Processo Grandi Rischi Bis: Guido Bertolaso, imputato per omicidio colposo, non si è presentato in aula.
L'ex capo della Protezione civile era atteso questa mattina al Tribunale dell'Aquila ma, come già aveva fatto altre volte, non si è fatto vedere, suscitando l'ira e lo sdegno dei parenti delle vittime, che invece avevano scelto di essere presenti e che ora lanciano l'allarme: dopo quest'ennesima defezione, si fa sempre più concreto il rischio prescrizione che scatterà il 6 ottobre.
Iniziava così l'articolo pubblicato da NewsTown il 4 marzo scorso. E possiamo utilizzare le stesse parole oggi, considerato che stamane, di nuovo, Guido Bertolaso non si è presentato in aula e così Daniela Stati, all'epoca dei fatti assessore regionale alla Protezione civile, oggi assessore al Comune di Avezzano, attesa in aula come teste.
Il giudice Giuseppe Grieco, auditi Giuseppe Zamberletti, ex capo della Protezione civile, Titti Postiglione, responsabile della sala operativa nazionale, Attilio D'Annibale, colui che si occupò della stesura del verbale della riunione della Commissione Grandi rischi e Valerio De Rubeis, sismologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), ha fissato, dunque, una nuova udienza per il 1 luglio prossimo, minacciando l'invio dei Carabinieri per prelevare la Stati, qualora non si presenti in Aula.
"Si tratta di un atteggiamento molto grave", ha sottolineato a NewsTown Vincenzo Vittorini. "Non solo Stati non si è presentata, ma non ha mandato neanche una giustificazione. Spero venga all'udienza del 1 luglio, la sua testimonianza infatti è fondamentale. E non vorrei davvero fare altri pensieri". L'ex assessore regionale, in effetti, è teste importante, se è vero che lo stralcio del processo Grandi Rischi ha fatto seguito alla diffusione della telefonata intercorsa il 30 marzo 2009 proprio tra Stati e Bertolaso, con il capo della Protezione civile che annunciò all'assessore regionale l'arrivo a L'Aquila, l'indomani, della Commissione, per rassicurare i cittadini. Una operazione mediatica la definì Bertolaso.
"Farò venire a L'Aquila i massimi esperti di terremoto - dice Bertolaso al telefono - e loro diranno che è una situazione normale, sono fenomeni che si verificano, meglio che ci siano cento scosse di 4 scala Richter piuttosto che il silenzio perché cento scosse servono a liberare energia e non ci sarà mai la scossa quella che fa male. Hai capito? Ora parla con De Bernardinis (l'unico condannato in via definitiva, nell'ambito del processo 'Grandi Rischi' ndr), decidete dove fare questa riunione domani. Poi fatelo sapere che ci sarà questa riunione che non è perché siamo spaventati o preoccupati ma è perché vogliamo tranquillizzare la gente e invece che parlare io e te facciamo parlare i massimi scienziati nel campo della sismologia. Io non vengo - prosegue la conversazione -. Li faccio venire da te a L'Aquila, o da te o in prefettura, decidete voi a me non frega niente, di modo che è più un'operazione mediatica. Hai capito?".
"Stamane, sono state contestate alcune dichiarazioni di Zamberletti e Postiglione - ha raccontato Vittorini - perché difformi rispetto a quanto affermato nelle testimonianze alla Procura". Non è emerso altro, però. "La nota positiva - ha continuato il consigliere comunale - è che Grieco ha fissato la prossima udienza già per il 1 di luglio. Speriamo si proceda celermente, speriamo di poter celebrare questo processo prima che scatti la prescrizione".
Staremo a vedere. Sta di fatto che, come ampiamente previsto, il processo rischia di avviarsi su un binario morto. Ricorderete che Bertolaso - quando era ancora candidato a sindaco di Roma - aveva promesso in diverse interviste di voler rinunciare alla prescrizione, per affrontare il processo. Non lo farà, ovviamente, si è trattato di un'altra, l'ennesima, operazione mediatica. E il processo rischia di chiudersi il 6 ottobre senza una verità, ennesimo schiaffo alla città.
Si poteva procedere diversamente, sottolineano da tempo i familiari delle vittime: si poteva dar seguito al processo bloccando quello principale, alla Grandi Rischi, e cambiando il capo d'imputazione per Bertolaso, da omicidio colposo a omicidio volontario. Si è deciso, però, di procedere in altro modo.
A questo punto, non resta che sperare in un'accelerazione, sperando basterà.