Rimangono agli arresti domiciliari Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, gli impreditori coinvolti nell'inchiesta denominata "Redde rationem". A darne notizia stamane è il quotidiano Il Centro.
I due responsabili dell'impresa Dipe - Pellegrini di Caporciano (L'Aquila) e Di Persio di San Demetrio ne' Vestini - sono stati arrestati per truffa nell'ambito di presunte tangenti nei puntellamenti per la messa in sicurezza di alcuni edifici dopo il terremoto del 2009.
Lo scorso 12 agosto, erano tornati in libertà dai domiciliari altri tre dei sei indagati: gli imprenditori Maurizio Polisini, Andrea Polisini di Montorio al Vomano (Teramo) e l'aquilano Nicola Santoro. Il tribunale del Riesame aveva disposto la trasformazione della misura cautelare degli arresti domiciliari anche per Pierluigi Tancredi, ex consigliere comunale ritenuto figura chiave dell'inchiesta. Per quest'ultimo, il Riesame ha tuttavia disposto l'obbligo di firma.
I difensori di Pellegrini e Di Persio, Massimo Carosi e Riccardo Lopardi, avevano invece scelto di attendere. I due indagati andranno adesso al riesame.
"Non sono ravvisabili - afferma il giudice per le indagini preliminari, Roberto Ferrari - misure meno afflittive di quelle in atto idonee ad assicurare la totale assenza di comunicazione tra gli indagati e tra essi e i soggetti che possono cooperare al recupero di eventuali provviste occulte".
"Il mutamento dell’organizzazione societaria - aggiunge il giudice - non è idoneo a generare una ridotta influenza delle scelte proprietarie nella conduzione dell’attività caratteristica e in particolare della effettiva fase negoziale prodromica alla redazione dei documenti contrattuali rimessi alla sottoscrizione e controllo degli organi amministrativi esecutivi e quelli di controllo".
"Dal tenore della conversazione trascritta nell’ordinanza - si legge nelle motivazioni - emerge oltre la sollecitazione dell’incontro ad opera del consulente, anche l’accorata segnalazione da parte degli imprenditori dei gravi sviluppi finanziari, dato che lascia pensare più che a un’indisponibilità di provvista di origine societaria (di difficile estrazione contabile) a un tentativo di condivisione degli effetti del mancato integrale conseguimento del risultato economico atteso".