Da oggi la SM Costruzioni, la ditta incaricata dal consorzio del civico 207 di via Roma di ricostruire dopo quattro anni e mezzo la palazzina, potrebbe fermare i suoi lavori per l'apertura da parte della soprintendenza del cantiere archeologico di Porta Barete.
Come anticipato da questo giornale, l'ipotesi era concreta già da metà gennaio, quando nel cantiere sono stati ritrovati alcuni reperti: negli ultimi giorni se ne sono aggiunti degli altri, una targa sull'antiporta e nuovi tratti della pavimentazione che dalle mura va verso la Chiesa di Santa Croce.
Ora gli archeologi, che si sostituiranno agli operai nel cantiere, faranno le loro indagini e valuteranno il da farsi. Fino ad allora, i lavori di ricostruzione subiranno un grande rallentamento fino a data da destinarsi.
Le ipotesi potrebbero essere, diverse ma se ritenuto opportuno -cioè se si rinverranno altri elementi di interesse archeologico - si potrebbe mettere sull'area anche un vincolo archeologico come chiesto senza mezzi termini dalla senatrice Pentastellata Enza Blundo: "Ho ritenuto necessario - aveva affermato la cittadina senatrice, da sempre vicina alle posizioni della Curia - sollecitare la soprintendenza per procedere ad una accurata indagine su via Roma, all'altezza del civico 207, al fine di verificare il più rapidamente possibile l'effettiva esistenza delle idonee condizioni all'apposizione del vincolo archeologico".
Pesa infatti, dietro tutta l'operazione di archeologia preventiva, l'idea di riqualificazione sull'intera area di Porta Barete (e non solo) presentata al Comune dell'Aquila da Monsignor Antonini e supportata da una lobby di associazioni e intellettuali.
Con il vincolo che potrebbe conseguire all'apertura del cantiere archeologico, la questione principale resterebbe quella della ricostruzione del civico 207 il cui il progetto è stato già approvato e finanziato, e per cui erano già iniziati i lavori con la demolizione dell'edificio.
Va ricordato inoltre che il Piano di Ricostruzione di cui si è dotato il Comune dell'Aquila non prevede la possibilità di sostituzione edilizia salvo il consenso dei proprietari che non c'è mai stato.
Tuttavia il vincolo archeologico relativizzerebbe il Piano, e a quel punto la soluzione più realistica potrebbe essere il compromesso di spostare la palazzina, che si trovava attaccata alle mura, qualche decina di metri più in là. Una soluzione non semplice però vista la ristrettezza degli spazi nell'area e il progetto di ricostruzione che prevede (per fortuna) l'installazione di isolatori sismici, che invece di spazio ne hanno bisogno.
Altro problema progettuale conseguente il possibile spostamento sarebbe relativo al piano dei garage già ristretto nella palazzina ante-sisma.
A tutto ciò andrebbe aggiunto il fatto che riprogettare farà comunque lievitare i costi. Per non parlare del muro di contenimento affianco il terrapieno di via Roma, ancora in corso d'opera e che potrebbe essere abbattuto. Contributi per la ricostruzione insomma che in qualche modo potrebbero essere sprecati a causa del ritardo con cui il Progetto su Porta Barete è arrivato ed in qualche modo è stato già recepito.
Determinante sarà anche la decisione politica del Comune dell'Aquila che però ha già fatto intendere di allinearsi alla Soprintendenza.
Negli ultimi giorni, per lo meno tra i sostenitori di "Porta Barete", era cresciuta la propaganda sulla necessità di appliccare nell'Aquila post sisma l'archeologia preventiva (di cui il cantiere del civico 207 sarebbe solo il primo esempio).
"Il terremoto è un occasione per questo tipo di archeologia", "ne guadagnerà tutta la città in nome della bellezza", è stato detto. Eppure - al netto dell'effettivo valore di riqualificazione insito nel progetto di Porta Barete e della popolarità che ha acquisito grazie ad una buona operazione comunicativa - dopo il terremoto che ha colpito L'Aquila il 6 aprile 2009 la priorità sarebbe dovuta essere quella di far tornare in sicurezza i cittadini nelle proprie abitazioni nel minor tempo possbile.
Non sta avvenendo.
In serata la precisazione di Magani: "Nessuno stop, i due cantieri andranno avanti senza interferenze"
In merito alla vicenda, in serata, a margine di una cerimonia di consegna di alcuni attestati per un corso di aggiornamento professionale per operatori di restauro di libri antichi, c' stata una precisazione del Direttore regionale dei Beni culturali Fabrizio Magani: "C'è stata" ha detto ai giornalisti Magani "una normale, almeno per noi, attività di archeologia preventiva, che ha messo in luce alcuni reperti peraltro non nuovi. L'archeologa Tuteri e l'architetto D'Alò della Soprintendenza ai beni architettonic stanno seguendo un pronto intervento per liberare completamente l'area di Porta Barete, non ci sarà nessuna interruzione di cantiere ma solo un piccolo periodo di compresenza tra due cantieri non interferenti"