Giovedì, 22 Ottobre 2015 10:47

Ricostruzione privata, 'Sistema L'Aquila'. Trifuoggi: "Altre sorprese negative"

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"Immagino che numerose altre sorprese negative verranno fuori".

Parole del vice sindaco Nicola Trifuoggi, a 'Il Messaggero', che ha commentato così, lasciando intendere ulteriori sviluppi, l'indagine che la Procura dell'Aquila ha avviato sui lavori di ristrutturazione di Palazzo Ciolina e che potrebbe essere solo l'inizio di una 'operazione trasparenza' che starebbe per scattare sulla ricostruzione privata.

Sono 1.700, infatti, le pratiche sospette che la procura ha già acquisito e che visionerà, una ad una. E ora tremano proprietari di palazzi, appartamenti e abitazioni ma anche ditte e aziende edili. "E’ veramente ignobile che ci sia qualcuno, aquilano, che lucri illecitamente sul terremoto sottraendo denaro ad altri che ne avrebbero diritto", ha attaccato Trifuoggi. "Se rubo un contributo che non mi spetta può darsi che qualcuno che è ancora nella fase dell’esame della pratica possa non avere i soldi. E’ più ignobile di quei costruttori, non abruzzesi, che ridevano la notte del sisma".

Dichiarazioni durissime che, per stessa ammissione del vice sindaco, vorrebbero svegliare la città dal torpore che sembra avvolgerla. "Stupisce e dispiace - aveva già sottolineato Trifuoggi ai microfoni dei colleghi del Tgr Rai - che la continua scoperta di personaggi locali, più o meno appartenenti a strati sociali elevati, non provochi alcuna reazione".

In effetti, la città non sembra volersi occupare di quanto potrebbe emergere dalle indagini della Procura sulla ricostruzione privata. Decine se non centinaia di casi, con lavori gonfiati rispetto ai danni effettivi riportati dagli edifici. Case vuote, in certi casi persino diroccate, ricostruite coi soldi pubblici: basterebbe camminare tra le strade del centro storico e delle periferie, soprattutto, per notare che qualcosa, in effetti, sembra proprio non tornare. Su via Antica Arischia, ad esempio, nel popoloso quartiere di Pettino, con un immobile diroccato di proprietà di una nota famiglia di avvocati aquilani che si sta ricostruendo come nuovo.

"Altre sorprese negative verranno fuori", ha sottolineato Trifuoggi. Altre, aggiungiamo noi, non arriveranno mai alla sentenza di un Tribunale. Sta di fatto che l'indagine della Procura svela un segreto di 'pulcinella': non è un mistero, infatti, che l'assenza di norme stringenti sulla ricostruzione privata, e poco è stato fatto in questo senso anche nel dl Enti locali da poco approvato, abbia scatenato vere e proprie aste, tra le imprese, per accaparrarsi i lavori. Si sta sul confine sottile tra legalità e illegalità. In tutti i casi, comunque, si tratta di un utilizzo assai disinvolto e poco etico delle risorse pubbliche stanziate per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere. 

Le indagini della Procura ipotizzano, infatti, veri e propri accordi tra imprese, proprietari e progettisti, un 'sistema L'Aquila', ricostruito da Enrico Nardecchia sulle pagine de Il Centro. A partire dall'affidamento in via diretta dei lavori, assicurato alle imprese capaci di offrire di più, che siano finiture di pregio, migliorie di altro tipo o, addirittura, vacanze premio per i presidenti di consorzio. Benefits 'coperti' dalle imprese gonfiando i danni effettivi dell'edificio da ristrutturare, d'intesa con progettisti compiacenti. Tutti contenti, tutti guadagnano di più. A chiudere il cerchio, le fatture fittizie per lavori extra che l'impresa emette di concerto con i proprietari, consapevoli che la ditta non ne chiederà mai il pagamento: a quanto si apprende dagli ambienti investigativi, la mancata esecuzione sulle fatture insolute sarebbe tra gli artifici più usati per aggirare le norme e aggirare i controlli del Fisco. 

Sono pratiche abbastanza diffuse, più di quanto si pensi. E non si può far finta di nulla, anche se molte tra le pratiche attenzionate non arriveranno mai al vaglio di un Tribunale, anche se, in alcuni casi, non si possono ravvedere estremi di illegalità, vista la vaghezza delle norme.

Staremo a vedere.

Intanto, è stata chiusa l'inchiesta 'Redde Rationem', con 16 indagati per presunte mazzette versate così da ottenere i lavori di puntellamento degli edifici del centro storico.

Il teorema accusatorio è chiaro: le 'mazzette' sarebbero transitate da una agenzia matrimoniale e una società di consulenze con il beneplacito di funzionari comunali che davano il via libera agli affidamenti dei puntellamenti. Sotto accusa per corruzione l’ex assessore comunale aquilano Pierluigi Tancredi, gli imprenditori Mauro Pellegrini, Giancarlo Di Persio, Andrea Polisini e Maurizio Polisini. Tra i 16 indagati, sia pure con accuse di secondo piano, anche il grande accusatore, l’imprenditore Antonio Lupisella. Restano coinvolti nell’inchiesta tecnici, funzionari comunali e altri piccoli imprenditori, indagati per abuso d'ufficio e truffa. Si tratta dei tecnici comunali Mario Di Gregorio, Carlo Cafaggi, Giuseppe Galassi, dell’ex cerimoniera del Comune Daniela Sibilla, di Concetta Toscanelli, moglie di Tancredi, e, infine dei professionisti o addetti delle aziende: Roberto Scimia, Roberto Arduini, Michele Giuliani, Simonetta D’Amico, Nicola Santoro.

 

Pezzopane: "Fermare il 'sistema' marcio si può e si deve"

"Credo convintamente che la gran parte di imprese e cittadini si siano comportati correttamente, ma anche che chi ha invece compiuto azioni illegali debba essere punito, anche perché sta sporcando ingiustamente tutta la ricostruzione. Gettando una macchia nera su un'intera comunità".

Si legge in una nota firmata dalla senatrice Stefania Pezzopane che ha commentato così le indiscrezioni di stampa sulle indagini condotte dalla Procura su 1700 pratiche di ricostruzione privata. "Le indagini faranno com'è giusto il loro corso, e magistratura e forze dell'ordine sono impegnatissime fin dal primo giorno", sottolinea Pezzopane. "Siamo al di sotto della soglia fisiologica di criminalità, ma è vero però che tutto questo si poteva evitare, come avevamo denunciato per tempo, introducendo le norme più restrittive che esistono da luglio scorso. Questo sistema può essere fermato, governo e Parlamento devono intervenire subito".

"Nel decreto enti locali di quest'anno - aggiunge la senatrice democrat - abbiamo approvato, grazie a miei emendamenti, una serie di misure importanti sulla ricostruzione in Abruzzo, per rafforzare i controlli e le verifiche da parte della Corte dei Conti e della Guardia di Finanzia, per stabilire l'incompatibilità tra progettista e impresa appaltante, per la limitazione del ricorso al subappalto, per introdurre sanzioni penali per le aziende e prevedere più paletti contro le infiltrazioni mafiose. Poi servono altre misure per estendere i paletti rigidi nella ricostruzione privata. Bisogna prevedere le mini-gare d'appalto, le white list per le imprese pulite e gli albi reputazionali per i professionisti. Tutto questo era oggetto di miei emendamenti al decreto che non sono stati approvati, ma che rientrano nel disegno di legge che ho depositato sulla ricostruzione a L'Aquila e in Abruzzo. Il sistema marcio può e deve essere fermato e in parte le cose sono già cambiate, con l'approvazione di queste nuove norme. Ora chiedo a governo e Parlamento un impegno in più per varare le misure che ancora servono".

 

Ultima modifica il Giovedì, 22 Ottobre 2015 15:29

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