Mercoledì, 30 Luglio 2014 15:55

Ricostruzione: le contabilità speciali al vaglio della Corte dei Conti

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Stamane, la Sezione di Controllo per l'Abruzzo della Corte dei Conti ha convocato una adunanza pubblica per deliberare in merito alla 'Indagine sulle contabilità speciali legate alla ricostruzione a seguito dell'evento sismico del 6 aprile 2009'. Relatori, i consiglieri Nicola Di Giannantonio e Oriana Calabresi.

Il mancato controllo sulla ricostruzione privata, quella pubblica che "non decolla", la necessità di una norma organica sull'intero processo della ricostruzione, infine l'insufficiente reciproca collaborazione tra le istituzioni. Sono solo alcuni degli aspetti toccati dalla Corte dei Conti abruzzese nell'esame effettuato. All'adunanza pubblica - oltre al provveditore alle Opere pubbliche Linetti e al titolare dell'Usrc Esposito - erano presenti il presidente della Giunta regionale, Luciano D'Alfonso, e il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, che hanno apprezzato il lavoro di approfondimento della Corte, "da leggere soprattutto - ha sottolineato il presidente D'Alfonso - in chiave di crescita di cultura politica e di insegnamento per il futuro in modo da limitare gli errori che si sono fatti. Ma - ha precisato - alcuni aspetti sollevati dalla Corte non possono essere sottaciuti. A cominciare dalla necessità di dare e reimpostare un'azione di rendicontazione veritiera, di qualità e di quantità. Rendicontare è una delle qualità della buona amministrazione e la sottolineatura della Corte ci impone di invertire una tendenza diffusa in Regione legata a non lasciare traccia di quanto si è fatto in passato. E così è accaduto anche per la ricostruzione per la quale è mancata la rendicontazione finale".

Il riferimento è alla mancata rendicontazione delle spese negli anni della gestione commissariale dell'allora presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi.

Il secondo punto che D'Alfonso ha voluto assumere di fronte ai giudici della Corte dei Conti riguarda l'emergenza della ricostruzione legata agli edifici pubblici: "Mi scatenerò in una funzione fortemente collaborativa - ha detto D'Alfonso - con un controllo e un monitoraggio del patrimonio pubblico in capo alla Regione", rispondendo in questo modo al "mancato decollo" che la Corte ha rilevato per la ricostruzione di scuole, cimiteri e impianti sportivi. Ma esistono "ingiustificati ritardi" anche per le case della periferia danneggiate dal sisma, con 11.700 persone che ancora vivono nel Progetto Case, 2464 nei moduli Map, 255 negli appartamenti del Fondo immobiliare e 4239 che ancora percepiscono il contributo di autonoma sistemazione. Il terzo punto dell'impegno di Luciano D'Alfonso ha toccato un aspetto sollevato dalla Corte dei Conti ma anche da Cialente: una norma organica unica, in grado di affrontare le emergenze. "A Roma - ha annunciato - si sta lavorando all'elaborazione di una norma organica in grado di codificare un unico comportamento di fronte alla necessita' di far fronte ad un'emergenza. E' un passaggio importante perché la volontà è di lavorare su modelli organizzativi e in questo senso l'esperienza dell'Aquila farà da filo conduttore per la stesura della norma organica".

"Il lavoro della Corte dei Conti è prezioso - ha aggiunto il sindaco Cialente - perché permette di dare evidenza alle criticità e agli aspetti positivi della ricostruzione. Così, si possono costruire 'best practices' per affrontare eventuali future calamità che dovessero colpire il nostro Paese. Non è possibile - ogni volta - ricominciare daccapo".

Cos'altro è emerso dalle indagini?

 

Il Progetto Case. Iniziamo dal progetto Case. La Corte dei Conti Europea, come ricorderete, aveva espresso severe critiche nei confronti del Dipartimento di Protezione Civile sotto vari profili in quanto "... il progetto non è riuscito a fornire alloggio a tutta la popolazione sfollata prima dell'inverno. Gli appartamenti poi, si sono rilevati immotivatamente costosi e vi sono state carenze nella pianificazione del progetto e nell'assicurare economicità dell'attuazione dello stesso...". Rilevava, altresì, che "solo 6300 circa delle 15mila persone previste nell'accordo di attuazione hanno potuto ricevere un alloggio prima della fine del mese di novembre e gli ultimi appartamenti sono stati resi disponibili nel marzo 2010. Non si sono evitati, dunque, i costi di alloggio aggiuntivi dato che, nel frattempo, i senzatetto avevano trascorso l'inverno in albergo".

Alle critiche della Corte dei Conti Europea, la Commissione ha ribadito - al contrario - che "nelle circostanze date, il progetto Case ha pienamente soddisfatto le condizioni e gli obiettivi, in quanto ha provveduto al bisogno immediato di migliaia di persone che si sono trovate senza casa. [...] Sul costo complessivo del progetto, hanno inciso l'urgenza, l'elevato numero di persone cui provvedere e le difficili condizioni climatiche e geologiche".

In proposito, la sezione di controllo per l'Abruzzo della Corte dei Conti - si legge nelle considerazioni conclusive dell'indagine - "ritiene di poter parzialmente condividere quanto affermato dalla Commissione Europea".

 

Lo stato della ricostruzione. Più duro il giudizio della Corte sullo stato della ricostruzione al momento attuale. "Molte sono le opere ancora da realizzare o da completare, a seconda della stazione appaltante".

Partendo dal Provveditorato alle Opere pubbliche, restano da definire interventi su edifici importanti, sollecitati dalla sezione controllo. In particolare, la Questura dell'Aquila, la sede della Direzione provinciale dei Vigili del Fuoco, la sede del Provveditorato stesso, la chiesa di San Domenico, la Basilica e il Convento di San Bernardino, il Palazzo di Giustizia e così via, fino al ripristino di Palazzo Camponeschi.

"Per quanto riguarda, invece, il Comune dell'Aquila - si legge ancora nelle conclusioni della Corte dei Conti - occorre far presente che la ricostruzione degli uffici pubblici quali scuole, cimiteri, impianti sportivi e altri, purtroppo ancora non decolla".

L'amministrazione comunale, in più occasioni e anche stamane, con le parole del sindaco Cialente, ha fatto presente che gli Uffici tecnici sono costretti a fronteggiare un carico eccessivo di progetti e pratiche da espletare. "La tabella di marcia della ricostruzione registra ingiustificati ritardi anche per quanto riguarda le case della periferia danneggiate dal sisma".

 

La ricostruzione privata. Quindi, il punto sulla ricostruzione privata. "La modalità scelta di affidare a privati, svincolati dagli obblighi a cui sono invece sottoposte le pubbliche amministrazioni, ha causato le maggiori criticità. [...] E' stato addirittura previsto un regime normativo derogatorio rispetto all'ordinamento vigente al fine di evitare sovrapposizione dei singoli interventi ai rigori del codice dei contratti pubblici".

Evidentemente, la Corte discute nel merito della scelta dell'indennizzo piuttosto che del contributo. Una scelta rivendicata, anche stamane, dal sindaco Cialente che non ha mancato però di sottolineare - di nuovo - come l'amministrazione, in questi anni, abbia chiesto un intervento normativo deciso. A cui sta lavorando, in queste settimane, il sottosegretario all'economia, Giovanni Legnini. Sta di fatto che "l'erogazione del danaro pubblico - si legge nelle conclusioni della Corte - è sottratta, in buona sostanza, alla trasparenza che deriva dalle regole dell'evidenza pubblica e anche al contenimento dei costi".

A poco è servita, inoltre, l'istruzione della white list che non ha esplicato "alcun effetto, non costituendo una vera e propria selezione pubblica effettuata con oggettività e trasparenza". Va sottolineato - scrive ancora la Corte dei Conti - "che il vigente Ordinamento già conosce procedimenti attraverso i quali si possono accentrare procedure di affidamento di lavori e servizi pubblici, quali sono, infatti, le Stazioni Uniche Appaltanti nel settore della contrattualistica privata". Istituti - incalza la Corte - che potrebbero essere immaginati anche per la ricostruzione privata.

Tra l'altro, "la selezione degli operatori economici attraverso adeguate procedure, potrebbe conseguire l'ulteriore effetto della individuazione di imprese con idonei requisiti che aiutino a scongiurare l'intervento di imprese prossime a procedure fallimentari".

 

Le criticità della città dell'Aquila. Nell'ambito della città dell'Aquila, poi, la Corte riscontra alcune criticità. In particolare, come già ampliamente sottolineato da NewsTown, la mancata ricostruzione delle scuole. Con il Comune dell'Aquila che ha 40milioni di euro in cassa, senza aver provveduto alla stesura di alcun progetto esecutivo se non per la scuola 'Mariele Ventre' di Pettino. Altra controversia è rappresentata dalla mancata ricostruzione degli alloggi pubblici dell'Ater. Inoltre, incalza ancora la Corte, il nuovo Prg dovrà necessariamente tener conto del progetto Case, dei Map e dei Musp, e "decidere se legarli alle località dove sono stati costruiti, rendendoli però vitali e finalizzati ad un futuro utilizzo".

 

Le infiltrazioni mafiose. La Corte dei Conti, poi, non ha taciuto il capitolo delle infiltrazioni mafiose nelle procedure degli appalti per la ricostruzione nonché della corruzione di pubblici funzionari. "Solo all'esito delle azioni giudiziarie in corso sarà possibile appurare se, intorno all'apparato di gestione degli appalti, si sia creato un sistema corruttivo e quali dimensioni abbia assunto".

Tuttavia, "l'ultima legge anticorruzione ha dedicato un ampio spazio al tema della prevenzione della corruzione, avendone individuato le cause fondamentali in un eccesso di burocrazia ed in una mancanza di trasparenza".

L'analisi che la Corte dei Conti produce del fenomeno a L'Aquila, mette in luce questi aspetti e un ulteriore problema. Da un lato, la proliferazione di adempimenti burocratici, dall'altro l'inadeguatezza delle strutture pubbliche a rispettare i ritmi accelerati richiesti dalla ricostruzione. "La pubblica amministrazione dovrebbe sforzarsi di trovare un modello adeguato, in cui garanzie ed efficienza si avvicinino tra loro, quando il risultato deve essere raggiunto in tempi brevi, senza deroghe ma con tempi stretti e contingentati".

Insomma, se è vero che a L'Aquila si è andati in deroga alle leggi in nome dell'emergenza, è vero anche che così si è registrata una mancanza di trasparenza che può celare forme di corruzione più o meno diffusa. Dunque, andrebbe individuato un modello che permette di fare in fretta senza rinunciare alla dovuta trasparenza. Eliminando così le occasioni e il terreno di cultura della corruzione.

 

Il giudizio di carattere generale. Infine, il giudizio di carattere generale: "L'attività delle singole istituzioni chiamate a partecipare al processo della ricostruzione - si legge - è risultata insufficiente nella necessaria e reciproca collaborazione, così da portare ad un rallentamento insopportabile nella realizzazione delle opere necessarie. Non ci sono state solo lungaggini nelle procedure ma, purtroppo, anche un rapporto non sempre trasparente tra politica e amministrazione".

Quindi, l'affondo: "Occorrerebbe oggi, alla luce di quanto accaduto, rileggere ed applicare i principi della nostra Costituzione quali quelli di legalità, di buon andamento e imparzialità dell'organizzazione amministrativa ma anche quelli di disciplina e onore nello svolgimento di funzioni pubbliche e di servizio esclusivo della Nazione per i pubblici dipendenti".

Ultima modifica il Giovedì, 31 Luglio 2014 17:28

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