Mercoledì, 25 Marzo 2015 20:32

Rinviata a data da destinarsi la conferenza dei servizi sul Metanodotto Snam

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Rinviata a data da destinarsi la conferenza dei servizi sul metanodotto Snam Sulmona-Foligno

Si è conclusa intorno alle 14:00 la riunione al ministero dello Sviluppo economico nella quale la Regione Abruzzo, per bocca dell'assessore all'Ambiente Mario Mazzocca e del consigliere Pd Pierpaolo Pietrucci, ha ribadito il proprio no al progetto.

"E' stato fugato il timore che la Conferenza dei servizi si potesse chiudere oggi con un rinvio della decisione al Consiglio dei Ministri", ha sottolineato Pietrucci a NewsTown. "Al contrario, abbiamo ottenuto un rinvio a data da destinarsi. Insomma, i tempi si allungano. Per noi è sicuramente un buon risultato, siamo soddisfatti". 

Il presidente della Commissione Territorio non ha nascosto che la riunione è stata infuocata e ha vissuto momenti di autentico scontro: "Stante il permanere della chiusura di Snam verso ogni tipo di alternativa progettuale, come Regione Abruzzo abbiamo ribadito la nostra contrarietà al metanodotto, forti anche delle delibere di consiglio dei Comuni interessati, che sono già arrivate o stanno arrivando in questi giorni, nelle quali è stata sottolineata la non conformità urbanistica del progetto". 

Non solo. Secondo il consigliere del Pd ha pesato molto anche la dura presa di posizione dell’amministrazione separata dei beni di uso civico di Paganica e San Gregorio, che ha diffidato formalmente il responsabile del procedimento, Concetta Cecere, "a proseguire ogni attività volta ad autorizzare l’infrastruttura in oggetto in quanto parte di essa ricade su terreni di uso civico su cui non c’è stato il mutamento di destinazione, neppure temporaneo”.

"Il procedimento in oggetto - aveva ricordato nella missiva l'amministrazione separata - è viziato da mancato rispetto degli obblighi derivanti dalla normativa in tema di uso civico". In altre parole, non si può procedere con l’imposizione del vincolo preordinato all’esproprio senza il preventivo mutamento di destinazione delle 275 particelle che sarebbero oggetto del tracciato.

La lettera è stata inviata anche alla Procura della Repubblica dell’Aquila "per accertare eventuali responsabilità già in questa fase del procedimento".

"Siamo intervenuti su diversi fronti sollevando dubbi e perplessità in particolare, sulla questione della rete nazionale gasdotti, sugli usi civici, sul Cirm, sul fatto che è mancato un pregresso procedimento di Vas preordinato al progetto in questione e sullo studio sulla sismicità del territorio illustrato dalla Snam", ha inteso sottolineare l'assessore all'Ambiente Mario Mazzocca. 

Uno studio presentato al tavolo della discussione, ha raccontato Pietrucci a NewsTown, per fugare i dubbi e le paure espresse sia dagli enti locali che dai comitati circa il fatto che la condotta Snam andrebbe ad attraversare una zona ad alto rischio sismico. "Peccato" ha specificato il consigliere regionale "che lo studio fosse stato affidato proprio alla Snam, contro ogni principio di terzietà della Conferenza. Un aspetto su cui abbiamo insistito con forza".

L'approfondimento sulla sismicità del territorio, sulla base della normativa più recente, con ulteriori indagini geofisiche, sismiche e litologiche non ha convinto affatto la delegazione abruzzese perché le indagini sono state ritenute troppo generiche e comunque non ancora minimamente formalizzate.

Il rinvio sine die è un risultato che premia anche la compattezza con cui Regione e comitati civici hanno agito e hanno fatto fronte comune. Sull'onda delle proteste e delle sollecitazioni di cittadini e associazioni, la Regione Abruzzo infatti ha chiesto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri l'immediato blocco delle procedure sia per il progetto del metanodotto sia per quello della centrale di compressione gas di Sulmona nonché il tempestivo trasferimento della discussione sul tavolo della Conferenza Stato-Regioni, invitando contestualmente il Ministero per lo Sviluppo economico a non chiudere il procedimento senza l'intesa, anche negativa, di tutti gli enti locali interessati dal progetto. 

Inoltre, l'incendio del 6 marzo scorso a Mutignano, frazione di Pinetoaveva avvalorato i dubbi su un'opera di tale impatto: "In Conferenza dei servizi" - ha spiegato Pietrucci - "la Snam ha inteso sottolineare come l'impianto di Pineto fosse vecchio di quarant'anni. Ho dunque ribadito come non si possa affatto escludere che tra trent'anni possa verificarsi un incidente simile anche sul metanodotto che la società vorrebbe realizzare tra Sulmona e Foligno, e che insiste su un territorio a forte rischio sismico".

Le altre battaglie 

In questi giorni, però, non si parla solo di metanodotto. A qualche ora dal sospiro di sollievo per il provvedimento di diniego alla centrale Power Crop di Avezzano, da parte del Comitato Via della Regione Abruzzo, l'appuntamento per cittadini, comitati e movimenti è per domenica 29 marzo, a San Vito Chietino. Nello spazio occupato 'Zona Ventidue', infatti, alle 17:30, si svolgerà una assemblea pubblica contro il progetto 'Ombrina', "per confrontarci - scrivono gli attivisti - su come rispondere collettivamente all'ennesimo scempio calato dall'alto".

Evidentemente, si tratta delle prima risposta al parere positivo della Commissione Valutazione Ambientale sull'ennesimo progetto di trivellazione in Adriatico, formulato il 6 marzo scorso. Intanto, i parlamentari del Movimento 5 Stelle hanno inviato una lettera al Ministro dell'Ambiente, Gian Luca Galletti, e al titolare del dicastero al Turismo, Dario Franceschini, per chiedere con estrema urgenza di bloccare l'iter autorizzativo di Ombrina e non firmare il decreto di Via dopo le notizie emerse la settimana scorsa in merito ad alcuni componenti del comitato tecnico del ministero, accusati di essere vicini alla 'ndrangheta. "Abbiamo già presentato un'interrogazione parlamentare sulla vicenda - spiegano i parlamentari - e auspichiamo che il Ministero dell'Ambiente verifichi l'eventuale presenza di pidduisti e persone legate alla ‘ndrangheta nel comitato VIA; nel frattempo, il Ministero non dovrebbe prendere nessun provvedimento normativo consequenziale al lavoro di tale comitato, compreso ovviamente il decreto autorizzativo di Ombrina".

La vicenda è arrivata fino a Bruxelles. Eleonora Forenza, eurodeputata dell'Altra Europa con Tsipras/gruppo Gue/Ngl, ha presentato una interrogazione prioritaria alla Commissione Europea a proposito delle procedure di valutazione ambientale sui progetti cofinanziati dall'Unione. 

La discussa riunione della Commissione Via, tra l'altro, ha svelato anche altro. Si è scoperto, infatti, che al 6 marzo il rappresentante della Regione in Commissione Via sarebbe stato Antonio Sorgi, alto dirigente della Regione Abruzzo e capo della Direzione Affari della presidenza, arrestato alla fine di settembre 2014. Sorgi è stato sostituito il 19 marzo da Cristina Gerardis. "Da quanto possiamo leggere - è insorto il Forum abruzzese dei Movimenti per l'Acqua - il ministero potrebbe aver convocato direttamente Antonio Sorgi per la riunione che ha valutato il progetto Ombrina. E' andata così? Se sì, ha partecipato alla seduta? Era stato sospeso dall'incarico dopo l'inchiesta che lo ha riguardato?". Il Foro ha posto altre domande, legittime: "Da un esame di alcuni pareri della Commissione V.I.A. nazionale che hanno riguardato la Regione Abruzzo (elettrodotto Villanova – Gissi, ad esempio) non si riscontra la presenza del rappresentante della Regione. Con che frequenza andava Antonio Sorgi a queste importantissime riunioni? Quando era stato nominato la prima volta? Su quali opere si è espresso?".

Risposte non sono ancora arrivate. "Perché non c’erano rappresentanti della Regione durante il Comitato Via?", se lo è chiesto anche il presidente della Commissione di vigilanza, il forzista Mauro Febbo. "Non è ancora chiaro ma neanche questa volta l’amministrazione 'latitante' di centrosinistra potrà scaricare le responsabilità delle sue assenze su altri". Stando a Febbo, non è vero che la convocazione sarebbe stata indirizzata ad Antonio Sorgi. "Ci vorrebbero far credere che l’assenza dell’amministrazione regionale sia dipesa da una mancata comunicazione, o meglio che la convocazione sia giunta all’ex direttore Antonio Sorgi, che era membro delegato in seno alla Commissione, e che lo stesso non l’avrebbe girata a chi di dovere. Non è assolutamente vero – ha sottolineato – perché non solo le convocazioni sono state inoltrate ai funzionari dirigenti regionali competenti ma non è certo un mistero, neanche negli uffici romani, che in Abruzzo c’è un nuovo direttore generale, lo stesso che D’Alfonso ha nominato solo pochi giorni fa membro delegato in seno al Via. Rimane il mistero intorno a questa vicenda - ha aggiunto Febbo - e l’unica certezza è il patetico 'doppio gioco' portato avanti da questo Governo regionale e in generale dal centrosinistra abruzzese che a Roma non partecipa alle riunioni, onde evitare di inimicarsi i vertici nazionali, e in Abruzzo racconta un’altra verità spesso scaricando le responsabilità su altri".

Metanotto, centrali a biomasse, trivellazioni in Adriatico e l'ettrodotto Villanova-Gissi, con il braccio di ferro tra i proprietari dei terreni sui quali dovrebbe realizzarsi l'opera e la Terna, società responsabile del progetto. Ricorderete gli scontri dei mesi scorsi, con i cittadini denunciati per aver impedito ai tecnici le rilevazioni sui terreni. Ebbene, si scopre ora che - in realtà - le proprietà erano già state violate, nel marzo dell'anno scorso, per compiere prelievi e controlli, senza alcun atto legittimante e senza aver informato i proprietari. 

Chissà che la scoperta non possa dare maggiore forza alla risoluzione approvata, all'unanimità, dal Consiglio regionale giusto un mese fa. Nel documento si chiede alla Regione di verificare, anche al Ministero, il rispetto di tutte le procedure e delle prescrizioni del progetto, in particolare per quanto riguarda i lavori eseguiti fino a oggi. Attenzione viene richiesta anche sulle autorizzazioni per il vincolo idrogeologico e sul loro rilascio. Il Presidente della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso, non ha nascosto però che la procedura è in parte arrivata a conclusione. "Faremo tutto ciò che il diritto ci consente di fare. La mia opinione è che questa opera non andava fatta, ma io ho ereditato delle procedure avanzate. Ora affideremo a una competenza indiscutibile, cioè la presidente del Comitato Via, Cristina Gerardis, la lettura ultima di questa vicenda, sapendo che siamo arrivati al 91° minuto". 

Terna non intende fare passi indietro. "Al di là di ciò che la Regione può fare, e può fare tanto - ha sottolineato il portavoce dei comitati in protesta, Renato Di Nicola - chiediamo che vengano bloccati i lavori mentre si stabiliscono tutte le verità del caso. Ci sono punti da chiarire: chiariamoli prima e non dopo. Se i cittadini sono contrari e il presidente di Regione dice di essere contrario, allora deve difendere i cittadini, al di là delle questioni tecniche, e non Terna. La fonte del diritto primario è il popolo".

Staremo a vedere. Intanto, dopo una messe di esposti presentati dai Comitati, la vicenda è finita sulla scrivania del pm Gennaro Varone che sta coordinando una inchiesta ancora agli albori - senza indagati e senza ipotesi di reato - per far luce su eventuali irregolarità nel progetto. Non solo. L'eurodeputato a Cinque Stelle Piernicola Pedicini, come primo firmatario, e altri quattro colleghi (Daniela Aiuto, Fabio Massimo Castaldo, Eleonora Evi e Dario Tamburrano) hanno presentato un’interrogazione alla Commissione europea. Nell’interrogazione i portavoce M5s mettono in evidenza che il progetto di Terna Spa, autorizzato nel 2013 con un decreto del Ministero dello Sviluppo economico, rileva nelle diverse fasi attuative alcune criticitá e irregolaritá che non rispettano ben quattro Direttive europee.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Marzo 2015 16:46

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