20mila euro che il sindaco starebbe pagando in modo dilazionato, 300 euro al mese fino al 2022; la presunta consapevolezza di Cialente d’essere intercettato; infine, la vicenda dei sei consiglieri comunali che sarebbero stati ‘al soldo’ della grande distribuzione.

Iniziamo dai lavori eseguiti a casa sua: Cialente spiega ai nostri microfoni che sta pagando 1201,66 euro al mese (e non 300 euro) in 18 rate, “e finirò di pagare in agosto” aggiunge; mostrandoci un bonifico bancario, spiega che si tratta di “lavori eseguiti in seguito alle opere di restauro post-sisma: parliamo della copertura di un patio, trasformato in studio”. L’equivoco nasce da una intervista rilasciata al quotidiano ‘Il Centro’ dal primo cittadino: “Ho spiegato al giornalista che uso pagare qualsiasi lavoro con i bonifici, perfettamente tracciabili, compresi i 300 euro mensili al giardiniere: evidentemente, le mie parole sono state fraintese. Così, si è scatenato un vero e proprio caso politico, alimentato da una senatrice (Enza Blundo, ndr) che, probabilmente, siede sullo stesso scranno di Benedetto Croce e che, sul punto, vorrebbe addirittura presentare una interrogazione parlamentare”. E come mai i lavori sono stati pagati anni dopo l’effettiva esecuzione? “Spiegai alla ditta che non avrei potuto pagare subito: ci accordammo, dunque, per rinviare il pagamento di qualche tempo, tant’è vero che l’impresa ha messo regolarmente a bilancio i 20mila euro che la mia famiglia doveva. Ho chiesto che il pagamento fosse dilazionato, e non me ne vergogno; ho il conto in rosso, infatti: se ho iniziato a pagare 15 mesi fa, è perché abbiamo calcolato che, a fine mandato, dovrà rientrarmi la modesta liquidazione prevista e, dunque, potrò coprire i debiti accumulati. D’altra parte, avevo programmato la mia vita sullo stipendio da medico, 1300 euro in più al mese rispetto a quanto guadagno da sindaco: per fortuna, a giugno tornerò alla mia attività professionale e, magari, a fine anno potrò anche ricomprare la macchina”, ironizza Cialente.

C’è un’altra vicenda che emergerebbe dalle intercettazioni: si evince che lei sapesse di intercettato e anche quando le intercettazioni sarebbero finite. “Si sapeva che, subito dopo il terremoto, era stato deciso che tutti i decisori politici – purtroppo non altre categorie che hanno fatto la vera ricostruzione – dovessero essere intercettati; l’idea era che la politica ci avrebbe mangiato, la storia ha dimostrato che altri, in realtà, hanno provato a sedersi al tavolo. Lo sapevamo, se ne parlava”, spiega Cialente. Che aggiunge: “Era diventato un modo di dire: ‘c’è il maresciallo che ci ascolta’, scherzavamo al telefono. Eravamo consapevoli che, seppure non fossi tu l’intercettato, poteva esserlo l’interlocutore: in Abruzzo, si sono spesi fondi ingentissimi per mettere sotto controllo le comunicazioni telefoniche. E mi stava pure bene: ho pensato, ‘male non fare paura non avere’; tant’è vero che ho sempre parlato tranquillamente e con tutti, al telefono. Magari, se avessi saputo con certezza di essere intercettato avrei evitato di dire certe cose per evitare venissero estrapolate dal contesto, come sta accadendo: ma eravamo consapevoli che poteva succedere”.

E cosa può dirci dei 6 consiglieri comunali che, stando alle intercettazioni, lei sapeva fossero al ‘soldo’ della grande distribuzione? “Non l’ho mai detto”, si difende Cialente; in realtà, “mi riferirono che c’erano sei consiglieri che facevano gli interessi della grande distribuzione, chiesi chi fossero ma non mi venne data risposta: non so chi fossero, di quale schieramento, se erano davvero sei, otto o dieci. Non so se è vero”. A quanto si apprende, sarebbe stato il promotore del project financing alla Fontana Luminosa che, tra l’altro, prevedeva la realizzazione di locali commerciali a prezzi contingentati - “in un momento in cui i locali commerciali, persino in periferia, erano affittati a 40 euro a metro quadro” sottolinea malizioso Cialente - a mostrarsi preoccupato per l’approvazione del progetto in Consiglio comunale dove, disse al sindaco, sedevano sei consiglieri che sarebbero stati al soldo della grande distribuzione. “Non si fecero nomi, però”, ribadisce Cialente.

Queste le spiegazioni fornite a NewsTown dal sindaco uscente. Che non ha mancato di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: “Penso a mia moglie, ha pagato un prezzo altissimo: ancora non si viene a sapere com’è finito lo scandalo della moglie del sindaco [Leggi qui], la Asl non l’ha ancora convenzionata a seguito delle polemiche dei mesi scorsi, un diritto negato ad una lavoratrice, ad una privata cittadina che, senza colpe, si è ritrovata sui giornali. Ora basta, però: chi tiene in vita alcune ‘testate’, sarà chiamato a rispondere del fango gettato sulla mia famiglia, c’è un limite a tutto”.

Non solo. La lunga vicenda giudiziaria che l’ha coinvolto – aggiunge Cialente – “è stata avviata su un presupposto palesemente falso: sarebbe bastato navigare il sito del Comune dell’Aquila, laddove sono riportati i Sal e le ricevute a pagamento dei lavori post-sisma eseguiti a casa mia. Invece, sono arrivati ad acquisire il progetto, hanno interrogato gli operai che hanno svolto le opere, addirittura ho scoperto recentemente che sono state poste telecamere intorno alla mia abitazione: credo di aver avuto un'attenzione costosissima, sarà stato anche giusto per carità, ma forse sarebbe stata degna di miglior causa”, l’affondo.

Ed ora, a vicenda chiusa “col mio proscioglimento pieno” – ribadisce il primo cittadino – “si sta consumando un reato gravissimo: la pubblicazione delle intercettazioni raccolte nell’ambito del procedimento. Vorrei dirlo chiaramente: sono una vittima civile, scudo umano di una guerra ben più grande di me; sono entrato in vicende oscure, come la vicenda anomala dei 201 appartamenti di Pettino che non sta a me giudicare, certo, ma che ci ha impegnato sin dai mesi seguiti al terremoto, e non è un caso che il mio più pesante accusatore stia dietro la vicenda. Non so quali interessi si celino dietro la lunga storia delle 201”.

A domanda, Cialente non fornisce chiarimenti sulle “guerre”, ben più grandi di lui, che si sarebbero celate dietro alcune vicende che hanno caratterizzato la vita della città negli ultimi anni; piuttosto, riporta la discussione sul piano politico: “Credo che a tutti sia chiaro cosa c’è dietro, lo dimostra anche la vicenda che riguarda la senatrice Stefania Pezzopane, finita sui giornali per le dichiarazioni rilasciate da un imprenditore due anni fa che afferiscono ad una vicenda che si sarebbe consumata nel 2010; tra venti giorni si vota, il centrosinistra si presenta con una grande proposta strategia di sviluppo, raccogliendo i frutti del duro lavoro svolto dall’amministrazione in questi anni, il mio gradimento è ancora al 55-56% e, dunque, centrodestra e Movimento 5 Stelle non possono che portare il dibattito ‘altrove’. Vi sembra normale che, in campagna elettorale, non si stia parlando del futuro della città, di cosa succederà di qui a vent’anni, di come utilizzare i fondi del 4%, bensì della rate mensile che la signora Ussorio sta pagando ad una impresa per lavori svolti a casa sua? Sulla città, sta calando una cappa soporifera: non c’è più il gusto della politica e del confronto vero”. Cialente si dice preoccupato, “e non tanto per me o la mia famiglia” piuttosto per la città: “Mi pare si stiano riorganizzando determinati poteri, legati alle grandi questioni intorno a cui ruotano i soldi, l’edilizia, la grande distribuzione, che vogliono riaffermare il controllo sulla città”; un certo ordine “fatto di equilibri trasversali, di chi la città la controllava, di chi la governava, e pure di chi faceva finta di fare opposizione”.

Ultima modifica il Giovedì, 18 Maggio 2017 10:28

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