Mercoledì, 24 Gennaio 2018 23:19

194 giorni dopo, le difficoltà della giunta Biondi con le 'politiche' alle porte

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Sono passati 194 giorni dal giorno dell'insediamento del Consiglio comunale [qui]; la giunta di centrodestra guidata dal sindaco Pierluigi Biondi è già ad un decimo della legislatura. Eppure la macchina amministrativa pare ancora ingolfata, incapace di segnare un cambio di passo sui problemi ereditati dal passato e che soffocano la città. Sia chiaro: non ci siamo divertiti a verificare le promesse elettorali alla scadenza dei 'fatidici' 90 giorni, consapevoli che governare, mettere le mani in una struttura complessa, non è affatto semplice; toccare con mano i risultati di un'azione amministrativa richiede tempo, e pazienza.

194 giorni dopo, però, a preoccupare è la sensazione che si proceda a vista, con un disegno strategico tutt'altro che definito, in bilico su equilibri sottili tra le forze di governo, e con le elezioni politiche alle porte che stanno congelando l'azione del governo cittadino.

"Scuole, Gran Sasso, Pettino, via Castello: i primi 100 giorni di Biondi sindaco" titolava un articolo pubblicato da NewsTown il 22 giugno scorso [qui], a tre giorni dal turno di ballottaggio che, in effetti, avrebbe incoronato sindaco il candidato di centrodestra. "La priorità - sottolineava Biondi - è ricollocare gli studenti delle scuole che hanno indici bassi di vulnerabilità sismica. E' percorribile dunque l'idea della ex Optimes a Campo di Pile, ma dovrà essere intrapreso un confronto serrato con gli operatori del mondo scolastico, l'ufficio scolastico regionale e gli altri enti, per verificare gli spazi e ricollocare in base anche ai servizi". Ebbene, 7 mesi dopo i ragazzi delle scuole di competenza comunale frequentano, ancora, gli stessi edifici d'allora, non conosciamo gli indici di vulnerabilità della maggior parte delle strutture e, come non bastasse, l'ipotesi ex Optimes è naufragata sul nascere. Cosa succerebbe se dovessero emergere criticità su altri edifici, come accaduto a Preturo e Arischia [qui]? Per non dire della ricostruzione degli edifici classificati 'E' a seguito del sisma, non ancora avviata sebbene i soldi siano in cassa da più di quattro anni.

Non solo. Non c'è una strategia definita sulle scuole superiori; è competenza della Provincia, direte voi: è vero, tuttavia è il Comune dell'Aquila che dovrebbe ridisegnare la mappa degli istituti tenendo conto dello sviluppo urbanistico della città. E invece, 194 giorni dopo - per fare soltanto un esempio, tra gli altri - non è ancora chiaro cosa ne sarà del Liceo 'Cotugno'; inutile ricostruire i passaggi di una vicenda grottesca: si è parlato d'abbattimento e ricostruzione, di isolatori sismici 'sotto' la sede storica di via Da Vinci e infine di delocalizzazione. L'ultima proposta è di qualche giorno fa: il consigliere provinciale con delega all'edilizia scolastica, Vincenzo Calvisi, ha accennato alla possibilità di trasferire il Cotugno a Villa Gioia, laddove la Provincia possiede aree a destinazione d'uso scolastico - stando al piano regolatore vigente - che si potrebbero abbattere e ricostruire rapidamente. E invece, l'ipotesi è stata accantonata: l’area sarà destinata a uffici giudiziari. Si ricomincia daccapo, insomma.

Sullo sviluppo del Gran Sasso, meglio stendere un vielo pietoso. Di nuovo: l'amministrazione di centrodestra ha ereditato una situazione drammatica, sta di fatto che la giunta Biondi non è stata in grado di segnare la svolta auspicata. Oramai la stagione è compromessa, sebbene sia stato annunciato che la seggiovia delle Fontari verrà inaugurata entro la metà di febbraio, più prudente sarebbe usare il condizionale; non è stato ancora pubblicato l'avviso per la gestione dell'ostello, e lo storico albergo di Campo Imperatore resterà chiuso fino all'avvio dei lavori di restauro per il furto di costosi rilevatori che, di fatto, precludono al rilascio del certificato di prevenzione incendi. Come non bastasse, sulla nomina ad interim di Domenico de Nardis come amministratore unico del Ctgs ci sarebbe un fascicolo aperto all'Anac, e d'altra parte la condizione d'incompatibilità del dirigente è acclarata. Intanto, l'amministrazione persegue la strada - annunciata in campagna elettorale - della riperimetrazione del sic "a saldo zero" [qui] che, tuttavia, potrebbe trascinare l'Ente in un lungo contenzioso, con esiti difficili da prevedere, al momento.

Tacendo sulla vivibilità, sul progetto del 'passeggio verde' di via Castello e sulla 'green way' che si era immaginata per Pettino, lasciando in un cassetto il rilancio turistico della città - sia l'articolo pubblicato ieri su Collemaggio, a parlare [qui] - non si può far finta di non vedere che non sono stati fatti passi in avanti neppure per ciò che attiene alla gestione del progetto Case. 194 giorni dopo, l'assessore Francesco Bignotti ha sottolineato come si stia studiando, "con la massima attenzione", la soluzione "più adeguata a garantire l'accoglienza di fasce deboli di utenza" garantendo, altresì, "gli equilibri finanziari della gestione". Per responsabilità della passata amministrazione, è stato necessario un accantonamento in bilancio pari a 5 milioni di euro per il mancato introito di somme dovute dagli assegnatari, e ulteriori 2.3 milioni sono stati anticipati negli anni a copertura della transazione con Banca Sistema. Parliamo di oltre 7 milioni di euro, fondi comunali che potevano essere destinati ad altre finalità pubbliche. Per responsabilità di questa amministrazione, però, non si sta procedendo ad una puntuale riscossione dei tributi, con un livello di morosità insostenibile, e vi sono 650 alloggi circa vuoti, a carico della collettività. Insomma, la voragine nei conti del Comune rischia di allargarsi. Intanto, il bando così definito di 'housing sociale' è stato sospeso, e così il destino di circa 1200 nuclei familiari che avevano fatto domanda d'alloggio, e non è chiaro come intenda procedere l'amministrazione, se e come verrà istruito un nuovo bando.

Torneremo sulle difficoltà che vivono i commercianti e i pochi residenti del centro storico, sull'assenza cronica di parcheggi che si intreccia con la vicenda, a tutt'oggi irrisolta, della convenzione con 'Mobilità e Parcheggi' [qui] che ha in gestione il terminal di Collemaggio - inutilizzato - e gli stalli a raso della città, altra questione intricata che potrebbe finire con un sanguinoso contenzioso.

A preoccupare, è la riorganizzazione della macchina amministrativa; a due mesi dall'insediamento, il segretario comunale Giulio Nardi ha lasciato la città: a chi ha avuto modo di sentirlo, Nardi ha confermato di aver colto l'opportunità di riavvinarsi a casa. Pare singolare che un professionista che, poco tempo prima, aveva fatto domanda per venire a lavorare a L'Aquila, all'improvviso senta l'esigenza di lasciare l'incarico. La scelta potrebbe sottendere motivazioni personali assolutamente legittime, e da rispettare, sta di fatto che sono filtrate voci di dissapori tra il segretario e l'amministrazione; il vicesindaco Guido Quintino Liris avrebbe persino richiamato il segretario uscente, Carlo Pirozzolo, messo alla porta poco tempo prima in ossequio al principio dello spoils system difeso, com'è giusto che sia, dal sindaco Biondi. In questo quadro, si è deciso di non rinnovare gli incarichi ai dirigenti a tempo Enrica De Paulis, Dania Aniceti e Chiara Santoro: le prime due hanno pensato bene di arrivare a scadenza prendendo i giorni di ferie arretrate, con Santoro che, al contrario, è rimasta in servizio fino all'ultimo giorno. Sostituti non sono stati ancora nominati e alcuni dei dirigenti in pianta organica, che nel frattempo hanno assunto l'interim dei settori rimasti vacanti, si starebbero mettendo di traverso, temendo l'annunciata - e sacrosanta, aggiungiamo noi - rotazione degli incarichi. Con conseguenze preoccupanti: si prenda ad esempio, tra gli altri, la mancata firma del dirigente Fabrizio Giannangeli (ha assunto l'interim alle 'Politiche sociali e culturali') sulla determina che dovrebbe sbloccare i pagamenti alle associazioni culturali finanziate nell'ambito dei Cantieri dell'Immaginario 2016 [qui].

Ed a proposito di spoils system, 194 giorni dopo l'insediamento non si è ancora provveduto all'annunciata sostituzione degli amministratori unici delle società partecipate: restano in sella i nominati dalla giunta Cialente. Viene da chiedersi come si possa amministrare una società sapendo che, da un giorno all'altro, si dovrà lasciare l'incarico; viene da chiedersi su quali obiettivi strategici stiano lavorando gli amministratori sfiduciati. Non è banale: le partecipate erogano servizi essenziali alla vita dei cittadini.

Non è un mistero che la nomina degli amministratori arriverà alla definizione dei sottili equilibri che tengono insieme la coalizione di centrodestra; un gioco d'incastri, un incarico a Forza Italia, anzi due, l'altro a Fratelli d'Italia e così via. Un gioco che s'intreccia con la scelta dei candidati alle elezioni politiche del 4 marzo, e col temuto rimpasto di giunta, qualora dovessero decidere di scendere in campo alcuni tra gli assessori in carica: si fanno i nomi di Annalisa Di Stefano e Luigi D'Eramo, tra gli altri. Verranno poi le elezioni regionali, e 'certi' appetiti di grande salto sono ben noti: c'è da stare poco sereni.

E all'Emiciclo, salta il Consiglio regionale A proposito di Regione Abruzzo, anche all'Emiciclo la situazione è congelata: ieri, avrebbe dovuto riunirsi il Consiglio, rimandato invece - è stato spiegato con una stringata nota - "sentiti i Capigruppo e su richiesta della maggioranza degli stessi". In queste ore, si stanno facendo i giochi per le candidature, figurarsi se il Consiglio aveva tempo di occuparsi dei drammi che soffocano la nostra Regione.

D'altra parte, ad un anno e mezzo dalla scadenza del mandato, il governatore Luciano D'Alfonso si candiderà in Senato: "lo ha chiesto il segretario nazionale Matteo Renzi" viene ribadito in questi giorni, come fosse un mantra. E lui, il governatore, continua a sostenere che i giochi non sono fatti, che gli piacerebbe restare in Regione e, se dovesse accettare, lo farebbe soltanto per il bene degli abruzzesi. Non è così, evidentemente. D'Alfonso ha già deciso, e da tempo: col suo tergiversare, sta cercando soltanto di alzare la posta sul piatto, di ottenere cioé la promessa di un incarico di Governo, dovesse il Pd vincere le elezioni. Con lui, si candiderà anche il delfino Camillo D'Alessandro e pure l'assessore al Bilancio e alla sanità Silvio Paolucci starebbe pensando di provare il salto in Parlamento.

Sul piede di guerra il presidente del Consiglio regionale Giuseppe Di Pangrazio, che voleva una candidatura blindata nei listini proporzionali alla Camera, infuriato l'assessore Donato Di Matteo - da mesi in guerra con D'Alfonso - che rischia di rimanere tagliato fuori, in altre faccende affaccendata l'assessora Marinella Sclocco, puntava anche lei ad una candidatura ma la segreteria nazionale di LeU ha deciso di catapultare candidature 'romane' sui seggi eleggibili d'Abruzzo, se aggiungete che Andrea Gerosolimo è in costante fibrillazione, è chiaro che l'assise regionale non avrebbe potuto riunirsi, e non lo farà, fino a definizione delle liste.

Che poi, sono in predicato di candidatura anche il consigliere d'opposizione Giorgio D'Ignazio, eletto all'Emiciclo col centrodestra e in campo alle politiche col centrosinistra, e i colleghi forzisti Emilio Iampieri, Paolo Gatti e Gianni Chiodi, tra gli altri.

Uno spettacolo poco dignitoso, inscenato da chi si era candidato, nel maggio 2014, a risolvere i problemi dell'Abruzzo e che ora, invece, tenta la strada romana. Intanto, la vicenda dei rincari autostradali non è stata risolta e, anzi, rischia di trasformarsi in un salasso per gli abruzzesi, anche per coloro che non viaggiano in autostrada; è stato dato il via libera alla realizzazione della centrale a compressione Snam di Sulmona, funzionale al metanodotto 'Rete Adriatica' che taglierebbe la regione in zone ad alto rischio sismico; i dati sul lavoro non sono soddisfacenti, tutt'altro, le vertenze si moltiplicano - dalla Intecs alla Honeywell - e l'uscita dal commissariamento della sanità sta lasciando ferite nella carne viva dei territori delle aree interne; l'acquifero del Gran Sasso - tra i più importanti d'Italia - non è affatto in sicurezza, e l'economia ristagna.

Lo ribadiamo: il 5 marzo, inizerà un'altra campagna elettorale. Chi governa, nel frattempo?

Ultima modifica il Giovedì, 25 Gennaio 2018 19:11

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