All'indomani del Consiglio comunale convocato in seduta straordinaria per discutere la Legge per L'Aquila Capoluogo, l'anima 'civica' del centrodestra cittadino ha indetto una conferenza stampa per fare il punto sul disegno di legge presentato in alternativa a quello firmato dal consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e dal presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso.
Il principio di addizionalità - più volte richiamato da D'Alfonso in Consiglio comunale - tradotto, sta ad indicare un sovrappiù di funzioni amministrative che L'Aquila dovrebbe avere in virtù dello status di capoluogo di regione che lo statuto regionale già le riconosce. E proprio qui sta il punto. Stamane, Giorgio De Matteis ha inteso ribadire che "lo Statuto della Regione Abruzzo, all'articolo 1 comma 3, sancisce che 'Capoluogo della Regione è la città di L'Aquila, sede degli Organi istituzionali'. Si riparta, dunque, dal rispetto dello Statuto, riportando all'Aquila tutti gli assessorati che attualmente hanno sede a Pescara".
Una proposta su cui ieri, in Consiglio comunale, D'Alfonso ha un pochino nicchiato: "Non voglio sconvolgere i progetti di vita di centinaia di persone che lavorano in quegli uffici". si è limitato a rispondere.
Non solo. De Matteis ha inteso sottolineare che l'altro punto debole della Legge presentata da Pietrucci e D'Alfonso sta nelle incerte coperture finanziarie. "Il testo individua come copertura principale una porzione minimale, corrispondente allo 0,5%, del gettito del bollo auto. Parliamo di circa 700mila euro: ci si potrà costruire una rotatoria, nulla più", ha ironizzato. "Si tratta di una cifra ridicola se si pensa che l'ambito territoriale individuato dalla legge non comprende soltanto L'Aquila ma un territorio vastissimo".
Tra l'altro, così com'è, la Legge si prefigurerebbe come l'ennesimo commissariamento dell'amministrazione attiva, "se è vero che a decidere sull'ambito territoriale dovrebbero essere il sindaco dell'Aquila, il presidente della Giunta regionale e un rappresentante dei Comuni che insistono sull'area. E' evidente che prevarrebbe la posizione del Presidente della Regione".
Insomma, stando all'anima 'civica' del centrodestra aquilano, in conferenza stampa con De Matteis erano presenti i consiglieri Luigi D'Eramo ed Emanuele Imprudente, "la Legge di Pietrucci e D'Alfonso non serve a nulla se non si entrerà nel dettaglio di alcune questioni".
Dunque, ecco i punti "concreti" che contiene la legge alternativa affidata da De Matteis nelle mani di Luciano D'Alfonso: "Innanzitutto, riportare gli assessorati a L'Aquila, come da statuto. Quindi, istruire una task force - in seno alla Regione ma in appoggio al Comune capoluogo - specializzata in progettazione europea. E ancora, la creazione di un polo fieristico aquilano, dando respiro inoltre al progetto di creazione del 'Polo d'Eccellenza' dell'industria farmaceutica. E poi, nella nostra Legge - ha sottolineato De Matteis - c'è una copertura finanziaria vera".
In parole povere, la Legge presentata da De Matteis prevede che tutte le strutture nelle quali si articola l'organizzazione della Giunta regionale vengano riportate a L'Aquila. Così, si potrebbero vendere le sedi di proprietà regionale ubicate fuori del territorio del Capoluogo, risparmiando anche i fondi per le spese di gestione. Si potrebbero ricavare 2milioni di euro l'anno per 9 anni, fino all'esercizion 2026. "Soldi veri", per dare seguito agli impegni assunti con la Legge.
"Staremo a vedere se il disegno di Legge consegnata a D'Alfonso sarà discusso in Consiglio regionale, chi voterà contro lo spostamento degli assessorati a L'Aquila", ha incalzato De Matteis. Sottolineando, poi, come la città sia oramai sull'orlo del baratro economico e finanziario: "Non abbiamo bisogno di leggi vuote per riconoscere un principio sancito nello statuto regionale. Al contrario, c'è necessità di azioni concrete. Il Pd cittadino si è fatto macellare in maniera indegna con il decreto Milleproroghe che non copre affatto, e non poteva essere altrimenti, i tagli imposti dal Governo Renzi per oltre 11milioni e che sanciranno il default del Comune dell'Aquila. Correttamente, l'assessore al bilancio Lelio De Santis ha provato a dirlo: il Pd, però, se ne è fottuto, così come non si è interessato allo scippo dell'Agenzia del Lavoro perpetrato dal Governo mentre discutevamo la vuota Legge su L'Aquila capoluogo. Il governo del segretario Pd sta uccidendo la città e la classe dirigente aquilana del partito continua a sparare cifre a caso, che non possono essere verificate. Siamo all'emergenza totale e non sappiamo quali sono le intenzioni dell'amministrazione".
"I temi più importanti viaggiano su altri tavoli, mentre qui discutiamo una Legge vuota e inconsistente", incalza il consigliere Emanuele Imprudente. "Ieri, abbiamo ottenuto una vittoria politica, portando D'Alfonso in Consiglio comunale a discutere di alcuni aspetti fondamentali per lo sviluppo della città e del territorio, su di un livello di confronto sconosciuto fino ad ora all'assise consiliare. Abbiamo messo un punto, presentando una proposta concreta: vediamo se D'Alfonso vorrà valutarla. Purtroppo, il Pd cittadino non intende aprire un dibattito, basti pensare alle parole pronunciate dal capogruppo Maurizio Capri che, in Consiglio, ha invitato il Presidente della Giunta Regionale a non tenere in alcuna considerazione le proposte delle opposizioni. Questo è il Pd aquilano, questa è l'amministrazione".
Anche il consigliere Luigi D'Eramo ha inteso ribadire il paradosso della "doppia politica del Pd sul territorio. Preparavamo il Consiglio comunale mentre il Governo tentava l'ennesimo scippo alla città. E così, mentre Pietrucci preparava la Legge, 12 deputati del suo stesso partito presentavano la Legge 131 che, alla lettera F, parla esplicitamente di Regione Adriatica. Il Governo Renzi ha in mente un disegno preciso", ha concluso D'Eramo, "che va ben oltre le volontà manifestate in questi mesi di dibattito. La macro regione taglierà fuori completamente L'Aquila e le aree interne, aprendo una disputa tra Ancona e Pescara sul futuro capoluogo della Regione Adriatica: non vorrei che si stesse sostenendo la vuota Legge per L'Aquila capoluogo per poi chiedere in cambio il sostegno a Pescara come capoluogo adriatico".