Non sono bastate le rassicurazioni della sottosegretaria all'Economia con delega alla ricostruzione, Paola De Micheli. "Dev'essere chiaro che la governance della ricostruzione non viene toccata; anzi, se dovesse emergere l'esigenza di rafforzare quel modello collaborativo tra istituzioni, siamo disponibili a farlo" [leggi qui]. Niente di scandaloso - ha aggiunto De Micheli, ospite di 'Officina L'Aquila' - "semplicemente i modelli organizzativi, mano a mano che la ricostruzione evolve, si devono adeguare, com'è giusto che sia".
Non è bastata la presa di posizione della senatrice Stefania Pezzopane. "La riorganizzazione degli uffici territoriali non può e non deve comportare la revisione della governance della ricostruzione, ma solo un maggiore coordinamento di tutto il personale della ricostruzione per meglio distribuire i carichi di lavoro e aumentare il tiraggio”.
I sindaci del cratere sono sul piede di guerra per l'emendamento introdotto nel DL Fiscale che prevede lo 'smantellamento' - dal 1° maggio 2018 - dei 9 Uffici territoriali per la ricostruzione [leggi qui]; le loro competenze saranno assegnate all'Usrc, l'Ufficio speciale della ricostruzione dei comuni del Cratere con sede a Fossa di cui gli Utr sono stati, fino ad ora, le articolazioni territoriali.
La misura è stata voluta direttamente dal governo. Stando a quanto appreso da NewsTown, alla base della decisione ci sarebbe la questione del tiraggio relativo al 2017, dipendente da un sistema che non funziona più come dovrebbe. Ciò che si è venuto a creare è uno squilibrio tale per cui alcuni Utr hanno visto aumentare a dismisura i propri carichi di lavoro mentre per altri questi ultimi sono diminuiti troppo e il Mef si era stancato di ricevere richieste di soldi per la proroga di personale tecnico a fronte di un tiraggio troppo basso; specie se quel personale veniva poi utilizzato, negli Utr e nei comuni con meno lavoro da sbrigare, per fare tutt'altro.
I sindaci, però, non ci stanno e, nel pomeriggio di ieri, riuniti d'urgenza nella Sala polifunzionale del Comune di Fossa, hanno ribadito la loro contrarietà all'emendamento votando, all'unanimità, un documento che chiede il rafforzamento della governance delle istituzioni locali, lo slittamento dei termini dell'emendamento al 31 dicembre 2018 e l'introduzione della norma, adottata nel Comune dell'Aquila, che prevede la semplificazione del rilascio dei buoni contributo per gli aggregati con un importo lavori inferiore ad un milione di euro [leggi qui]. Sostanzialmente, continuano a ribadire di essere stati "completamente privati della loro funzione di rappresentare i territori, come da mandato conferitogli dai cittadini", e lamentano come "tutte le competenze" siano state traferite ad una sola struttura, "con un accentramento di potere e funzioni in capo ad un solo soggetto", il titolare dell'Usrc, Paolo Esposito. Il rischio - per i sindaci - "è il blocco totalre della ricostruzione".
Per questo, la battaglia - assicurano - continuerà con "qualsiasi tipo di protesta: i paesi devono essere ricostruiti da chi conosce veramente il territorio, rappresentando e manifestando nelle sedi competenti le prerogative e le esigenze dei cittadini con i quali ci si confronta quotidianamente", l'affondo che ha il sapore di un atto di sfida al Governo e alle sue articolazioni sul territorio, l'USRC in particolare.