Domenica, 24 Gennaio 2016 20:57

L'Aquila: il 'fallimento' della partecipazione ai tempi della ricostruzione

di 

Delle difficoltà in seno all'Urban center, abbiamo scritto e spesso.

Profonde spaccature interne - rese già manifeste dall'elezione a presidente dell'architetto Maurizio Sbaffo preferito, a sorpresa, alla candidata di Policentrica Antonella Marrocchi, che godeva del sostegno dell'Università, dell'Inu e degli ordini professionali - hanno reso impossibile, fino ad ora, rendere operativo l'Urban center che dovrebbe promuovere e stimolare la partecipazione dei cittadini ai processi di ricostruzione.

L'assemblea non è stata ancora in grado di nominare, o eleggere almeno, il Comitato scientifico e, dunque, gli organi statutari. Con il risultato che le spaccature, anziché ricomporsi, si fanno sempre più profonde e con il rischio, fondato, che non si riesca ad uscire da una situazione di impasse che sta spingendo molte associazioni a tirarsi indietro.

E il Comune dell'Aquila, in questo senso, nulla sta facendo per risolvere le 'diverse posizioni dialettiche', per dirla come il presidente Sbaffo: l'amministrazione attiva non ha ancora indicato un nome per il Comitato scientifico, come previsto dallo Statuto, e non partecipa alle assemblee con un suo delegato. Tace sul destino dell'Urban center, come non fosse un suo problema.

Così come tace, l'amministrazione, sul crescente malumore degli eletti in seno ai Consigli territoriali di partecipazione. Anzi "svilisce il ruolo dei CTP", ha denunciato Sabrina Di Cosimo, presidente del consiglio territoriale di 'S.Elia, Gignano, Torretta e Pianola'.

Di Cosimo si è lasciata andare ad uno sfogo molto duro, a seguito dell'ennesimo accadimento che, ha sottolineato, "ci ha lasciato davvero amareggiati". Cosa è accaduto? "I presidenti dei CTP aquilani sono stati avvisati alle ore 12, con un semplice messaggio dell’assessore Fabio Pelini, di un incontro sul Bilancio Partecipativo previsto per le ore 17 del giorno stesso presso il Centro Anziani di Pianola". Sembrerebbe una sciocchezza, se non fosse che "troppe volte - ha spiegato Di Cosimo - siamo stati interpellati per dare pareri su delibere consiliari e di giunta con sole 48 ore di preavviso, senza che ci venisse fornita la documentazione adeguata, e spesso su provvedimenti già decisi dall'amministrazione comunale".

Stavolta, però, è successo di peggio. "L’accadimento è grave per due motivazioni. Per la tempistica, innanzitutto: non è possibile non rispettare le persone a livello umano e professionale, dando per scontato che un preavviso di sole 5 ore possa essere sufficiente. E per la convocazione in sé: il bilancio partecipativo, inteso come incontri dell’amministrazione con la popolazione, poteva avere senso se fatto prima dell’elezione e dell’insediamento dei Consigli Territoriali di Partecipazione". Facendolo ora, "la Giunta comunale, bypassando i CTP, ha trasmesso il messaggio che non servono a nulla. La stessa amministrazione che ci ha fortemente voluti, 'al fine di promuovere la massima partecipazione alla vita amministrativa della città, anche in previsione di far crescere una nuova classe dirigente di governo del territorio' - il virgolettato riporta l’esatto testo della delibera di Giunta - in realtà, non riconosce la nostra rappresentatività".

La presidente Di Cosimo non è l'unica ad aver manifestato malumore, tra i 130 cittadini eletti nei dieci Consigli territoriali di partecipazione. Senza voler tornare, di nuovo, sulla 'competizione elettorale' che si è svolta in un clima particolare, 'monopolizzato' dal Pd cittadino, è evidente l'impasse politica che vivono i Consigli, chiamati ad operare senza alcun regolamento, tanto che è stato necessario istruire una 'conferenza dei presidenti' per stabilire, almeno, una prassi di azione comune. Ad oggi, l'attività dei Ctp è limitata ad alcune proposte dei consiglieri eletti che agiscono, però, senza organizzazione e che non hanno alcun potere, se non consultivo. Su decisioni già assunte, tra l'altro.

E che dire dell'istruzione del bilancio partecipativo stesso, avviato tre anni fa tra grandi proclami e che si è ridotto, oramai, a incontri mal comunicati e poco partecipati, quest'anno nei centri anziani, per decidere come investire qualche migliaio di euro sul territorio, scavalcando, come detto, i Consigli di partecipazione?

A L'Aquila, la partecipazione è stata 'costretta' in spazi gestiti dall'alto che hanno finito per soffocare, più che promuovere, l'interesse e l'impegno dei cittadini sulle questioni importanti che riguardano il futuro della città. Anzi, le decisioni strategiche vengono assunte nelle stanze chiuse di una politica sempre più politicante, e il confronto democratico, semplicemente, non è concesso.

Senza scomodare le 'grandi questioni' - il Piano regolatore generale, l'utilizzo del 4% dei fondi della ricostruzione destinati allo sviluppo economico, il rilancio del Gran Sasso -, il progetto del Ponte sull'Aterno è vicenda emblematica: la decisione è stata assunta, il ponte si farà in tempi brevissimi e, al di là delle legittime opinioni che ogni cittadino ha assunto sull'infrastruttura viaria - il progetto non è affatto inviso a chi scrive, per l'onestà che si deve ai lettori -, non se ne discuterà, né in seno all'Urban Center né in seno ai Ctp. E probabilmente, non se ne discuterà neppure in Consiglio comunale.

E' così che si pratica la partecipazione, ai tempi della ricostruzione.

 

Ultima modifica il Domenica, 24 Gennaio 2016 21:12

Articoli correlati (da tag)

Chiudi