Martedì, 08 Ottobre 2013 17:20

Dottrina Cristiana,delibera di ricostruzione con aumento cubatura del 50%

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Arriverà al voto del Consiglio comunale, nelle prossime settimane, la delibera numero 431 approvata dalla Giunta il 20 settembre scorso che prevede l'abbattimento e la ricostruzione dell'Istituto delle suore della Dottrina Cristiana con un aumento di cubatura di quasi il 50%. Un gran bel regalo, non c'è che dire. Le motivazioni? Assai deboli, in realtà.

La delibera ha per oggetto il "permesso di costruire in deroga all'articolo 45 delle 'Norme tecniche di attuzione' del Piano regolatore generale del 1979, per il progetto di sostituzione edilizia ed ampliamento, con interventi di miglioramento sismico, del complesso edilizio e scolastico di via Atri", che ha subito significativi danni a seguito del sisma del 6 aprile. Ora, l'articolo 14 - "Permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici" - del vigente D.P.R (Decreto del Presidente della Repubblica, ndr) del 2001, prevede la deroga agli strumenti urbanistici generali esclusivamente per edifici e impianti pubblici o di interesse pubblico. A leggere la delibera di Giunta, il complesso sarebbe di interesse pubblico perché l'Istituto della Dottrina Cristiana svolge, in città, attività scolastica riconosciuta come paritaria. Inoltre, rappresenterebbe nel quartiere un consolidato punto di riferimento confessionale oltreché socio-culturale.

Dunque, via libera alla ricostruzione in deroga. Anche perché per perseguire un livello di sicurezza minimo (pari al 60%) sarebbero necessari interventi di ricostruzione pesante che non risultano né tecnicamente né economicamente convenienti. Inoltre, il complesso andrebbe adeguato alle vigenti 'Norme tecniche di edilizia scolastica'. Per questo è stata presentata una domanda di sostituzione edilizia che impone, o almeno così è scritto, "scelte progettuali non compatibili con lo stato urbanistico dei luoghi, determinando la progettazione in deroga". Cosa significhi, non è chiaro.

Al contrario, è chiarissimo che la proposta progettuale prevede un aumento di volume, rispetto allo stato attuale di 13.990mc, di 6372mc per un totale di 20362mc. Con un rapporto tra il nuovo volume realizzabile e la superficie fondiaria che sarebbe di 3,80mc/mq a fronte del massimo consentito di 3mc/mq.

Un intervento che con l'allargamento di via Atri, che sarà arricchita di due marciapiedi e di un parcheggio a raso da 16 posti, e con la sistemazione della strada vicinale contigua all'Istituto da via Atri a via Pescara, dove sarà realizzato un percorso pedonale pavimentato, si inserisce nel progetto più ampio di riqualificazione delle mura urbiche. Che, in realtà, non è ancora chiaro. 

Resta la sensazione che si vada avanti a strappi, a varianti che non sottendono alcun piano urbanistico unitario: l'amministrazione, ancora ferma rispetto all'obbligo di redigere il nuovo Piano regolatore, continua ad avallare scelte di favore poco chiare e assai discutibili. Preoccupante, se l'obiettivo è una ricostruzione coerente e sostenibile della città. Gli scheletri degli ecomostri degli anni '70 che affacciano sulle mura antiche, stanno lì a ricordarcelo.

Ultima modifica il Martedì, 08 Ottobre 2013 23:25

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