Era il settembre del 2016 e, su segnalazione di Franco Marulli del sindacato Assocasa di Ugl, avevamo denunciato [qui] come vi fossero delle 'casette' mobili messe a disposizione dei dipendenti Anas nell'immediato post sisma del 6 aprile 2009 che, di fatto, giacevano abbandonate sui terreni del vivaio dell'Azienda nazionale autonoma delle strade, sulla ss 17 all'altezza della frazione di Onna, e che avrebbero potuto essere trasferite nei comuni del centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 24 agosto di quell'anno per dare riparo agli sfollati. Avevamo svelato come si trattasse di "moderni container", con tanto di stanze interne e verande esterne.
Ebbene, l'indomani Anas aveva risposto al nostro articolo [qui] spiegando che "all'indomani del sisma del Centro Italia", l'azienda aveva "immediatamente dato alle autorità competenti la disponibilità delle 'casette' di Onna - ce n'erano 18, informò l'azienda - per l'eventuale approntamento di un campo accoglienza per gli sfollati. I moduli sono tutt'ora in perfetto stato di efficienza e pronti al trasferimento immediato in caso di richiesta, ad oggi non pervenuta, da parte delle citate autorità competenti".
Da allora, sono passati tre anni e, finalmente, le 'casette' mobili - o meglio, 8 delle 18 che erano ad Onna a settembre 2016 - verranno portate ad Amatrice.
"Abbiamo firmato l’accordo con Anas - Compartimento per l’Abruzzo circa la concessione a titolo gratuito delle 8 casette mobili dislocate a Onna", si legge in una nota firmata dalle associazioni Autismo Abruzzo onlus e Aips (Associazione Insieme per Sant’Angelo). "Nel giugno del 2017 inviammo una formale richiesta di comodato gratuito con l’obiettivo di renderle disponibili nelle zone colpite dal sisma del 2016", viene spiegato. "Le 8 casette andranno ad arricchire l’area di accoglienza esistente presso Sant’Angelo di Amatrice e saranno a disposizione della comunità locale per attività di accoglienza e di aggregazione sociale. Tutti i servizi offerti dall’associazione saranno fruibili dalle famiglie con autismo, anche grazie alla collaborazione di Autismo Lazio onlus. Oltre alla ricostruzione materiale dei paesi e dei borghi colpiti, occorre avviare la 'ricostruzione sociale', quella che permetterà a chi vive oggi in queste aree di restare e a coloro che vi si recavano per le vacanze di continuare a viverle. Riteniamo questa azione solidale un ottimo esempio di ricostruzione sociale e di sinergia tra associazioni e istituzioni. Comune di Amatrice, AIPS, Autismo Abruzzo onlus, Autismo Lazio onlus e ANAS hanno dato dimostrazione di saper lavorare per perseguire un obiettivo comune".
Finalmente, verrebbe da dire, le casette troveranno insomma un altro uso: una buona notizia, alla vigilia del terzo anniversario del sisma.
Molti degli abitanti dei territori colpiti dal terremoto del 24 agosto scorso stanno abbandonando (si spera temporaneamente) la propria terra.
In attesa della costruzione dei moduli abitativi provvisori (map), annunciati dalla struttura commissariale e di realizzazione entro la prossima primavera, a causa del freddo è necessario lasciare le tendopoli.
Molti dei circa 3mila sfollati si sono trasferiti nelle strutture ricettive sulla costa adriatica, altri si sono sistemati autonomamente in affitto. Ai proprietari delle tante aziende agricole, è stato detto, verranno consegnati container e moduli abitativi per permettere loro di continuare a lavorare anche nei mesi invernali.
Ma è possibile recuperare strutture provvisorie per permettere agli sfollati che non vogliono abbandonare la loro terra di rimanere nei luoghi colpiti dal sisma? Sembrerebbe molto complicato, perché la struttura commissariale di Vasco Errani ha espresso chiaramente la preferenza, attraverso un'ordinanza dello scorso 3 settembre, di trasferire altrove le persone.
Eppure esistono diverse strutture, ad esempio presenti nei territori aquilani colpiti dal terremoto dell'aprile 2009, che potrebbero essere riutilizzate, per essere impiegate nel dare temporaneamente riparo alle persone rimaste senza casa, impiegando risorse economiche "solo" per smontaggio, trasporto e rimontaggio.
E' il caso delle "casette" in legno messe a disposizione dei dipendenti Anas nel primo periodo del post-sisma aquilano, segnalate a questo giornale da Franco Marulli del sindacato Assocasa di Ugl. Sui terreni del vivaio Anas, sulla Strada statale 17 all'altezza della frazione di Onna, ne abbiamo contate almeno 12.
Abbiamo provato a chiedere (senza successo) all'Anas dell'Aquila se fossero ancora utilizzati e abitati da qualcuno. Ma, come è possibile vedere anche dalle foto, sembrano pressoché vuoti.
Si tratta di "moderni container", con tanto di stanze interne e verande esterne, che da tempo fanno capolino alla Statale. Nel caso fosse confermato "l'abbandono" dei locali, perché non provare a trasferirli per permettere alle persone che non vogliono andare via dai territori terremotati, di rimanere nei paesi? Considerando, poi, che - come scriviamo ormai da giorni - la demografia delle zone terremotate è (fortunatamente) esigua.
Come dire: con dodici casette del vivaio Anas si potrebbero, ad esempio, soddisfare le esigenze di un intero borgo dell'Alta valle del Tronto.
Chissà che, dopo la segnalazione di Assocasa, non intervenga nel favorire questo processo lo stesso governatore dell'Abruzzo Luciano D'Alfonso, egli stesso dipendente Anas e notoriamente vicino agli apicali dell'Azienda nazionale autonoma delle strade. Sarebbe auspicabile.