'Sono in molti a temere che l'istituzione dell'Ufficio speciale per la ricostruzione non sia altro che un nuovo commissariamento. Mascherato e, dunque, ancor più pericoloso'. Iniziava così un articolo pubblicato da NewsTown il 27 marzo scorso. Avevamo letto con attenzione il regolamento dell'USRA, pubblicato sul sito del Comune dell'Aquila: chiariva, all'articolo II, che l'ufficio di Paolo Aielli "costituito dal Comune di L'Aquila su intesa con il Ministro per la Coesione Territoriale, con il Ministro dell'Economia e delle Finanze, con il Presidente della Regione Abruzzo e con il Presidente della Provincia dell'Aquila", ha tra i suoi compiti la cura dell'istruttoria finalizzata all'esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati, la cura della promozione e dell'assistenza tecnica alla ricostruzione pubblica e privata, la definizione dei piani e il coordinamento degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo del territorio, attestandone la congruità economica.
"Ogni atto di programmazione del Comune dovrà avere il parere di congruità dell'ufficio, persino il cronoprogramma", aveva spiegato a NewsTown il consigliere Pierluigi Properzi. "Siamo dinanzi a procedure del tutto anomale, dubito che al di fuori dello stato di emergenza sia possibile affidare ad un ufficio, anche se speciale, un ruolo di questo tipo. L'articolo - aggiunge Properzi - non fa altro che riproporre un passo dell'intesa firmata dal Sindaco con Fabrizio Barca. In quel documento, però, era scritto che la procedura di verifica di congruità degli atti del Comune poteva avvenire solo prima dell'approvazione del Piano di ricostruzione. Il titolare dell'Usra, invece, ha eliminato il vincolo e mantenuto il potere al suo ufficio".
Il consigliere d'opposizione era convinto che la città stesse vivendo un nuovo commissariamento: "l'ufficio serve a controllare l'amministrazione. Il ministro Barca, come ripete spesso, non si fida minimamente dell'Aquila e degli aquilani. E’ ancor peggio di quanto fatto dopo il sisma: allora, infatti, i ruoli del commissario erano definiti, nei limiti operativi, dalla presidenza del Consiglio dei ministri. A capo c'era Gianni Chiodi, che rispondeva delle sue azioni anche elettoralmente. Ora abbiamo un soggetto che viene dal mondo dell'industria, un’industria molto chiacchierata, e nessuna sa di cosa si occupasse prima di arrivare a L'Aquila".
Sono passati sei mesi, Fabrizio Barca non è più ministro della Repubblica, l'Ufficio speciale di Paolo Aielli ha iniziato, finalmente, il suo lavoro e il commissariamento, in qualche modo, è stato sancito ufficialmente. Si è riunita la V commissione presieduta dal consigliere Raffaele Daniele che ha convocato, in audizione, il titolare dell'Usra per chiarire i rapporti tra il suo ufficio e il Comune dell'Aquila.
La questione era esplosa all'indomani del mancato rispetto del secondo rendiconto del cronoprogramma, previsto per settembre e con cadenza quadrimestrale, a cui la Giunta era stata impegnata da una delibera di consiglio approvata all'unanimità. "Mancano i dati essenziali delle schede parametriche al vaglio dell'Ufficio speciale", si era giustificato l'assessore alla ricostruzione Pietro Di Stefano che, il 20 agosto scorso, aveva scritto ad Aielli per chiedere dati "dettagliati, inattesi e ottenuti" delle schede parametriche, "comprensivi della specifica del fabbisogno finanziario e dell'attuale disponibilità, delle eventuali motivazioni ostative al raggiungimento degli obiettivi e delle conseguenti azioni da effettuarsi".
Dati che Paolo Aielli non ha mai fornito. "E' il momento di chiarire questa controversia una volta per tutte, perché se Aielli è un dipendente del Comune dell'Aquila non può permettersi di non fornire informazioni all'Assessore alla ricostruzione", aveva sottolineato Raffaele Daniele che ha convocato, appunto, la V commissione.
La particolare autonomia di Paolo Aielli. Il titolare dell'Ufficio speciale della Ricostruzione ha chiarito la sua posizione, consegnando ai commissari un copioso carteggio. Nell'incartamento si ricorda una nota del Dipartimento della Funzione pubblica della Presidenza del Consiglio, la numero 735 del 28 marzo 2013, in risposta ad una richiesta di parere avanzata dall'Ufficio legislativo del Ministro per la Coesione territoriale, che ha ritenuto che "il rapporto di lavoro con i titolari degli Uffici speciali non possa che avere natura subordinata con sottoposizione dei responsabili al potere di direzione e di indirizzo da parte dei soggetti istituzionali coinvolti". Che, in base alle intese, sono gli Enti locali, ma anche la Presidenza del Consiglio attraverso il Dipartimento per lo sviluppo delle Economie territoriali.
Non solo. Il Dipartimento della funzione pubblica chiarisce che il contratto di lavoro è di natura privatistica e precisa, inoltre, che i titolari degli Uffici speciali non assumono lo status di dipendente pubblico. Da tutto ciò evidenziato, è chiaro che Paolo Aielli non possa essere considerato un dirigente o un dipendente del Comune dell'Aquila. "La particolare autonomia degli Uffici", è scritto nella nota, "si evince sia dal decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze del 20 ottobre 2012, sia dalla nota n.166 del 25 gennaio 2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri".
Particolare autonomia. Ecco le parole chiave che aiutano ad interpretare questa vicenda. "Se è vero che ho accettato di sottoscrivere un contratto di lavoro con il sindaco Massimo Cialente", ha spiegato in Commissione Aielli, "l'ho fatto per permettere ai lavoratori dell'Ufficio di percepire uno stipendio. E' stata, evidentemente, una forzatura". In altre parole l'Ufficio per la Ricostruzione, come da definizione, è un ufficio speciale con particolare autonomia. Un commissariamento mascherato, insomma. Le polemiche di questi giorni l'hanno chiarito una volta per tutte.
Un commissariamento mascherato. Non possono non tornare alla mente le parole dell'allora ministro Fabrizio Barca: ricorderete che dichiarò, più di una volta, che il Comune dell'Aquila doveva dimostrare di saper impegnare i fondi stanziati per la ricostruzione prima di tornare a batter cassa al Governo. E' il compito che è stato affidato all'Ufficio speciale: sostituirsi alla 'filiera', istruire le pratiche finalizzate all'esame delle richieste di contributo per la ricostruzione degli immobili privati, assicurare l'assistenza tecnica alla ricostruzione pubblica e privata, la definizione dei piani e il coordinamento degli interventi per la ricostruzione e lo sviluppo del territorio, attestandone la congruità economica. "E' per questo - spiega Aielli - che ho fortemente voluto l'adozione della scheda parametrica".
Che poi chiarisce quali attività svolge il suo ufficio: "Non lavoriamo come la filiera. Abbiamo istituito un front office che valuta immediatamente sia la parte amministrativa che tecnica del progetto presentato. Inizia così l'istruzione della pratica, a cui lavoriamo fino a quando non la consegnamo al Comune indicando il contributo massimo erogabile. A quel punto, il Comune valuta il parere espresso dai nostri uffici: può mettere il timbro approvando, così, il contributo oppure chiedere un riesame della pratica. In realtà, è successo pochissime volte che fosse chiesto un riesame e, comunque, abbiamo sempre confermato la bontà dell'istruttoria".
Insomma, il Comune non ha materialmente il potere di inserirsi nel merito della pratica: approva o non approva il contributo. Tutto qui. "L'amministrazione ha una mera funzione amministrativa", ha sottolineato stamane il consigliere Emanuele Imprudente. "Tutto il processo è in capo agli uffici speciali. E' esattamente come con la filiera: funziona meglio, ma è pur sempre un commissariamento". Tanto è vero che, ad oggi, la Giunta non dispone dei dati sulla ricostruzione. Vuol dire che non ne ha controllo e contezza. Per questo, non è in grado di rispettare la delibera di consiglio. Un dato politico importante, senza dubbio.
"Abbiamo capito oggi", ha detto maliziosamente il consigliere di Appello per L'Aquila, Ettore Di Cesare, "che come consiglieri comunali non dovremmo più occuparci della ricostruzione. Il Consiglio comunale non conta nulla se è vero che delibera all'unanimità un rendiconto quadrimestrale che la Giunta non è in grado di presentare. La Giunta non ha i dati, in futuro li chiederemo all'Ufficio speciale".
I dati della ricostruzione. In effetti, qualche dato Paolo Aielli lo ha fornito: "Siamo stati promotori di un accordo tra Comune, Università, Sed e Cnr, ben prima della delibera consiliare. Abbiamo capito subito che uno dei punti deboli della ricostruzione era la pluralità di fonti di informazione, spesso non corrispondenti, che rendeva complicato il controllo e la trasparenza. Ad oggi, siamo a buonissimo punto nell'allineamento dei nuovi dati, quelli delle schede parametriche. Siamo in grado di fornire un quadro completo dello stato dei lavori in centro storico", ha sottolineato, mostrando ai consiglieri alcuni interessanti grafici geo-referenziati.
"Siamo in grado di mostrare, con delle mappe colorate, se la pratica di un determinato aggregato è stata istruita e, se così fosse, con nuova o vecchia procedura, se è stata approvata, se ha ricevuto o meno il contributo. Ora, occorre la stessa elaborazione per le periferie e per lo storico delle quasi 20mila pratiche approvate prima dell'istituzione dell'Ufficio speciale".
Quindi, la stoccata: "Per far bene questo lavoro, abbiamo bisogno che il Comune ci fornisca il Piano regolatore e lo storico delle pratiche in versione elettronica. Abbiamo già richiesto questi dati, l'operazione richiede pochi minuti: ad oggi, però, non li abbiamo ricevuti. Con queste informazioni, in un mese saremo in grado di restituire sul sito internet l'elaborato completo, con tutti i dati dettagliati e in formato 'open'. Così, avrete tutte le informazioni".
I numeri dell'Ufficio speciale. Mancano i fondi. "Abbiamo ereditato dalla filiera 2967 pratiche da istruire, tra cui 1133 aggregati dei centri storici de L'Aquila e delle frazioni. Da quando è stato istituito l'Usra, abbiamo ricevuto altre 606 pratiche di aggregati. Ne aspettiamo ancora un pò meno di 1000. La filiera, in quattro anni, ha approvato progetti per 2miliardi e 300milioni di euro. Il nostro ufficio, dal 21 giugno scorso ad oggi, ha approvato 181 progetti, per un totale di 270milioni. Siamo una macchina da 100milioni al mese. Con questi ritmi, in quattro anni, avremmo sfiorato i 4miliardi. E' un dato oggettivo".
Il titolare dell'Ufficio speciale ha confermato che i soldi stanno finendo: "Per le 2967 pratiche ereditate, la richiesta complessiva è di 1miliardo e 100milioni. Per le 606 nuove pratiche, presentate con scheda parametrica, siamo sui 2miliardi e 100milioni. Parliamo di pratiche per 3 miliardi e 200mila euro. Ora, 269milioni sono stati concessi, 329milioni sono già stati istruiti. Il comune ha sul tavolo, da approvare, pratiche per 600-700milioni. In cassa ci sono, però, solo 200milioni. A fare due conti, ad oggi, c'è necessità di 400-500milioni. Con questo ritmo, a dicembre, arriveremo al miliardo. Non c'era miglior modo per presentarsi al Mef a chiedere fondi nella prossima Legge di Stabilità: oggi, finalmente, siamo in grado di dimostrare che abbiamo più progetti che soldi". Ricordate le parole di Barca?
Paolo Aielli vincente nel braccio di ferro con Pietro Di Stefano. Il titolare dell'Usra si è presentato in Commissione a sottolineare l'azione virtuosa del suo ufficio. Ha snocciolato numeri e promesse: entro il 15 ottobre i dati saranno online, disponibili per essere consultati da tutti, in due anni e mezzo verranno valutate tutte le pratiche della ricostruzione. Se è vero che "non c'è una sola azione che non sia stata concertata con gli enti locali", Aielli ha rivendicato la vincente autonomia del suo lavoro. E nel braccio di ferro con l'assessore alla ricostruzione è risultato assolutamente vincente. Anche perché la sensazione è che Di Stefano sia stato immolato sull'altare delle buone relazioni con il Governo. Mentre i consiglieri di opposizione ascoltavano le parole di Aielli senza sollevare alcuna questione e sottolineando, anzi, la bontà di un commissariamento de facto e la poca incisività dell'assessore, Stefano Palumbo è stato il solo a tentare di difendere l'operato della Giunta. Non c'era neanche il capogruppo del Partito Democratico. Semplice casualità?
Le criticità dell'Usra. L'unico ad aver sottolineato alcune criticità dell'azione dell'Usra è stato il consigliere Di Cesare. Il capogruppo di Appello per L'Aquila ha ricordato ad Aielli che, come stabilito nel contratto sottoscritto con il sindaco Cialente, alla lettera I comma 3 dell'articolo 2, avrebbe dovuto garantire una informazione trasparente sull'utilizzo dei fondi per la ricostruzione. "A maggio aveva promesso di mettere i dati online entro un mese. Ne sono passati quattro", ha sottolineato. "Prendo per buone le informazioni che ha presentato oggi, fino a quando non potrò consultarle e lavorarci, però, le accetto con riserva. Anche perché aggregando i dati che abbiamo a disposizione, quelli della Banca Dati Emergenza che la Giunta ritiene attendibili, vengon fuori risultati diversi da quelli presentati oggi. Non sappiamo più a chi credere".
"Con la nuova procedura, con le schede parametriche", ha incalzato Di Cesare, "abbiamo pratiche per 2miliardi e 100milioni. Sono in istruttoria pratiche per 253milioni e sono state approvate per poco meno di 77milioni. Dunque, solo l'11% delle pratiche presentate è in istruttoria e solo il 3% è stato approvato". Sono numeri preoccanti, in effetti. Se è vero che, fino ad oggi, l'ufficio di Aielli ha dovuto fronteggiare le pratiche ereditate dalla filiera, anche immaginando che una volta completate riuscirà a triplicare il ritmo sostenuto fino ad ora nell'istruire le schede parametriche, considerando che l'attesa è di altre 1000 pratiche e ipotizzando un impegno finanziario di 5miliardi, più o meno, l'ultimo progetto verrebbe approvato nel 2019. E la stima è ottimistica. Considerando che, dall'approvazione di un progetto alla fine lavori passano almeno due o tre anni, ad oggi i tempi stabiliti dal cronoprogramma non sarebbero affatto rispettati.
E poi c'è una questione dirimente per comprendere la natura dell'Usra: "Uno dei suoi primi atti è stato un decreto", ha ricordato Di Cesare ad Aielli. "Mi sarei aspettato una delibera: il decreto è atto che appartiene all'esecutivo. Il suo ufficio ha il potere di decreto?" A questa domanda, Paolo Aielli si è dimenticato di rispondere.
Nel video, le interviste di Alessandro Tettamanti a Paolo Aielli, Luigi D'Eramo, Stefano Palumbo e Ettore Di Cesare.