"Si è rafforzato il proposito di propormi come alternativa ai partiti politici. Sto verificando se ci sono le condizioni per poterlo fare".
Torna a parlare il vicesindaco dell'Aquila Nicola Trifuoggi, come abitudine, oramai, ai microfoni di Matilde Albani, ospite di Radar su LAQTv [guarda la trasmissione]. E le sue parole, sei mesi dopo aver annunciato la volontà di scedere in campo, alle amministrative del 2017, fanno di nuovo rumore.
Nessun simbolo di partito, liste civiche formate da persone perbene, e competenti. Trifuoggi è pronto a sfidare il Partito Democratico. "Il mio proposito - spiega - è stato rafforzato dal fatto che, dopo le prime dichiarazioni di sei mesi fa, continuo ad essere avvicinato da numerose persone che mi incoraggiano a candidarmi. Persone che dicono a volte di rappresentare se stessi, a volte di rappresentare movimenti d'opinione". Una candidatura che - come abbiamo già avuto modo di sottolineare - potrebbe scombinare le carte sul tavolo della politica cittadina.
Il progetto politico che Trifuoggi ha in mente, infatti, potrebbe dialogare con i moderati di centrosinistra, che cercano una proposta alternativa al Partito Democratico renziano e ai disegni politici del partito locale. Potrebbe attirare, altresì, il voto della borghesia aquilana e, così, del civismo di centrodestra. Non è un mistero che il vicesindaco dell'Aquila sia vicino al circolo aquilano di Possibile, il movimento che fa capo a Pippo Civati: all'epoca del voto per la segreteria regionale del Pd, con i civatiani ancora 'dentro' il partito, Trifuoggi fu l'unico esponente politico cittadino che sostenne la candidatura di Paolo Della Ventura, isolato dal partito aquilano che confluì su Marco Rapino. E non è un mistero che l'ex magistrato sia stato stuzzicato da Giorgio De Matteis, tra i primi a credere alla sua discesa in campo. Il progetto di una candidatura senza simboli di partito, civica, ricalca d'altra parte il percorso che De Matteis scelse per sfidare Cialente alle consultazioni del 2012.
Non solo. Trifuoggi, in questi mesi, ha partecipato a numerosissimi appuntamenti pubblici, al fianco del Comitato No Biomasse così come di altri gruppi d'interesse. Ha presenziato persino all'incontro sulla legalità promosso dal Movimento 5 Stelle in occasione del settimo anniversario del sisma, e la sua presenza non è sembrata affatto 'sgradita'.
Il vicesindaco si sta muovendo, insomma. E seppure lo stia facendo con ampio anticipo, non ha paura di bruciarsi, anzi. "Se sei mesi fa la possibilità di una candidatura era un'idea vaga - ha ribadito a Matilde Albani - adesso si è decisamente consolidata". Così come si è consolidata, seppure non sia mai stata in discussione, la volontà di non partecipare alle primarie del Partito Democratico. "Non è facile amministrare una città, nemmeno in condizioni di normalità: amministrare una città come L'Aquila, devastata da un terremoto, è difficilissimo. Tutti debbono essere grati a chi, dal 6 aprile ad oggi, ha gestito il difficile processo di ricostruzione, e mi riferisco a maggioranza e opposizione. E' altrettanto facile, però, andare a rilevare gli errori che sono stati commessi".
Trifuoggi ha un progetto piuttosto ambizioso: "Non mi proporrei mai per costruirmi una carriera politica, sarebbe ridicolo, e non solo per ragioni anagrafiche. Ho un altro progetto, in mente: per un motivo o per un altro, senza voler accusare nessuno, quello che manca, in città, è la classe dirigente del futuro. Ecco, ho l'ambizione di far crescere la classe dirigente che amministrerà la città tra dieci, vent'anni".
Senza voler accusare nessuno, certo, ma sembra proprio un affondo alla classe dirigente che, da anni, amministra la città e che, in effetti, non ha mai permesso alle giovani generazioni di crescere e assumere posizioni di responsabilità. L'unico che ci è riuscito è stato Pierpaolo Pietrucci, ma ha dovuto sgomitare parecchio. Quello di Trifuoggi sembra anche un affondo ai giovani del Pd che, seppure timidamente, hanno provato a lanciare un progetto politico nuovo e alternativo.
Civismo oltre i partiti dunque, liste costituite da persone perbene, spazio ai giovani che saranno la classe dirigente del domani, e attenzione agli aquilani fuori le mura: "Altro obiettivo che ho è far sentire aquilani tutti gli aquilani, anche quelli che vivono nelle frazioni che, a volte, a ragione, si sentono abbandonati. Ho visitato alcune frazioni e devo dire che ho trovato la stessa situazione che si sarebbe trovata 15 giorni dopo il terremoto". Frazioni, e non solo. "A me piacerebbe istituzionalizzare un tavolo di confronto con i sindaci dei paesi vicini", ha confidato Trifuoggi. "L'Aquila è il capoluogo di Regione e di Provincia ma, oltre ad esserlo nominalmente, deve porsi in modo autorevole così da far sentire a tutti il peso della sua autorevolezza".
Eccola, la sfida a Luciano D'Alfonso. A nessuno sarà sfuggito che il vice sindaco dell'Aquila ha disertato il Consiglio comunale straordinario sul Masterplan: "Ho il difetto di essere sincero: non c'ero perché sarebbe stato tempo perso", l'affondo. "C'è stata una lunga elencazione di interventi, con il solito linguaggio aulico del presidente di Regione, il prevedibile gioco delle parti, tra maggioranza e opposizione, e le questioni partitiche che hanno dovuto necessariamente ricomporsi. Ho pensato bene fosse il caso di occuparsi di altro". Anche perché, ha sottolineato Trifuoggi, "la città dell'Aquila rimane indiscutibilmente penalizzata dal Masterplan presentato da D'Alfonso, che si tratti di sanità, di opere pubbliche, o del finanziamento da 10 milioni per Campo Felice e non per il Gran Sasso". E sembra davvero di ascoltare le parole di De Matteis.
"Ci sono problemi ben più seri che bisogna risolvere, specie nell'approssimarsi di una scadenza importante come quella del 30 aprile, data entro la quale andrà approvato il bilancio, pena lo scioglimento del Consiglio comunale. E ci sono alcune cose che potrebbero incidere pesantemente sul bilancio e che vanno affrontate". La transazione con Impregilo, per esempio, da oltre 10 milioni di euro, per trovare una soluzione alla vicenda ultraventennale relativa alle riserve avanzate per la costruzione del megaparcheggio Lorenzo Natali, a Collemaggio. "Era assolutamente imprescindibile: siamo riusciti ad ottenere una transazione pur essendo stati condannati in Tribunale. Abbiamo ottenuto uno sconto del 10%, il non pagamento degli interessi, una rateizzazione triennale: è chiaro che questo tipo di transazione si può ottenere solo se c'è un atteggiamento di apertura da parte dell'interlocutore". E la transazione con la Cgrt di Eliseo Iannini per risolvere l'impasse sulla metropolitana di superficie? "La situazione è completamente diversa: Impregilo ci ha citato in giudizio, siamo stati condannati a pagare, e c'era dunque una cifra certa sulla quale trattare. Sulla vicenda della metropolitana, invece, abbiamo cause ancora in corso ma non c'è alcuna certezza della somma da riconoscere. Non siamo stati, finora, in grado di quantificare quanto, effettivamente, è stato fatto".
L'affidamento - ha ricordato Trifuoggi - "è stato annullato a seguito di una decisione presa in sede Europea: non si poteva procedere con un project financing, come si era fatto, piuttosto si doveva istruire una gara, non essendoci alcun rischio d'impresa. Bene fece il Comune, per evitare condanne in sede Europea, a disdire l'impegno. Un annullamento dovuto: dunque, all'impresa spetta soltanto il rimborso delle spese sostenute. Nient'altro".
L'avevamo già scritto: Trifuoggi si presenta come uomo di Governo, certo, ma soprattutto come emblema di legalità. "Quante denunce di cittadini ricevo? Ne arrivano abbastanza frequentemente, segnalazioni firmate e anonime. Due sono le strade, che conducono allo stesso traguardo, la Procura della Repubblica: alcune segnalazioni vengono trasmesse immediatamente, senza ulteriori accertamenti, perché corredate d'informazioni concrete. Poi, è la Procura a decidere chi deve svolgere le indagini. Altre segnalazioni, invece, sfumate o molto generiche, preferisco sottoporle ad un accertamento della Polizia Municipale, prima di trasferirle in Procura". Uomo di legge, Trifuoggi, e questo gli ha creato pure qualche problema: "Più che altro, qualcuno ha provato a crearmeli, dei problemi. Mi sono sentito attaccare, mi è stato dato del giustizialista". Poco male, lascia intendere.
Il vicesindaco non si sottrae neppure al confronto sul merito della riorganizzazione della sanità abruzzese. E di nuovo, sembra confluire sulle posizioni assunte da De Matteis. "Non è un mistero che ho partecipato ad una riunione sui problemi della sanità, sollecitato da alcuni medici e da alcuni consiglieri comunali. Sulla nomina del manager Asl, ho assunto una posizione che prescindeva dai nomi che circolavano. Ho detto questo, nell'interesse della città: ci troviamo dinanzi ad un momento di riorganizzazione, l'assessorato regionale sta impacchettando una proposta che avanzerà senza darci nemmeno la possibilità di discuterne, decisa senza la dovuta interlocuzione con il manager dell'azienda locale che doveva essere ancora nominato. Dunque, ho proposto fosse nominato, subito, un manager che fosse competente di sanità e che fosse a conoscenza dei problemi della sanità aquilana e della provincia così da andare, immediatamente, a contrattare, ed eventualmente a contraddire, le decisioni che si stavano prendendo a Pescara". E' andata diversamente: D'Alfonso ha scelto Rinaldo Tordera, "su input di qualcuno" sottolinea malizioso Trifuoggi. Chiarissimo il riferimento al sindaco Cialente che, ha ricordato il suo vice a Palazzo Fibbioni, "in Consiglio comunale ha detto chiaramente che la Regione vuole ammazzare la sanità aquilana. Può darsi che sia rimasto soddisfatto dalla nomina".
Dunque, l'ennesimo affondo su Luciano D'Alfonso, l'altra carta che Trifuoggi giocherà nell'infuocata campagna elettorale che l'attende. "A me pare che la politica regionale, per motivi vari e che ignoro, stia penalizzando le zone interne, in maniera particolare questa parte d'Abruzzo. In città, un atteggiamento del genere non può certo riscuotere grande successo". Una sorta di avvertimento al Pd locale che, con D'Alfonso, continua a mantenere un rapporto piuttosto complicato, nonostante il sereno delle ultime settimane.
Infine, un ultimo spunto di campagna elettorale. "Sto vivendo questo ultimo anno con consapevolezza: avendo appreso le cose che funzionano, e le cose che non funzionano, si trovano le contromisure. La cosa principale è aumentare l'efficienza della macchina comunale: i cittadini vogliono risposte. Ci vorrebbe maggiore attenzione ai piccoli particolari, a volte è di qualche minuto, che darebbero l'idea di una città più ordinata, sia pure in fase di ricostruzione".