Lunedì, 02 Novembre 2015 07:05

I mille rivoli di Redde Rationem: la ricostruzione tra intermediari e politica

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All'indomani degli avvisi di garanzia per la presunta truffa nella ricostruzione del palazzo che affaccia sui "quattro cantoni" del centro storico aquilano, i carabinieri del Noe, che conducono le indagini sulla vicenda di Palazzo Ciolina, hanno assunto faldoni e faldoni di documenti relativi anche alla ricostruzione pubblica e privata post-sisma, che coinvolgono alcune imprese sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti.

Il grande varco investigativo è stato possibile grazie ai mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali e all'imponente materiale raccolto nell'ambito dell'inchiesta Redde Rationem, che in estate ha portato all'arresto di quattro costruttori e dell'ex consigliere comunale Pierluigi Tancredi. Secondo quanto si apprende, da Redde Rationem potrebbero potenzialmente partire numerosi altri filoni di inchiesta sui quali procura e inquirenti starebbero indagando.

La ramificazione delle informazioni porta direttamente alle aziende coinvolte in Redde Rationem: Dipe Costruzioni ed Edilcostruzioni Group Srl su tutte. Si tratta di due ditte che stanno lavorando moltissimo all'Aquila e nel cratere, soprattutto nell'ambito della ricostruzione privata. Come riporta Il Centro, infatti, la Dipe risulta affidataria di 5 milioni per opere di puntellamenti e restauri in ben 114 abitazioni nel capoluogo e in alcuni comuni del cratere. La Edilcostruzioni, invece, ha 8 affidamenti solo nel comune dell'Aquila.

Sempre nell'ambito dell'inchiesta su Palazzo Ciolina, dall'intreccio tra appalti e subappalti è nata anche l'iscrizione nel registro degli indagati per rappresentanti di un altro nome noto nella ricostruzione: la Cingoli, gruppo imprenditoriale di Teramo, che aveva un rapporto di subappalto con la Dipe per un palazzo a Pettino.

Purtroppo ce n'è per tutti i colori. L'attenzione degli inquirenti sarebbe anche indirizzata a uno dei "nuovi lavori" che la ricostruzione post-terremoto ha imposto alla città: la figura dell'intermediario, ossia di chi si fa garante e mediatore tra le stazioni appaltanti - siano esse pubbliche amministrazioni o condomini privati - e le imprese che affidano il lavoro di brokeraggio. Un ruolo difficile da inquadrare dal punto di vista delle responsabilità giuridiche: spesso, infatti, gli intermediari si presentano come responsabili commerciali delle imprese e fatturano regolarmente le loro "consulenze".

Le inchieste e i riflettori degli inquirenti si miscelano inoltre con una situazione politica cittadina esplosiva, con il vice sindaco Nicola Trifuoggi che annuncia la sua candidatura a prossimo primo cittadino, attacca la "borghesia del centro storico" (volendo intendere i proprietari di palazzi da ricostruire) e appare sempre di più come una sorta di "sceriffo del villaggio"; mentre il suo numero uno, il sindaco Massimo Cialente, insinua da settimane la presunta presenza di una "strategia della tensione", che sarebbe volta a destabilizzare il suo governo e, soprattutto, a vanificare e squalificare il suo operato nel post-terremoto.

Insomma, sembra che il peggio non sia passato. Pare infatti che la storia della ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico dovrà avere, a breve e negli anni a venire, ancora a che fare con malaffare, tribunali, arresti e conferenze stampa di uomini e donne in divisa. Una sequela di indagini che non può che influenzare anche la narrazione intorno alla ricostruzione, che a sei anni e mezzo dal 6 aprile 2009, procede ancora lenta e inevitabilmente complessa.

Ultima modifica il Martedì, 03 Novembre 2015 00:53

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