Giovedì, 23 Maggio 2013 17:28

Emendamenti salva L'Aquila bocciati, le reazioni del mondo politico

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Dopo la bocciatura avvenuta nella commissione bilancio del Senato che allontana il miliardo e 400milioni che L'Aquila richiede per 2013 per la ricostruzione dei centri storici del Cratere secondo il cronoprogramma, sono varie le reazione del mondo politico aquilano.
A margine del consiglio Comunale i volti sono trasversalmente cupi. L'indice è puntato contro un Governo che sottovaluta la situazione e nega in particolare il diritto alla ricostruzione di un centro storico tutelato e che dovrebbero essere bene comune dell'intero Paese.
Per il Sindaco Massimo Cialente il Governo "è completamente cieco e sordo alle esigenze dell'Aquila tanto da essere assente in commissione". Quella commissione al senato che tra gli altri ha bocciato emendamenti che comprendevano i soldi per rifinanziare il fondo immobiliare che dal Dicembre 2011 a L'Aquila, da un abitazione a ben 95 nuclei familiari che non possono permettersi un affitto. Se ora non li si vuole lasciare in strada, per loro si fa drammaticamente vicino un ritorno in Caserma, alla guardia di Finanza, che il Sindaco assicura essere più costoso. Cialente - a cui il Presidente Napolitano ha fatto toranre indietro in un plico postale la fascia tricolore, infine avverte: "questo governo sappia che non si può permette di prendere a botte i terremotati".
Radicale anche il consigliere di Appello per L'Aquila, Ettore di Cesare: "vogliamo i nomi dei senatori che in commissione non hanno votato gli emendamenti. Dopodiché le sezioni locali che fanno capo a quei partiti chiudano le sedi perché non è possibile che a L'Aquila si vuole la ricostruzione e poi esponenti dello stesso partito a Roma votano contro". Secondo Di Cesare la priorità del Governo in realtà è mantenere il patto di stabilità con l'Europa.
Più cauto Emeanuele Imprudente di L'Aquila città aperta, il quale trova nell'uscita dall'emergenza l'errore strategico principale della situazione attuale e auspica il ritorno ad una maggiore coesione tra i 21 parlamentari abruzzesi che permetta di ritornare al finazniamento tramite la cassa depositi e prestiti:" Nel frattempo continueremo comunqe nella nostra azione legale contro lo Stato, in quanto non ricostruire L'Aquila è incostituzionale".

Ultima modifica il Giovedì, 23 Maggio 2013 17:58

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