Si riunisce stamane la II Commissione territorio, convocata dal presidente Enrico Perilli - su sollecitazione dei consiglieri di centrodestra - per chiarire una volta per tutte, si spera, la posizione dell'amministrazione rispetto alla realizzazione di una centrale a biomasse, a Bazzano.
In realtà, il Consiglio comunale si è già pronunciato, recependo all'unanimità un ordine del giorno che esprimeva contrarietà alla localizzazione della centrale. Anche l'assise regionale ha approvato una risoluzione che impegna il presidente Luciano D'Alfonso e l'assessore Mario Mazzocca ad "avviare le procedure per l'elaborazione di una Valutazione di Impatto Sanitario" e "a valutare l'eventuale sospensione delle autorizzazioni concesse alla società proponente (la Futuris Spa, ndr) in caso di risultati dubbi della Vis". Di fatto, una risoluzione che impone un ulteriore stop al progetto, contro il quale un gruppo di associazioni e comitati cittadini avevano già presentato ricorso al Tar. E il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso dei comitati, riconoscendo i vizi relativi al procedimento amministrativo in seguito al quale era stata rilasciata l'autorizzazione unica della Regione.
Dunque, il progetto della centrale a biomasse - firmato dalla Futuris spa - pareva davvero destinato a svanire. Al contrario, la società ha presentato ricorso in Consiglio di Stato avverso la sentenza del Tar. E, a sorpresa, Regione Abruzzo si è costituita ad adiuvandum.
La costituzione è datata 27 febbraio 2015. A sfogliare la memoria, pare che l'ente si sia costituito per proteggersi da eventuali richieste di risarcimento danni della società, scaricando le responsabilità su altri. In particolare sul Comune dell'Aquila che, nella Conferenza dei servizi del maggio 2010, ha dato parere favorevole alla centrale.
Per questo, i consiglieri comunali di centrodestra intendono chiedere all'amministrazione "la revoca in autotutela del parere favorevole e il diniego esplicito alla realizzazione della centrale". E' ora di finirla di tergiversare, hanno sottolineato. Come pare stia facendo Regione Abruzzo che, da un lato, si esprime politicamente avverso la realizzazione della centrale e, dall'altro, si costituisce amministrativamente ad adiuvandum della società che intende realizzarla.
"Si stanno dimenticando due importanti documenti che dichiarano, senza ombra di dubbio, quanto la Regione Abruzzo sia ferma nel riconsiderare l’istallazione della centrale a biomasse della frazione di Bazzano", la risposta del consigliere regionale democrat Pierpaolo Pietrucci. "Sarà bene dunque ricordare a tutti che nella seduta Consiliare dell’11/11/2014 è stata votata all’unanimità una risoluzione a firma mia, della collega Consigliera Sara Marcozzi (M5S), e del Presidente del Consiglio Di Pangrazio, in cui si impegnava il Presidente della Giunta Regionale e l’Assessore competente , in prima battuta ad avviare le procedure per l’elaborazione di una Valutazione di Impatto Sanitario a cura delle Agenzie Regionali preposte; e in secondo luogo, a valutare l’eventuale sospensione della autorizzazioni concesse alla Società proponente, in caso di dubbi sulla VIS. (verbale 10/3, seduta 11/11/2014)".
A tale risoluzione - ha spiegato Pietrucci - ha risposto la Giunta Regionale, con delibera 178 del 10/03/2015, con la quale "si ritiene opportuno riesaminare, con l’attenzione del caso, la sussistenza dei presupposti per riportare all’esame delle sedi opportune la rivalutazione dell’originale richiesta formulata dalla Società interessata".
Anche la direttora generale dell'ente, Cristina Gerardis, ha inteso sottolineare che, dal punto di vista processuale, non c'è nulla di strano nella costituzione in giudizio della Regione Abruzzo. "Il comitato Via - ha spiegato - è pronto a rivedere le autorizzazioni entro l’udienza del 7 luglio davanti al Consiglio di Stato".
Se non fosse che il comitato Via non ha mai espresso alcuna autorizzazione. Infatti, il progetto è stato sottoposto alla sola Autorizzazione Unica dell'Araen (procedura semplificata). Per questo, i comitati - che parteciperanno stamane alla Commissione - pur esprimendo soddisfazione per la risoluzione del Consiglio regionale, hanno tenuto a ribadire che ritengono sia più concretamente praticabile, e legalemente rilevante, una revoca in autotutela del parere espresso dall'Araen. E hanno sottolineato l'opportunità di valorizzare, come presupposto formale, sia l'indisponibilità sostanziale di biomasse vergini (che andrebbero certificate), sia la dispersione dell'80% del calore prodotto in contrasto con le misure del Piano energetico/difesa dell'aria. Ancora più utile sarebbe il contrasto formale dell'intervento con le norme del 'Piano di sicurezza delle alluvioni'.
Staremo a vedere. Intanto, stamane si capirà se il Comune dell'Aquila ha davvero intenzione di ritirare, in autotutela, il parere favorevole espresso nel 2010, in sede di Conferenza di servizi. Sarebbe il primo passo per ottenere la revoca del parere dell'Araen.