Una lettera per chiedere a Radio3 un contraddittorio dopo la puntata di "Radio3 Scienza" dello scorso 22 giugno, con nuovamente al centro il Processo alla Commissione Grandi rischi che vede imputati i sette scienziati (e non) che vi presero parte, sei dei quali poi assolti in secondo grado.
"Trenta minuti - la definiscono i promotori dell'appello - di acritico appiattimento, errori ed omissioni per promuovere una lettura di parte del processo in assenza di qualsiasi contraddittorio e/o rilievo critico da parte del conduttore".
Per questo viene chiesto alla capo redattrice della trasmissione scientifica,Rossella Panarese, e al direttore di Radio3 Marino Sinibaldi, una nuova puntata dedicata alla "possibilità di contraddittorio, cui la trasmissione ha per tradizione sempre dato spazio".
Tra i promotori della lettera che può essere sottoscritta (qui, dove troverete anche il podcast della puntata), il giornalista scientifico Ranieri Salvadorini che in particolare sulle pagine di Lettera 43, si è occupato spesso, e con molta attenzione, della vicenda giudiziaria e del tema della comunicazione del rischio.
A condurre la controversa trasmissione, il giornalista Pietro Greco che aveva già trattato della vicenda non nascondendo la sua partigianeria verso gli scienziati condannati in primo grado e poi assolti (ad eccezione di Bernardo De Beranrdis, allora Vice Capo della Protezione Civile di Guido Bertolaso) in secondo.
"Pietro Greco, servizio pubblico o propaganda?" si chiede in principio la lettera aperta, che poi prosegue analizzando con cura la trasmissione e che proponiamo integralmente:
"Pietro Greco inizia la puntata presentando il libro Terremoti, comunicazione, diritto. Riflessioni sul processo alla "Commissione Grandi Rischi" e introducendo gli ospiti in studio: Alessandro Amato, sismologo e dirigente INGV, tra gli autori e i curatori del volume, e Federica La Longa, psicologa INGV, che al libro ha contribuito con un capitolo sulla percezione del rischio.
Si rilevano di seguito conflitti di interessi (omessi) ed errori fattuali di Pietro Greco, che:
omette di informare il pubblico che il libro contiene un suo stesso contributo: Nuvole e orologi. L'incertezza della scienza e le certezze dei media – primo conflitto d'interessi;
non informa chi ascolta che molti degli autori che hanno contribuito al volume siano stati consulenti di parte dei membri della Commissione Grandi Rischi durante il processo – secondo conflitto d'interessi;"
fa parte (Pietro Greco) del "Comitato scientifico dell'ISPRA", ente di ricerca di cui è direttore lo stesso Bernardo De Bernardinis – terzo conflitto d'interessi;
riepiloga lo sviluppo del processo dicendo che "ci sono stati due processi (...) nel processo di primo grado sette scienziati (...) sono stati condannati, ma poi sono stati assolti in secondo grado". Falso. La condanna è stata confermata per Bernardo De Bernardinis, con ridimensionamento e non menzione della pena;
mette il "caso Aquilano", il "caso Stamina", "vaccini e autismo" nella stessa cornice comunicativa ed epistemica ("c'è una sorta di frizione, molto evidente, tra diritto e scienza"). Falso. Non c'è nulla che accomuni tra loro casi così diversi, se non il solco comunicativo entro cui, in modo arbitrario e forzato, vengono costretti: la scienza sotto attacco della magistratura ignorante;
ha messo gli spunti critici (gli unici) arrivati via sms dagli ascoltatori, nelle mani del dirigente INGV Alessandro Amato, che ha potuto disinnescare ogni dissonanza grazie a questa conduzione compiacente;
ha cancellato qualsiasi possibilità di una lettura politica della vicenda, di promiscuità tra accademia e potere politico – basti osservare che l'allora Capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, che pure ha svolto un ruolo centrale nella vicenda, non è stato neppure menzionato.
La costituzione auto-referenziale di tale "panel", dando spazio esclusivamente a una sola voce, quella dell'INGV, con l'adesione del conduttore/portavoce, ha cancellato dal discorso pubblico ogni voce alternativa e/o critica e una preziosa occasione di riflessione su un tema molto controverso (e sentito, si vedano le reazioni degli aquilani sui social network alla conduzione), si è così trasformata nella difesa d'ufficio di una parte ancora in causa – una perversione dello spirito del servizio pubblico.
Questo brutto episodio richiama parole recenti di Richard Smith, ex direttore del British Medical Journal: "un dibattito aperto e serio è fondamentale sia per la scienza che per la politica, e la giusta risposta a qualcosa con cui si è in disaccordo è incoraggiare, e non sopprimere, il dibattito".
Un processo quello alla Commissione grandi rischi che, tra l'altro. continua a lasciare i suoi strascichi anche giudiziari. A settembre infatti si saprà se anche l'allora capo della Protezione civile Guido Bertolaso finirà alla sbarra per un procedimento parallalelo che si pone in stretta assonanza con l'unica condanna di appello che conferma gran parte delle accuse per l'allora vice di Bertolaso, De Bernardinis, la parte "politica" della vicenda.
Il tutto ovviamente aspettando il terzo grado di giudizio nel quale potrebbero emergere anche nuovi profili di responsabilità tra i sette imputati, come sostanzialmente chiede il Procuratore generale presso la Corte d'appello, Romolo Comolo che ha parlato di "illogicità e contraddittorietà della motivazione e travisamento della prova" nella sentenza d'Appello.